La Bohème torna al Teatro alla Scala

"La Bohème" torna al Teatro alla Scala

"La Bohème" torna al Teatro alla Scala


L'opera di Giacomo Puccini è diretta da Gustavo Dudamel

Si inaugura stasera al Teatro alla Scala di Milano - e sarà in scena fino al 2 settembre - "La bohème" di Giacomo Puccini, diretta da Gustavo Dudamel per la regia di Franco Zeffirelli. Interpreti principali sono Vittoro Grigolo nei panni di Rodolfo mentre Mimì è Maria Agresta. La storia raccontata dalla Bohème non si sviluppa secondo un intrigo vero e proprio. Gli amori di Rodolfo e Mimì sono il tenue filo che lega i quattro quadri, un filo fragile come la felicità dei protagonisti, minata da miseria e malattia.
Per il resto, non vi si trovano che eventi molto comuni: quattro giovani artisti che vivono alla giornata sognando la gloria e la fortuna, due coppie che si formano e si separano, una giovane che muore di tubercolosi (per effetto delle condizioni in cui vive la sua classe sociale, non in conseguenza della trama).

Anche l’incontro tra Rodolfo e Mimì scaturisce dalla più comune delle situazioni – la vicina che chiede di riaccendere la candela spenta – e tutto procede tra piccoli eventi della vita quotidiana e piccoli oggetti, come la cuffietta di Mimì o la vecchia zimarra di Colline. La quotidianità, dunque, è posta al centro dell’opera: è in queste situazioni, in ciò che esse hanno di banale e di ordinario, che risiede la novità della drammaturgia della Bohème.

L’amore di Rodolfo non è la grande passione eroica dei tenori romantici; nel suo lirismo vocale non si avvertono né la veemenza di Tosca né la solennità di Turandot, bensì una morbidezza e una semplicità da tono medio, un intimismo lontano dalle forzature del canto verista, accenti appassionati ma non enfatici.

I personaggi della Bohème non muoiono da valorosi nell’impossibilità di realizzare un ideale assoluto: li avvertiamo vicini a noi perché la loro felicità è effimera, fragile com’è e legata alle piccole cose; da qui il senso profondo di nostalgia che si lega a un’opera nella quale vediamo sogni e speranze di gioventù infrangersi contro la vita e trasformarsi in rimpianto.

La quotidianità di personaggi e situazioni ha un corrispettivo nel linguaggio musicale impiegato da Puccini. La Bohème predilige gli slittamenti morbidi tra i piani armonici, rifugge le rotture violente, muove le melodie per gradi congiunti, è discreta negli interventi strumentali. Il canto è attento alle inflessioni del parlato – anche nei momenti in cui assume la periodicità e la quadratura melodica della tradizione melodrammatica italiana – tanto da farsi sovente una sorta di “prosa” musicale nella quale si mescolano, in una dose indefinibile, sentimentalismo, erotismo e malinconia. Altrettanto indeterminati sono i numerosi motivi ricorrenti, che creano o ricordano un’atmosfera più di quanto non definiscano un personaggio o una situazione.

Questi motivi assicurano l’omogeneità dell’insieme, permettendo a Puccini di mantenere una sostanziale unità narrativa al di là dell’articolazione per blocchi; ma sono privi di un significato preciso, né vengono sviluppati o variati secondo la logica della costruzione sinfonica: il loro impiego, dunque, risponde più a ragioni coloristiche e impressionistiche che strutturali. Per la leggerezza di scrittura, poi, per il brio ritmico e per la vivacità dei dialoghi, la Bohème guarda all’opera comica e soprattutto alla grande lezione di Falstaff, del quale condivide lo sguardo ironico e disincantato per certi temi della drammaturgia romantica e dell’intera tradizione melodrammatica italiana.

INFORMAZIONI: Stagione d’opera e balletto 2014-2015 19, 22, 25, 26, 28, 29, 31 agosto - 2 settembre Prezzi: da 230 a 14 euroPrezzi ScalAperta: da 115 a 7 euroPer informazioni: tel. 02 72 00 37 44www.teatroallascala.org

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