Coronavirus, Crisanti: "Focolai nuovi e più frequenti a ottobre e novembre"

Coronavirus, Crisanti: "Focolai nuovi e più frequenti a ottobre e novembre"

Coronavirus, Crisanti: "Focolai nuovi e più frequenti a ottobre e novembre"


L'ordinario di microbiologia dell'Università di Padova ha parlato anche della possibilità del trattamento sanitario obbligatorio per alcuni pazienti

"I focolai scoppieranno e saranno anche più frequenti in ottobre e novembre". Lo ha detto Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all'Università di Padova. "La cosa più importante è dare messaggi chiari agli italiani senza dire bugie. Bisogna dire che il rischio c'è, e che i comportamenti di distanziamento sociale e l'uso delle mascherine non devono essere abbandonati".


Il rischio di nuovi focolai

"La cosa che mi preoccupa di più in questo momento è la possibilità che rientrino in Italia, senza poterle intercettare, delle persone infette che possano riaccendere i focolai. La seconda cosa che mi preoccupa di più è che le persone pensino che il rischio è finito". Per Crisanti "si possono mettere sotto sorveglianza le persone che provengono da aree in cui la trasmissione del virus è particolarmente esplosiva come, ad esempio, Cina, India, Brasile e Stati Uniti. Ci sono i mezzi per tracciare gli spostamenti e le persone che arrivano devono essere monitorate, non soltanto con la temperatura che non serve a niente".


La situazione nel mondo

"L'Italia non è in una bolla. Questa settimana ci sono stati in media circa duecentomila casi al giorno nel mondo. È chiaro che siamo esposti a un contagio di rientro o alla riattivazione di focolai di trasmissione che non è stata completamente eliminata". Queste le parole di Crisanti, che ha poi continuato: "Questa dinamica era abbastanza prevista, sta accadendo in Israele, Cina e Australia. La cosa più importante è verificare se abbiamo la capacità di individuare questi focolai e di spegnarli rapidamente. Penso che al momento il sistema abbia abbondantemente dato dimostrazioni di saperlo fare".

Il controllo dei contagi e il TSO

"La strategia è molto semplice, bisogna testare tutti i contatti delle persone contagiate, tutti i familiari, gli amici, i vicini e i colleghi di lavoro. Se si fa questo si intercettano le persone a cui eventualmente è stata trasmessa l'infezione. Questa è la ricetta che funziona".  Il professor Crisanti ha poi parlato anche della possibilità del trattamento sanitario obbligatorio per alcuni pazienti. Il TSO "dovrebbe applicarsi in tutti i casi in cui vengono rifiutate le cure o si dimostra che la persona non si adegua alle misure. Se una persona è positiva al Coronavirus deve essere messa nelle condizioni di non trasmettere l'infezione ad altri, se non lo fa spontaneamente è evidente che non può mettere in pericolo la salute degli altri. Ogni volta che si mette in pericolo la salute degli altri prevale il bene pubblico, quindi penso che il Trattamento sanitario obbligatorio in questi casi debba essere necessario, estenderlo al caso del Covid non è una cosa negativa" spiega Crisanti riferendosi all'ipotesi di introdurre nuove norme specifiche in proposito.


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