Dune - Parte due, la fantascienza arthouse secondo Denis Villeneuve

Dune - Parte due, la fantascienza arthouse secondo Denis Villeneuve

Dune - Parte due, la fantascienza arthouse secondo Denis Villeneuve Photo Credit: Ufficio Stampa Cinema


Il sequel del film del 2021 esce oggi nelle sale italiane con un cast stellare e una regia ancora più gigantesca

Epico, imponente, sensazionale. Sbalorditivo, mozzafiato e follemente emozionante. Un’esplosione di adrenalina per la mente e per il cuore, maestoso nelle sue sequenze d’azione tanto quanto riesce ad essere profondo nella sua quiete raffinata ed evocativa. Esce oggi nelle sale italiane il secondo atto dell’opera cinematografica diretta da Denis Villeneuve e tratta dall’omonimo romanzo di Frank Herbert. “Dune - Parte due” vede nuovamente coinvolti Timothée Chalamet e Zendaya che questa volta dovranno affrontare nuove insidie che si celano nelle immense distese di sabbia di Arrakis.


DUNE: PARTE DUE, LA TRAMA DEL FILM

La pellicola si apre con lo schermo nero. Una voce sconosciuta sussurra qualcosa di inquietante e enigmatico. Poi si riparte da dove avevamo abbandonato il film precedente. Ma basta poco per rendersi conto che la qualità è molto più alta. Paul Atreides (Timothée Chalamet) si è ora integrato nella comunità nomade del deserto, i Fremen, con il supporto del fervente capo Stilgar (Javier Bardem). Mentre attraversa le sabbie di Arrakis si innamora di Chani che ancora una volta è interpretata da Zendaya. Paul desidera punire gli Harkonnen per l'omicidio del padre e per aver preso il controllo del pianeta, vendicandosi anche dell'Imperatore (Christopher Walken) che ha complottato contro la sua famiglia. Tuttavia, sa che questa vendetta potrebbe trasformarlo in un despota, quindi resiste alle pressioni di sua madre: Lady Jessica (Rebecca Ferguson). Attualmente la donna ha acquisito il grado Reverenda Madre dell'ordine delle Bene Gesserit, e vorrebbe che il figlio accettasse il ruolo di "messia", Muad'dib, ossia un leader in grado di guidare i Fremen verso la liberazione di Arrakis. Nel frattempo gli Harkonnen stanno preparando un nuovo avversario, il crudele e spietato Feyd-Rautha (Austin Butler), nipote del Barone (Stellan Skarsgaard). Ma Paul è veramente il Messia?


IL RUGGITO POTENTE DELLA FANTASCIENZA

Una pioggia di suoni e immagini impossibili da dimenticare che non lasciano scampo. Un vortice visivo che incanta e spiazza dall'inizio alla fine, corteggiando lo spettatore con la sola abilità della forma filmica. “Dune - Parte due” corregge il tiro rispetto al primo film e entra nel vivo della storia che fin qui veniva solo accennata. Un film ambizioso, per nulla umile, che sa di cosa è capace e lo ostenta con grande eleganza e raffinatezza. Ma soprattutto, basta veramente poco per capire di essere di fronte ad una monumentale opera di cinema che con prepotenza pretende di uscire fuori dai confini dello schermo. E ci riesce brillantemente. Non è solo l’opera migliore di Denis Villeneuve, ma soprattutto è la pellicola di fantascienza definitiva a cui chiunque dovrà ispirarsi in futuro. Una storia tragica di fanatismo cieco e corruzione, una spettacolare, profonda e stupefacente lezione magistrale di estetica e atmosfera che risuona magnificamente ogni istante della narrazione. Un epico blockbuster che toglie il fiato e ricorda ciò che i film possono ancora essere. Non importa la storia, non importa cosa racconti. La cosa fondamentale è come lo racconti. Questo è il cinema che ti schiaccia alla poltrona, ti percuote con le immagini. Ti fa tremare solo con l’intensità di un’inquadratura che vale più di mille parole. Villeneuve riesce a tenere insieme gli elementi da cinema d’autore, quasi Arthouse, con quelli tipici del grande cinema mainstream. Un blockbuster d’essai si potrebbe quasi dire. Un perfetto demiurgo che sfoga tutta la sua passione e la sua abilità. Tra gli attori forse la cosa meno riuscita è proprio l’interpretazione dei due paladini, Chalamet e Zendaya che sembrano essere sempre un passo indietro alla storia e spesso finiscono per essere sottotono o fuori luogo. Chi invece brilla più di tutti è il gigantesco Austin Butler, che incendia letteralmente lo schermo con una performance malvagia e seducente allo stesso tempo.


Un film impossibile da dimenticare, sorprendente e commovente che richiede di essere visto sullo schermo più grande e immersivo possibile. Si resta talmente inghiottiti dalle immagini che, usciti dalla sala vi sembrerà di avere tra i vestiti la sabbia di Arrakis. 


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