21 novembre 2023, ore 10:18
Secondo gli inquirenti, Filippo Turetta colpevole di un gesto folle e sconsiderato dopo una vita condotta all'insegna dell'apparente normalità. Ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo
DISUMANO E PERICOLOSO
Omicidio volontario aggravato e sequestro di persona. Sono queste le accuse di cui dovrà rispondere Filippo Turetta, che si trova in un carcere tedesco in attesa di venire estradato in Italia. Secondo il giudice per le indagini preliminari di Venezia, Benedetta Vitolo, il giovane deve restare in carcere per la sua pericolosità sociale. In un passaggio dell’ordinanza viene definito disumano per come si è scagliato contro la giovane donna con cui aveva vissuto una relazione sentimentale. E si aggiunge che – avendo dimostrato una totale incapacità di autocontrollo- potrebbe uccidere ancora: “ Turetta con questa aggressione a più riprese e di inaudita ferocia ai danni della giovane fidanzata, prossima alla laurea, ha dimostrato una totale incapacità di autocontrollo. Elementi idonei a fondare un giudizio di estrema pericolosità e desta allarme, i femminicidi sono all'ordine del giorno. Turetta appare imprevedibile, perché dopo aver condotto una vita all'insegna di un'apparente normalità, ha improvvisamente posto in essere questo gesto folle e sconsiderato".
L'AGGRESSIONE IN DUE FASI
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Giulia Cecchettin è stata accoltellata la prima volta da Filippo Turetta mentre si trovava alle 23.15 di sabato 11 novembre nel parcheggio davanti alla sua casa. Poi, dopo averla immobilizzata probabilmente con del nastro adesivo, ha spinto l'ex fidanzata in auto, ha raggiunto in pochi minuti la zona industriale di Fossò, e qui l'ha aggredita nuovamente, mentre lei tentava una fuga, uccidendola. La morte sarebbe sopraggiunta in quel momento per uno choc emorragico. La ricostruzione, secondo il GIP, evidenzia una nitida volontà di uccidere. Le immagini delle varie telecamere disseminate sul territorio hanno consentito una ricostruzione attimo per attimo di quelle drammatiche ore: la lite, il delitto, l’occultamento del cadavere e una lunga fuga finita in Germania dopo più di mille chilometri alla guida.