Salute Tradita, il diritto alle cure per molti è quasi utopia

"Salute Tradita", il diritto alle cure per molti è quasi utopia

"Salute Tradita", il diritto alle cure per molti è quasi utopia


Speciale di Sky Tg24 tra scoperte, numeri e disservizi

Sky TG24 presenta lo speciale "Salute tradita", in onda stasera alle 20.20 (in replica alle 23,15 e alle 21 di sabato 17 febbraio). Attese infinite per una visita. Decine di chilometri per arrivare al Pronto Soccorso. Numeri che evidenziano alcune delle disfunzioni della sanità in Italia, dove per molti cittadini l’accesso alle cure è quasi un'utopia.
Con il direttore Sarah Varetto, lo speciale racconta, attraverso alcuni casi emblematici, i problemi e i rischi che una gestione non efficiente della sanità può causare. Ogni anno milioni di italiani rinunciano a una visita specialistica perché troppo costosa, anche a causa delle liste d’attesa infinite e più in generale delle difficoltà riscontrate nel curarsi attraverso l’assistenza medica pubblica. Un’assistenza che, quando funziona, può essere un’eccellenza mondiale, ma che in troppe zone del Paese è lontanissima da standard minimi di efficienza.

I reportage, a cura di Alessandro Marenzi e Andrea Bignami, sono stati realizzati da Paola Baruffi, Tonia Cartolano, Francesca Cersosimo, Manuela Iatì e Carlo Imbimbo.

Tra i temi trattati nello speciale c’è il fenomeno della mobilità sanitaria, ovvero la necessità di spostarsi in altre regioni per ricevere le cure necessarie, a cui i malati sono costretti per l’assenza di terapie adeguate nei territori di residenza; e ancora la cattiva gestione delle strutture, con il caso dell’ospedale di Praia, in Calabria, di cui è stata decisa la riapertura nel 2014 ma che ancora non ha il personale e strumenti necessari, costringendo gli abitanti a rivolgersi a presidi ospedalieri distanti anche molti chilometri. Si parlerà poi della mancata assistenza ai disabili, con le storie di famiglie che si ritrovano a dover far fronte da sole alle cure necessarie per questi malati; il problema delle liste d’attesa, con cittadini che attendono oltre un anno per poter eseguire una visita specialistica nelle strutture pubbliche; il fenomeno dell’eccessivo ricorso al parto cesareo, più redditizio per le strutture sanitarie convenzionate: in alcune regioni, come la Campania, la percentuale di parti avvenuti chirurgicamente è arrivata a sfiorare il 60%.

Infine un aspetto meno evidente, ma altrettanto pericoloso che chiama in causa la responsabilità dei pazienti stessi. l’abitudine, sempre più diffusa, di curarsi da soli cercando diagnosi su internet, dove proliferano informazioni mediche non verificate e potenzialmente dannose.


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