Alzheimer, approvato negli Stati Uniti il primo farmaco contro la malattia in vent'anni
07 giugno 2021, ore 20:00 , agg. alle 09:31
La decisione della Fda arriva dopo una lunga fase di sperimentazione e di pareri controversi da parte dei ricercatori
Si tratta di un anticorpo monoclonale, Aducanumab, prodotto da Biogen ed è indicato per chi ha forme lievi di deterioramento cognitivo o una demenza allo stadio iniziale, entrambe causate dall'Alzheimer. Questo anticorpo monoclonale è il primo farmaco progettato per influenzare il decorso della malattia rallentando il deterioramento delle funzioni cerebrali e non solo per alleviare i sintomi. Dal 2003 nessun farmaco è stato approvato per l'Alzheimer. Ma non cura la malattia né può invertire i suoi drammatici effetti sulla condizioni mentale dei pazienti. Secondo indiscrezioni il prezzo di questa terapia potrebbe arrivare a 50mila dollari l'anno.
Decisione controversa
La decisione della Fda è stata presa nonostante l'opposizione della commissione indipendente di esperti dell'agenzia e di altri esperti in materia di Alzheimer secondo i quali non ci sono prove sufficienti che dimostrino che il farmaco possa davvero aiutare i pazienti. Il farmaco consiste in una iniezione al mese per via endovenosa che nella terapia contro l'Alzheimer contribuirebbe a rallentare il declino cognitivo dei pazienti che si trovano allo stadio iniziale della malattia. Si tratta del primo trattamento che interessa il corso della malattia e non si limita ad aggredire i sintomi della demenza. Aducanumab si lega a molecole presenti nelle placche amiloidi, il cui accumulo nel cervello è associato alla malattia, riducendo così la corsa della patologia e consentendo alle persone di continuare a svolgere attività quotidiane come pulire casa e fare la spesa. I dubbi degli scienziati avevano indotto Biogen a interrompere i test nell'ottobre 2020. Un nuovo studio condotto su più larga scala ha tuttavia dimostrato che il farmaco era efficace se somministrato a dosi più elevate. La decisione, che potrebbe avere un impatto su milioni di anziani americani e sulle loro famiglie, scatenerà con ogni probabilità disaccordi tra medici, ricercatori e gruppi di pazienti.