Opposizione, alleanze ed un’estate ‘militante’: così Elly Schlein prova a rilanciare il Partito Democratico

Opposizione, alleanze ed un’estate ‘militante’: così Elly Schlein prova a rilanciare il Partito Democratico

Opposizione, alleanze ed un’estate ‘militante’: così Elly Schlein prova a rilanciare il Partito Democratico


La leader Dem: “Il giochino del logoramento dei segretari non funzionerà, mettetevi comodi, siamo qui per restare e fare insieme quello che ci hanno chiesto gli elettori alle primarie. Chi cerca l'incidente ogni giorno mi troverà sempre dall'altra parte”

Si potrebbe dire che Elly Schlein non lascia, ma rimane e raddoppia, lanciando una grande mobilitazione estiva e preparando il partito alla campagna elettorale per le europee del 2024. Respinge insomma tutti gli attacchi, l'ultimo è di questi giorni dopo la sua partecipazione alla manifestazione del M5S con un Grillo sulle barricate e nel corso del suo intervento alla direzione nazionale del partito è molto chiara: "La nostra gente è stufa dei dibattiti autoreferenziali, anziché fare rumore interno, proviamo ad andare sulle tante cose che ci uniscono. Il giochino del logoramento dei segretari non funzionerà, mettetevi comodi, siamo qui per restare insieme e fare insieme quello che ci hanno chiesto gli elettori alle primarie, c'è bisogno di un po’ di rispetto per il partito. Chi cerca l'incidente ogni giorno mi troverà sempre dall'altra parte".


La piazza

Rivendica la sua partecipazione in piazza sabato: "Con il M5S eravamo alleati anche prima della manifestazione ma questo non significa che siamo d'accordo su tutto, sappiamo bene che sul supporto in Ucraina rimangono distanze enormi ma questo non significa che su precarietà e lotta alla povertà non possiamo unire i nostri sforzi. Se Calenda mi invitasse ad una sua manifestazione porterei un saluto anche lì ma non è che cambio idea sul sindaco d'Italia", e poi attacca il leader di Italia Viva, Matteo Renzi: "Dispiace che abbia scelto di supportare in Molise, il candidato di destra, mi sembra che sia quello meno adatto a dare lezioni sulla subalternità visto che appena arrivato al Nazareno ha invitato Berlusconi facendoci un patto. L'avversario è la destra, non è il mio alleato, la gente è stanca di discussioni interne".


La linea

Schlein smentisce chi l'accusa di non avere una linea politica per il suo partito: "Di contenuti siamo pieni ma siamo bravi a coprirli con le divisioni interne". La segretaria del Pd ha tracciato anche la road map del partito per i prossimi mesi, senza risparmiare attacchi al governo Meloni: "E' il momento di mobilitare tutto il partito sulla nostra agenda per l'Italia e la nostra agenda per l'Europa, c'è un'apertura di credito nei nostri confronti che ci ha permesso di riportare il partito dal 15 al 21%, di raccogliere nuove iscrizioni. Certo, ancora non basta questo per costruire l'alternativa alle destre, la destra ha una coalizione che anche se non vince al primo turno poi si ricompatta e vince e noi oggi non l'abbiamo quella coalizione".


Le sinergie

"Non possiamo pensare di essere autosufficienti - sottolinea -, abbiamo bisogno di costruire delle sinergie con le altre forze civiche e politiche alternative alle destre, ci sono tanti temi sui quali, con le altre opposizioni, possiamo unire le nostre forze, piuttosto che competere sulle nostre differenze che pure sono significative". Entrando nei contenuti ha spiegato che "tre sono i nostri punti cardini: la giustizia sociale, il lavoro, la conversione ecologica e ha proposto un 'estate militante che ci porti su tutte le strade, tra la gente, raccogliendo i bisogni e proponendo soluzioni concreti, è il momento di chiedere a tutto il partito di mobilitarci insieme su tutta l'agenda". Tra i temi ci sono quelli cari alla sinistra a partire da scuola, la giustizia sociale e la sanità, poi c'è la grande questione del Pnrr, dell'autonomia differenziata di Calderoli e le riforme.


Riformisti

"Noi siamo riformisti sempre, al confronto con il governo abbiamo presentato le nostre proposte per rafforzare insieme la stabilità e la rappresentanza, la riforma della legge elettorale per dare potere ad elettori ed elettrici di scegliere i propri rappresentati, la disponibilità sulla sfiducia costruttiva, una legge sul conflitto d'interesse, i limiti sulla decretazione d'urgenza. Abbiamo chiesto un confronto reale e sugli assetti complessivi dell'ordinamento per questo abbiamo chiesto una moratoria sull'autonomia differenziata, perché su questa Calderoli ha scavalcato le Regioni e il parlamento". Non risparmia critiche al governo guidato da Giorgia Meloni: "E' una vergogna che una presidente del Consiglio parli di pizzo di Stato, ed è inaccettabile per l'ideologia che sottende e strizza l'occhio a chi evade. Noi continueremo a difendere il principio costituzionale della progressività fiscale e della lotta all'evasione. Il governo si butta ogni giorno su bandierine ideologiche perché sa solo cavalcare le paure, ma non sa dare risposte".


De Gasperi

Guardando infine ai prossimi appuntamenti elettorali Schlein ha citato De Gasperi: "Parafrasando un po' una famosa frase attribuita a De Gasperi credo che dovremmo provare a guardare sia alle prossime elezioni sia alle prossime generazioni anche per evitare che vincendo le elezioni gli altri compromettano per sempre il futuro delle prossime generazioni. Alle Europee puntiamo al successo del Pd - ha concluso - perché pensiamo che la sua funzione nazionale sia il miglior modo di condurre il nostra paese verso un destino migliore da protagonista dentro il processo di integrazione europea".


Meloni

Intanto Giorgia Meloni sarà domani a Parigi da Emmanuel Macron. Secondo quanto annuncia l'Eliseo, i due leader discuteranno di "rapporti bilaterali" e "dell'attuazione del Trattato del Quirinale", firmato nel 2021 e che struttura il rapporto franco-italiano. Tra gli obiettivi della visita parigina del premier, quello di sostenere la candidatura di Roma per ospitare l'Esposizione Universale del 2030 davanti al Bureau International des Expositions: la Capitale è in concorrenza con Busan (Corea del Sud), Ryad (Arabia Saudita) e Odessa (Ucraina). Per lo stesso motivo saranno presenti in Francia anche il principe ereditario dell'Arabia Saudita Mohammed bin Salman e il presidente della Corea del Sud Yoon Suk Yeol. Secondo quanto riferisce sempre l'Eliseo, Macron e Meloni "discuteranno di questioni europee e approfitteranno di questo incontro per preparare il Consiglio europeo che si terrà a Bruxelles giovedì 29 e venerdì 30 giugno". "Si parlerà anche del vertice Nato che si terrà a Vilnius, in Lituania, martedì 11 luglio e mercoledì 12 luglio. I loro colloqui saranno l'occasione per riaffermare il comune sostegno all'Ucraina", sottolinea la presidenza francese. Quella in programma domani è la prima visita di Meloni in Francia dalla sua elezione nell'autunno del 2022: i due leader si erano incontrati in modo informale a Roma subito dopo che Meloni aveva ricevuto l'incarico dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, poi in incontri bilaterali a margine di eventi internazionali. Ma ci sono stati molti scontri sul tema dell’immigrazione, domani quindi sarà l’occasione per sancire pubblicamente ed ufficialmente la pace diplomatica fra i due Paesi.

 


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