Addio a Letizia Battaglia, la fotografa palermitana che ritrasse la mafia, le sue guerre e le donne

Addio a Letizia Battaglia, la fotografa palermitana che ritrasse la mafia, le sue guerre e le donne

Addio a Letizia Battaglia, la fotografa palermitana che ritrasse la mafia, le sue guerre e le donne


Letizia Battaglia, fotografa e reporter siciliana è scomparsa a 87 anni. Per anni a partire dal 1974 ha lavorato nel quotidiano palermitano L'Ora, documentando con coraggio le guerre di mafia

Parafrasando il titolo della sua biografia, data alle stampe qualche anno fa, Letizia Battaglia prendeva "il mondo ovunque sia", un motto quasi più che una riflessione, un manifesto artistico e giornalistico insieme. Perché la grande fotografa scomparsa ieri sera a 87 anni, era sicuramente reporter e artista. Basta guardare i suoi scatti per comprenderlo. Foto che ritraggono la sua Palermo con lo sguardo del cronista, che fermano l'assassinio di Piersanti Mattarella, lo sguardo di una bambina con un pallone in mano, o alcuni ragazzini, troppo piccoli per la pistola che esibiscono come un giocattolo. Ma se queste immagini hanno fatto di lei una reporter coraggiosa e pluripremiata, l'esordio di  Letizia Battaglia è stato in realtà con una serie di ritratti scattati nel 1972, al Circolo Turati di Milano, a Pier Paolo Pasolini, presente in un pubblico contraddittorio sul suo contestato film I racconti di Canterbury.

A sedici anni sposa, a quarant'anni la svolta con la fotografia

Era sempre fuggita da Palermo, aveva le tre figlie ancora piccole quando si trasferì a Milano dopo il divorzio dal marito sposato a 16 anni, solo per emanciparsi da un ambiente familiare oppressivo. Poi però a Palermo nel 1974 già quarantenne, Letizia Battaglia tornerà, diventando fotografa dello storico quotidiano L'Ora, e qui vivrà la svolta, come donna e anche come reporter. Perché sarà la testimone coraggiosa e trasparente della grande cronaca di Palermo e della Sicilia. Per contratto dovette riprendere i morti ammazzati, le mogli delle vittime e le sorelle disperate, le stragi. Le foto di Letizia Battaglia erano icone drammatiche e simboliche delle vicende di mafia. Ma lo erano anche quelle che riprendevano i boss imputati nel maxiprocesso, Giovanni Falcone che raccoglieva le rivelazioni di Tommaso Buscetta, la figura di Giulio Andreotti accusato di avere avuto rapporti con Cosa nostra. Lo scatto più drammatico e più evocativo è quello che riprende l'attuale Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella mentre cerca di soccorrere il fratello Piersanti, che era Presidente della Regione e che fu ucciso, su commissione, dalla mafia nei primi giorni del 1980 . Non mancava in quel lavoro un forte impegno civile ma anche un senso di disgusto che portava Letizia Battaglia a cambiare spesso soggetti e a occuparsi soprattutto di donne e di bambine. Celebre, sullo sfondo delle miserie del quartiere della Kalsa, la foto della bambina con il pallone che riuscirà a ritrovare e ad abbracciare dopo 40 anni. Fotografie esposte in tutto il mondo e che le sono valse anche prestigiosi riconoscimenti internazionali come il premio Eugene Smith. Letizia Battaglia ha fatto la fotoreporter, raccontava, "con onore e disciplina". 

Impegnata in politica

Ma c'è stato un periodo in cui anche lei si è lasciata tentare dalla politica. Con i Verdi fu eletta deputato regionale e poi nominata anche assessore al decoro urbano in una delle giunte di Leoluca Orlando con il quale è rimasto un legame così forte da resistere alle scosse di polemiche volanti. E proprio Orlando ha ricordato così la fotografa scomparsa: "Palermo perde una donna  straordinaria, un punto di riferimento. Letizia Battaglia era un simbolo internazionalmente riconosciuto nel mondo dell'arte, una bandiera nel cammino di liberazione della città  di Palermo dal governo della mafia".


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