Fisco, il governo pensa alla quinta rottamazione ma in 4 volte incassati 28,9 miliardi su un gettito stimato di 111,2

Fisco, il governo pensa alla quinta rottamazione ma in 4 volte incassati 28,9 miliardi su un gettito stimato di 111,2

Fisco, il governo pensa alla quinta rottamazione ma in 4 volte incassati 28,9 miliardi su un gettito stimato di 111,2 Photo Credit: Ansa.foto/Thierry Pronesti


Il provvedimento è nella lista delle priorità però come ha spiegato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti vanno considerate anche altre spese obbligatorie subentrate nel corso dell'anno, come l'aumento della spesa per la difesa e l'appoggio all'Ucraina

Le quattro rottamazioni varate dal 2016 ad oggi hanno portato nelle casse dello stato un gettito di 28,9 miliardi rispetto a un introito previsto di 111,2 miliardi, pari al 26%. I dati della Corte dei conti disegnano un quadro dettagliato dei risultati prodotti dalla misura in quasi 10 anni. L'ipotesi di una quinta rottamazione è sul tavolo del governo, che ha inserito il ''sollievo fiscale'' nella lista delle priorità ma, come ha spiegato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, vanno considerate anche altre spese obbligatorie subentrate nel corso dell'anno, come l'aumento della spesa per la difesa e l'appoggio all'Ucraina.

La magistratura

La magistratura contabile ricorda che a partire dall'anno 2016 si sono avute quattro procedure di definizione agevolata dei carichi iscritti a ruolo. In tutti i casi la misura ha consentito di pagare solo la quota capitale del debito e gli interessi legali da ritardata iscrizione a ruolo, escludendo le sanzioni e gli interessi di mora. Per la quater, sono state escluse le somme dovute a titolo di interessi iscritti a ruolo, sanzioni, interessi di mora e aggio. In termini di saldi di finanza pubblica la Corte dei conti spiega che ''l'effetto positivo sul gettito è dato dall'incasso immediato delle somme oggetto di rottamazione, laddove l'effetto negativo è riconducibile alla presumibile perdita degli introiti da riscossione ordinaria che comprende anche le sanzioni, gli interessi e l'aggio. Guardando all'impatto stimato in relazione alla rottamazione quater, in un orizzonte decennale a fronte di un gettito atteso di 12,8 miliardi, l'impatto sulla riscossione ordinaria era stimato in -13,9 miliardi".

La prima

La prima rottamazione, introdotta nel 2016, riguardava le cartelle dal 2000 al 2016 e consentiva di fare pace con il fisco, versando quanto dovuto in 5 rate (prima rata 31 luglio 2017, ultima rata 30 settembre 2018). I contribuenti interessati alla sanatoria sono stati 1.707.354 per un introito previsto di 19,7 miliardi di euro, ma il riscosso nei tempi è stato di 9,3 miliardi. Di conseguenza l'omesso versamento ammonta a 10,4 di euro pari al 47,1% di riscosso sul previsto. L'anno successivo, nel 2017, è partita la rottamazione bis, che ha interessato le cartelle dal 2000 a settembre 2017, con il versamento dei tributi in massimo 5 rate (prima rata 31 luglio 2018 - ultima rata 28 febbraio 2019). I contribuenti che hanno partecipato sono stati 965.789 che avrebbero dovuto portare nelle casse dello Stato 9.331 miliardi. Il riscosso entro i termini però si è fermato a 3 miliardi, pari al pari al 32,3% dell'incasso stimato, con il conseguente omesso versamento di 6,3 miliardi.

Ter

La rottamazione ter è stata varata nel 2018 e prevedeva massimo 18 rate da pagare in 5 anni (prima rata 31 luglio 2019, ultima rata 30 novembre 2023). I contribuenti che hanno aderito alla sanatoria sono stati 1.628.933 che avrebbero dovuto generare un introito di 29,4 miliardi ma il riscosso si è fermato a 9,8 miliardi (33,4% del totale), mentre l'omesso versamento è stato di 19,6 miliardi. La rottamazione quater, l'ultima per il momento, risale al 2022 e prevedeva massimo 18 rate da versare in 5 anni (prima rata 31 ottobre 2023, ultima rata novembre 2027). Il numero dei contribuenti interessati dall'intervento è stato 3.050.000 con un introito previsto di 52.826 di cui 11.890 nel 2023. Il riscosso nei termini è stato pari a 6,8 miliardi, pari al 57,2% rispetto alla quota 2023 e al 12,8% rispetto al totale.

    



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