Netanyahu, pronti a entrare a Rafah con o senza il sostegno degli Stati Uniti

Netanyahu, pronti a entrare a Rafah  con o senza il sostegno degli Stati Uniti

Netanyahu, pronti a entrare a Rafah con o senza il sostegno degli Stati Uniti


Il primo ministro israeliano ha incontrato il segretario di stato americano Blinken a Tel Aviv

Non c'è modo di sconfiggere Hamas senza andare a Rafah ed eliminare il resto dei battaglioni. Così Netanyahu che non cambia idea sull’operazione nel sud della Striscia di Gaza, nella zona al confine con l’Egitto, annunciata più volte e già pianificata. Spero che agiremo con il sostegno degli Stati Uniti ma se sarà necessario faremo da soli, ha sottolineato il primo ministro israeliano, al termine di un incontro con Blinken a Tel Aviv, ultima tappa del sesto viaggio in Medio Oriente dall’inizio della guerra. ll segretario di stato americano avrebbe lanciato un serio avvertimento ad Israele al termine di un incontro con il gabinetto di guerra, secondo quanto riferiscono i media locali. "Dovete preparare un piano chiaro per il dopo Hamas o resterete impantanati a Gaza", queste le parore usate da Blinken secondo un fonte imprecisata. "Non capite questo, e quando lo capirete potrebbe essere troppo tardi", avrebbe aggiunto l’alto funzionario americano. Secondo Blinken la prosecuzione della guerra senza un obiettivo preciso per il giorno dopo può mettere in pericolo la sicurezza di Israele e il suo status internazionale. Stando a quanto reso noto, Israele ha assicurato al segretario di Stato Usa che il governo continuerà a consentire soluzioni umanitarie per aiutare i civili palestinesi. Netanyahu parlando con Blinken ha riconosciuto la necessità di evacuare la popolazione civile che si trova a Rafah e ovviamente di gestire le necessità umanitarie. Stiamo lavorando a questo, ha assicurato il leader israeliano. Intanto, a New York è arrivato il veto di Russia e Cina in Consiglio di Sicurezza Onu alla risoluzione elaborata dagli Usa sulla tregua a Gaza. "Noi abbiamo mostrato il senso di urgenza legato al cessate il fuoco che porti al ritorno a casa degli ostaggi ma è inimmaginabile che alcuni Paesi non abbiano voluto seguire la nostra scia. Comunque c'è un un sostegno forte e la determinazione di molti Paesi ad arrivare a un cessate il fuoco per il rilascio degli ostaggi". Così il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha commentato la decsione di Mosca e Pechino.

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