Addio a Francesco Maselli, l’ultimo regista militante italiano
21 marzo 2023, ore 16:15 , agg. alle 16:35
Tra le pellicole più importanti del cineasta, ricordiamo Storia di Caterina per il film Amore in città, Gli indifferenti e Gli sbandati
La scomparsa del regista italiano Francesco Maselli, avvenuta oggi 21 marzo 2023 all’età di 92 anni, ci riporta a quell’epoca del cinema in cui fare film era una cosa seria, anzi era un modo per scuotere le coscienze e fare propaganda. La sua cinematografia è stata un atto ideologico fortissimo e rivoluzionario, un modo per veicolare attraverso il linguaggio filmico, le idee e le istanze di una politica che nel secondo dopoguerra era vista quasi come una vera e propria fede.
STORIA DI UN REGISTA MILITANTE
Francesco detto Citto, inizia a prendere dimestichezza con la grammatica cinematografica grazie a maestri come Michelangelo Antonioni e Luchino Visconti, che lo sceglieranno come assistente dopo il percorso al Centro Sperimentale di Cinematografia. Per il primo, collaborerà alla regia e alla sceneggiatura di Cronaca di un amore e La signora senza camelie, mentre al secondo deve il suo esordio alla regia con il film del 1955 “Gli sbandati”. Ma oltre alla sua forte vocazione militante di cui il suo cinema è stato da sempre impregnato, a Maselli si devono anche alcuni ritratti femminili molto interessanti, come quello raccontato nell’episodio intitolato "Storia di Caterina", raccolto nel film collettaneo L’amore in città. Storia di una madre nullatenente che in preda alla disperazione decide di abbandonare il figlio per poi recuperarlo in preda ai sensi di colpa. In questa pellicola, si rintracciano i segni di un cinema neorealista che però inizia a contaminarsi anche con una componente rosa che sfocerà di lì a poco con la commedia all’italiana.
GLI ULTIMI PROGETTI
Nel 2011 ha diretto insieme a Ugo Gregoretti, Carlo Lizzani e Nino Russo un film-documentario a episodi intitolato "Scossa", dedicato al drammatico terremoto di Messina del 1908. Citto Maselli usa Massimo Ranieri e Amanda Sandrelli, figlia di Stefania, per raccontare il dramma di un equivoco; i marinai russi, primi soccorritori dei messinesi vittime del terremoto, non parlando una parola di italiano, scambiano i due per sciacalli e li fucilano sul posto.
Il cinema Italiano perde un tassello inestimabile, soprattutto unico nel suo genere, poichè quel coraggio e quella forza ideologica e politica, oggi non trovano più spazio nel sistema audiovisivo e sociale, alle prese con una crisi insanabile che forse, registi come lui avrebbero potuto contribuire a sanare.