Regionali, domenica Abruzzo al voto, a sinistra il campo larghissimo, a destra si cerca la rivincita

Regionali, domenica Abruzzo al voto, a sinistra il campo larghissimo, a destra si cerca la rivincita

Regionali, domenica Abruzzo al voto, a sinistra il campo larghissimo, a destra si cerca la rivincita Photo Credit: Agenzia Fotogramma


Dopo il ko della maggioranza in Sardegna, il 21 e 22 aprile si terranno le elezioni in Basilicata. L’8 e 9 giugno si voterà in Piemonte, insieme alle elezioni europee, mentre non è ancora stata decisa la data delle consultazioni amministrative in Umbria

Domenica 10 marzo, dalle ore 7 alle ore 23, gli elettori dell’Abruzzo saranno chiamati alle urne per l’elezione del presidente della Regione e il rinnovo del consiglio regionale. Le elezioni in Abruzzo sono le seconde elezioni regionali del 2024: domenica 25 febbraio si sono tenute le elezioni regionali in Sardegna, dove ha vinto per poche migliaia di voti Alessandra Todde, candidata del Partito Democratico, del Movimento 5 Stelle e di Alleanza Verdi-Sinistra. Dopo le elezioni in Abruzzo, il 21 e 22 aprile si terranno le elezioni regionali in Basilicata. L’8 e 9 giugno si voterà in Piemonte, insieme alle elezioni Europee, mentre non è ancora stata scelta la data delle elezioni regionali in Umbria.


I candidati

I candidati presidente alle elezioni regionali in Abruzzo sono due: Marco Marsilio e Luciano D’Amico. Marsilio, che ha 56 anni, è il candidato della coalizione di centrodestra, che comprende Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati. Marsilio è sostenuto anche dall’Unione di centro (Udc) e dalla lista civica personale “Marsilio presidente”. Presidente della regione uscente, Marsilio è stato eletto per la prima volta alle elezioni regionali 2019, diventando il primo presidente di regione appartenente a Fratelli d’Italia. In passato Marsilio è stato deputato per il Popolo della Libertà dal 2008 al 2013 e in seguito senatore di Fratelli d’Italia dal 2018 al 2019, quando è stato eletto per la prima volta presidente. Marsilio è un esponente di primo piano all’interno di Fratelli d’Italia e l’Abruzzo è una regione in cui il partito di Meloni ha un importante bacino elettorale. Alle elezioni politiche 2022 Fratelli d’Italia è stato il primo partito in Abruzzo con oltre il 27 per cento dei voti e la stessa Meloni è stata eletta alla Camera nel collegio uninominale de L’Aquila, dove Fratelli d’Italia è arrivata al 30 per cento e la coalizione di centrodestra ha superato il 50 per cento dei consensi. Nelle dichiarazioni dei redditi dell’anno scorso l’Abruzzo è stata anche l’unica regione dove Fratelli d’Italia è risultato il partito con più scelte al 2 per mille.


D'Amico

Lo sfidante di Marsilio alle elezioni regionali in Abruzzo è Luciano D’Amico, 64 anni di età, già rettore dell’Università di Teramo e sostenuto da un’ampia coalizione di centrosinistra. La coalizione è formata da Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, Azione, dalla lista personale “Abruzzo insieme-D’Amico presidente” e dalla lista “Riformisti e civici”, che al suo interno comprende Italia Viva, con il simbolo “Abruzzo Vivo”. Secondo diversi osservatori politici, la candidatura di D’Amico e la coalizione che lo sostiene sarà una prova elettorale significativa per il cosiddetto “campo largo”, espressione che nel gergo giornalistico e politico definisce l’alleanza di tutti i principali partiti del centrosinistra, dal Partito Democratico ad Azione, insieme al Movimento 5 Stelle. In queste settimane l’alleanza di queste forze politiche a sostegno di D’Amico ha fatto discutere, soprattutto tra gli stessi partiti della coalizione. Per esempio, il 27 febbraio, ospite de L’Aria Che Tira su La7, il presidente del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha negato di essere alleato con Azione e con Italia Viva in Abruzzo, cosa però non vera. L’affermazione di Conte non è piaciuta al leader di Azione Calenda, che ha risposto al presidente del Movimento 5 Stelle ricordandogli la loro alleanza in Abruzzo e precisando comunque che il suo partito sostiene prima di tutto «un candidato che ha un CV di prim’ordine».


