Antonio Conte e l'Inter, una scintilla mai scoccata; ecco i motivi di un rapporto che stenta a decollare

Antonio Conte e l'Inter, una scintilla mai scoccata; ecco i motivi di un rapporto che stenta a decollare

Antonio Conte e l'Inter, una scintilla mai scoccata; ecco i motivi di un rapporto che stenta a decollare


I risultati dell'Inter non sono esaltanti, ma nemmeno negativi; l'allenatore però non è entrato nel cuore dei tifosi e a ogni errore viene criticato; ieri a Roma nerazzurri penalizzati dalle scelte del tecnico

L’Inter non vince trofei da dieci anni. Un periodo lungo il quale si sono succeduti allenatori e delusioni. Antonio Conte è il tecnico che più si è avvicinato al successo, nella scorsa stagione secondo posto subito alle spalle della Juventus in campionato e finalista in Europa League. E anche in questa stagione, nonostante qualche inciampo, i nerazzurri sono ancora lì, a soli tre punti dalla vetta. Ma Conte non scalda i cuori dei tifosi e spesso finisce nel mirino sui giornali e sui social. Cerchiamo di capire il perché.


SCINTILLA MAI SCOCCATA

Il grande amore del tifoso interista è Josè Mourinho. Quello con Antonio Conte è un matrimonio di interesse: il passato juventino e certi atteggiamenti non piacciono, ma è il tecnico che può far tornare a vincere la squadra, quindi ce lo si fa andare bene. Però poi non gli si perdona il minimo errore. E in questa fase della stagione l’allenatore salentino ci ha messo del suo e l’accusa di aver rallentato la squadra non sembra del tutto campata per aria.

ERRORI DI GESTIONE

Ieri all’Olimpico nella prima mezzora del secondo tempo l’Inter è stata sontuosa: aveva ribaltato l’iniziale vantaggio dei giallorossi con una reazione fatta di impeto e qualità ed erano arrivati i gol di Skriniar e Hakimi. Poi però non è riuscita a conservare una vittoria che sarebbe stata preziosissima; ci sono i meriti dell’avversario, convincente la contro reazione della Roma; ma c’è stato anche un atteggiamento sbagliato della squadra nerazzurra, che si è chiusa in difesa, si è fatta schiacciare e alla fine ha capitolato. E questo atteggiamento sbagliato è figlio delle scelte dell’allenatore: una grande squadra che sta vincendo sul campo di una rivale forte cerca di continuare a imporre la sua legge fino alla fine, senza andare allo sbaraglio ma continuando a pensare in grande. Invece, una volta in vantaggio Antonio Conte ha tolto Hakimi, che sulla fascia in fase offensiva è spesso determinante e Lautaro Martinez, che con le sue ripartenza avrebbe potuto tenere alta la squadra. Al loro posto sono entrati Kolarov, che non giocava da mesi, e Perisic, per il quale si fa molta fatica a trovare un “sei” in pagella per le sue prestazioni in questa stagione. A centrocampo è stato poi inserito Gagliardini, con l’intento di rafforzare il muro. Con questi cambi Conte ha mandato un messaggio ai suoi giocatori e anche agli avversari: l’Inter si è rimpicciolita e la Roma ha avuto via libera per l’assalto finale alla ricerca del pareggio.


MERCATO, NERVO SCOPERTO

Un altro obiettivo dei tifosi interisti è Arturo Vidal. Che, in effetti, in questa stagione ha fatto più danni che altro: fin qui non ha segnato nemmeno un gol, quasi mai ha inciso in positivo, spesso lo ha fatto in negativo, in Champions e in campionato. E a ben guardare anche ieri all’Olimpico un errore del cileno è stato il momento “sliding doors” della partita: con l’Inter in vantaggio per 2-1, Vidal da ottima posizione ha ciccato il pallone e non ha trasformato il match point. Arturo è un altro ex juventino voluto fortemente da Conte: potete immaginare il “sentiment” dei tifosi… Il mercato è un nervo scoperto dell’allenatore, e non da quest’anno: ieri il tecnico salentino ha faticato a dissimulare il fastidio per il fatto che la società non farà investimenti in questa sessione, non è da escludere che i cambi di ieri siano un messaggio urbi et orbi, della serie: “questi ho e questi utilizzo”. I rapporti tra Conte e l’Inter si sono raffreddati la scorsa estate quando l’allenatore aveva minacciato di andarsene: venne siglata una tregua, ma il vero amore non è più sbocciato.  



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