18 maggio 2022, ore 10:24
Nel mirino degli investigatori i comuni di Moio Alcantara e Malvagna. Tra i reati ipotizzati anche quello di associazione a delinquere di stampo mafioso. Secondo la Procura di Messina l'organizzazione sarebbe stata in grado di condizionare l'operatività delle due amministrazioni
Sono 7 le persone nei confronti delle quali sono state eseguite questa mattina altrettante misure cautelari nell’ambito di un’indagine su presunte infiltrazioni mafiose in due comuni della fascia ionica in provincia di Messina. Tra i destinatari del provvedimento emesso dal Gip di Messina su richiesta della Dda della Procura della Citta' dello Stretto, ci sono il sindaco e la vice sindaca di Moio Alcantara e l'ex assessore ai Lavori pubblici di Malvagna. Tra i reati ipotizzati anche quello dell'associazione di stampo mafioso. Di fatto le indagini della Guardia di Finanza hanno svelato l'attività dell'organizzazione che sarebbe stata in grado di condizionare l’attività dei due comuni.
L'indagine
Secondo una nota della Procura di Messina, le indagini "hanno consentito di far luce sull'operatività criminale di una cellula decisionale e operativa mafiosa del tutto autonoma rispetto alle articolazioni di Cosa Nostra catanese che, in passato, gestivano gli affari mafiosi anche nel territorio della valle dell'Alcantara" e che e' "risultata in grado di ingerirsi, condizionandole, nelle dinamiche elettorali e politiche dei due Comuni, oltre che nella relativa gestione dell'attivita' amministrativa, attraverso l'infiltrazione di soggetti direttamente o indirettamente riconducibili alla stessa struttura criminale".
Il detenuto
Nelle carte degli investigatori anche il Modus operandi dell’organizzazione che sfruttava “la fama criminale ormai consolidata e non abbisogna di manifestazioni esteriori di violenza per intessere relazioni con la politica, le istituzioni, le attività economiche, al fine di imporre il proprio silente condizionamento". Tra gli indagati c’è anche un detenuto, Carmelo Pennisi, ritenuto esponente di spicco del clan mafioso Cintorino, che dal carcere avrebbe dato disposizioni ai suoi sodali per prendere contatti con ditte appaltatrici di lavori assegnati dai due enti locali di Moio e Malvagna, anche garantendo sostegno ai candidati in occasione del rinnovo dei rispettivi consigli comunali. Le sue indicazioni sarebbero state rese operative dal padre Giuseppe e dalla sorella Clelia, quest'ultima vicesindaco in carica del Comune di Moio Alcantara, entrambi destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare. Per ciò che riguarda il Comune di Malvagna, gli inquirenti attribuiscono all’ex assessore ai lavori pubblici una condotta tesa a permettere “l’assegnazione di appalti di lavori a ditte vicine, anche mediante il compimento di reati di corruzione e contro la pubblica amministrazione