Coez, Con i miei mostri ho imparato a giocare

 Coez: "Con i miei mostri ho imparato a giocare"

Coez: "Con i miei mostri ho imparato a giocare"


Il cantautore presenta a Rtl.it il nuovo album "Niente che non va"

Due anni fa con "Non erano fiori" Coez è entrato direttamente nella top ten della classifica degli album rimanendoci per quattro settimane consecutive. Il cantautore è tornato prima con "La rabbia dei secondi" brano radiofonico e di impatto immediato e ora con il nuovo album "Niente che non va". "E' forse il mio primo lavoro che non porta rancore nei confronti di nessuno, anzi, perdona tutte le figure che ho considerato negative", spiega Coez a Rtl.it Infine aggiunge: "I mostri non si sconfiggono, o almeno non del tutto, bisogna imparare a giocarci".
Cosa è successo da "Non erano fiori" del 2013 a "Niente che non va"?
"Non Erano Fiori" lo considero un album particolare della mia carriera, quasi un concept album, uscivo da un periodo abbastanza doloroso per vari motivi, e mi sono sentito di scrivere alcune delle cose che avevo in testa e che mi avevano fatto stare male, d'altronde ho sempre usato la mia scrittura come "terapia" (titolo del mio primo album).In "Non erano fiori" ci sono molti sentimenti negativi, a volte mascherati dalle atmosfere delle basi, che spesso non vanno di pari passo col testo. in quel disco la parola o il concetto di Morte ritorna praticamente in tutti i brani da Non Erano Fiori che finisce con un omicidio a Dramma Nero, dove si parla del suicidio, a Siamo MORTI insieme etc. "Niente che non va" è tutta un’altra cosa, è forse il mio primo lavoro che non porta rancore nei confronti di nessuno, anzi, perdona tutte le figure che ho considerato negative per dei lunghi periodi della mia vita, come “Tasche Leggere”. So che può sembrare un po' pesante come brano, forse triste, ma per me è già qualcosa poterne parlare senza odio. Non voglio essere frainteso, quando dico "Niente che non va", non vuol dire che va tutto bene, ma che ognuno di noi ha delle cose che non vanno, quindi siamo un po' tutti sulla stessa barca.

Qual è stato lo spunto da cui è nato il "La rabbia dei secondi"?

Faccio questo lavoro da tanti anni e ogni volta che ottengo qualcosa guardo sempre quelli che hanno ottenuto già più di me. Penso sia insito nell'uomo spostare sempre l'obiettivo avanti ogni volta che si ottiene qualcosa. Credo che tutti noi in alcuni momenti della vita ci siamo sentiti "secondi", soprattutto quelli autocritici come me. per questo penso che riguardi tutti. nel mondo della musica questa cosa pesa ancora di più, primo in classifica iTunes, primo in classifica Fimi, il pezzo più passato in radio, il live con più gente, quindi forse negli ultimi anni ho sentito più il peso di questo tema, ma penso che sia attuale ora, lo era 10 anni fa e lo sarà fra 50.

Perché sei arrivato alla conclusione che siamo "Niente di che"?
Volevo spurgare un altro po' di veleno che mi era rimasto dal disco precedente, ho pensato che scrivere in un testo che una tua ex è "Niente di che" è peggio di dirle che non è niente, "Niente di che" mi pesava molto di più. Sono stato un po' stronzo.le canzoni sono dei momenti, pensi una cosa in quel momento e poi rimane li per sempre, invariata nel tempo, anche se poi cambi idea.

Cosa ti ha colpito della vicenda di Cucchi, che poi ha generato il brano "Costole rotte"?
Lavoravo come microfonista in uno studio televisivo, un pomeriggio/sera di qualche anno fa, arrivarono queste immagini, che vidi spiattellate intorno a me su tutti gli schermi giganti dello studio, era la prima volta che vedevo delle immagini così crude, immagini di un cadavere col volto tumefatto, fra l'altro di un ragazzo di qualche anno più di me. la sua è une delle storie più tristi che abbia mai sentito, una morte senza un vero colpevole, continua a non ricevere alcun tipo di giustizia anche dopo anni, è questa la cosa triste di Cucchi. Prendiamo Gabriele Sandri, conosciamo tutti "Spaccarotella" sappiamo che non farà il carcere come un qualsiasi cittadino, ma almeno si sa il nome del colpevole. sul caso Cucchi c’è stato uno scarico di responsabilità fra sanità e forze dell’ordine. Quando l’anno scorso sono stati tutti prosciolti un sacco dei miei colleghi si sono imbestialiti sui social network, io non sono il tipo che si lascia troppo andare a manifestazioni del genere. quindi ho deciso di farlo a modo mio, entrando in studio e scrivendo una canzone.

Fai riferimento alla sconfitta di alcuni tuoi mostri del passato per un presente più "sereno". Come si riesce a sconfiggerli?
I mostri non si sconfiggono, o almeno non del tutto, bisogna imparare a giocarci. Io i miei li conosco abbastanza da poter dire che ora va meglio.

C'è in programma un tour?
Stiamo provando col gruppo in questi giorni, porteremo lo show con un set ibrido, dj più band. L'anno scorso per me è stata una grossa palestra, venivo dal rap, e ho dovuto fare i conti con un sacco di mancanze, fra lezioni di canto, tante prove col gruppo e un sacco di live penso di avere colmato molte delle mie lacune, non vedo l'ora di partire.mi sento pronto.

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