Le regole 

L’elezione del presidente della Regione Abruzzo avviene su un’unica scheda, dove gli elettori possono esprimere il loro voto in vari modi. Possono votare per un candidato presidente della regione, e il voto non si estende alle liste a esso collegate; possono votare per una lista di consiglieri, e il voto si estende al candidato presidente collegato; oppure possono votare per un candidato presidente e una delle liste collegate. In Abruzzo non è prevista la possibilità di votare per un candidato presidente e per una lista non collegata, il cosiddetto “voto disgiunto”. Questa possibilità era prevista invece alle elezioni in Sardegna e con tutta probabilità ha avuto un peso nella vittoria della candidata del PD e del Movimento 5 Stelle Todde. In Abruzzo non è previsto poi il secondo turno di ballottaggio: vince il candidato presidente che ottiene più voti, a prescindere dal risultato. Le elezioni regionali in Abruzzo serviranno a eleggere i nuovi membri del consiglio regionale. Quest’ultimo è composto da 31 membri, due dei quali sono di diritto il presidente eletto e il candidato alla presidenza arrivato secondo per numero di voti. Gli altri 29 consiglieri sono eletti sulla base di liste circoscrizionali collegate a ciascun presidente. Le circoscrizioni sono porzioni di territorio in cui è divisa la regione in occasione delle elezioni e l’Abruzzo ne ha quattro, che corrispondono alle sue province: l’Aquila, Teramo, Pescara e Chieti. Al momento del voto l’elettore può esprimere al massimo due preferenze per i consiglieri regionali, a patto che siano di sesso diverso, pena l’annullamento della seconda preferenza. La legge elettorale regionale dell’Abruzzo prevede un premio di maggioranza per le liste collegate al candidato presidente vincitore, che hanno diritto ad almeno il 60 per cento dei seggi in consiglio regionale ma non più del 65 per cento. I restanti vanno ai partiti di opposizione. Le liste che ottengono meno del 2 per cento dei voti validi e che fanno parte di una coalizione che ottiene meno del 4 per cento non eleggono invece nessun consigliere. Le liste che corrono da sole non eleggono consiglieri se ottengono meno del 4 per cento.


I precedenti

Come nel caso della Sardegna, negli ultimi 20 anni alla presidenza della Regione Abruzzo si sono sempre alternati esponenti di centrosinistra e di centrodestra, senza mai riuscire a confermare la stessa giunta per un secondo mandato. Nel 2005 è stato eletto presidente Ottaviano Del Turco, sostenuto dalla coalizione di centrosinistra L’Unione; nel 2008 è stato eletto Giovanni Chiodi per il centrodestra; nel 2014 Chiodi è stato battuto dall’esponente del PD Luciano D’Alfonso, mentre nel 2019 ha vinto il centrodestra con Marsilio. Sempre nel 2019 si sono tenute le elezioni europee, che in Abruzzo hanno visto una netta vittoria della Lega con oltre il 35 per cento dei voti. Ricordiamo che alle elezioni europee ogni partito corre da solo e non sono previste coalizioni. Al secondo posto si era piazzato il Movimento 5 Stelle al 22 per cento, mentre al terzo il PD con il 16 per cento. All’epoca Fratelli d’Italia aveva ottenuto in Abruzzo il 7 per cento. Alle elezioni politiche 2022 ha vinto nettamente la coalizione di centrodestra con oltre il 47 per cento dei voti, mentre la coalizione di centrosinistra formata da PD, Più Europa, Alleanza Verdi-Sinistra e Impegno Civico è arrivata seconda con quasi il 22 per cento. Come detto in precedenza, il partito più votato è stato Fratelli d’Italia con il 27 per cento dei voti (173 mila), seguito dal Movimento 5 Stelle con circa il 19 per cento (115 mila) e il PD con il 17 per cento (104 mila). In Abruzzo lo spoglio dei voti inizierà subito dopo la chiusura dei seggi, ossia dalle ore 23 del 10 marzo. In Sardegna lo scrutinio era iniziato invece il giorno dopo le elezioni, alle ore 7 del 26 febbraio, e ci sono state diverse polemiche sulla lentezza delle operazioni, che si sono concluse ufficialmente oltre una settimana dopo, il 4 marzo.



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