Alzheimer, approvato negli Stati Uniti il primo farmaco contro la malattia in vent'anni

Alzheimer, approvato negli Stati Uniti il primo farmaco contro la malattia in vent'anni

Alzheimer, approvato negli Stati Uniti il primo farmaco contro la malattia in vent'anni


La decisione della Fda arriva dopo una lunga fase di sperimentazione e di pareri controversi da parte dei ricercatori

Si tratta di un anticorpo monoclonale, Aducanumab, prodotto da  Biogen ed è indicato per chi ha forme lievi di deterioramento cognitivo o una demenza allo stadio iniziale, entrambe causate dall'Alzheimer. Questo anticorpo monoclonale è il primo farmaco progettato per influenzare il decorso della malattia rallentando il deterioramento delle funzioni cerebrali e non solo per alleviare i sintomi. Dal 2003 nessun farmaco è stato approvato per l'Alzheimer. Ma non cura la malattia né può invertire i suoi drammatici effetti sulla condizioni mentale dei pazienti. Secondo indiscrezioni il prezzo di questa terapia potrebbe arrivare a 50mila dollari l'anno.


Decisione controversa

La decisione della Fda è stata presa nonostante l'opposizione della commissione indipendente di esperti dell'agenzia e di altri esperti in materia di Alzheimer secondo i quali non ci sono prove sufficienti che dimostrino che il farmaco possa davvero aiutare i pazienti.  Il farmaco consiste in una iniezione al mese per via endovenosa che nella terapia contro l'Alzheimer contribuirebbe a rallentare il declino cognitivo dei pazienti che si trovano allo stadio iniziale della malattia. Si tratta del primo trattamento che interessa il corso della malattia e non si limita ad aggredire i sintomi della demenza. Aducanumab si lega  a molecole presenti nelle placche amiloidi, il cui accumulo nel cervello è associato alla malattia, riducendo così la corsa della patologia e consentendo alle persone di continuare a svolgere attività quotidiane come pulire casa e fare la spesa. I dubbi degli scienziati avevano indotto Biogen a interrompere i test nell'ottobre 2020. Un nuovo studio condotto su più larga scala ha tuttavia dimostrato che il farmaco era efficace se somministrato a dosi più elevate. La decisione, che potrebbe avere un impatto su milioni di anziani americani e sulle loro famiglie, scatenerà con ogni probabilità disaccordi tra medici, ricercatori e gruppi di pazienti.




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