Covid, dal governo il ministro Giorgetti (Lega) propone il green pass per riaprire anche le discoteche

Covid, dal governo il ministro Giorgetti (Lega) propone il green pass per riaprire anche le discoteche

Covid, dal governo il ministro Giorgetti (Lega) propone il green pass per riaprire anche le discoteche


Dopo il varo del decreto sulle riaperture il capo dello Stato Sergio Mattarella a Brescia afferma che è il tempo del rilancio comune per far rinascere il Paese: "Bisogna costruire lo sviluppo con responsabilità senza vanificare gli sforzi compiuti"

Utilizzare il green pass per accedere in discoteca o nelle sale da ballo potrebbe essere "l'unica via di fuga rispetto a una indefinita situazione che rischia di essere devastante". A dirlo è il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, che alla presentazione del rapporto sulla ristorazione 2020 di Fipe Confcommercio spiega come, pur essendo contrario in linea generale al 'certificato verde', questo "possa andare bene in alcune situazioni, come ad esempio per la riapertura delle discoteche e le sale da ballo, ma non si deve estendere ad ogni attività". Il punto sul quale batte il ministro è la certezza e in questo senso, spiega, "il governo ha cercato di prendere decisioni che permettessero di dare una prospettiva di certezza all'attività imprenditoriale" e "l'elemento di fondo è stato il criterio che ha ispirato le nostre decisioni". In merito alle decisioni prese dalla cabina di regia, sottolinea ancora Giorgetti, "alla fine il risultato è la sintesi di posizioni diverse". Tornando poi a parlare di sostegni ai settori più colpiti dalla pandemia, il ministro spiega che "ci sarà un fondo, gestito da Mise e Mef, dedicato a coloro che anche questo decreto tiene chiusi e che cercherà puntualmente di identificare i soggetti che non hanno la possibilità di fatturare da mesi o anni". E, assicura, "cercheremo di intervenire con una sorta di forfait". Oltre a queste "misure di cura dei feriti dal fronte", come ad esempio il settore della ristorazione, "bisognerà immaginare il momento in cui guardiamo avanti come questo settore potrà essere accompagnato nel post pandemia", chiarisce il ministro. Se è vero che le imprese della ristorazione sono state "in trincea rispetto all'offensiva del virus" e quella che hanno combattuto è stata una guerra che ha fatto cadere al fronte molte imprese e "molte sono ferite e devono essere curate e messe in condizione di poter tornare all'attività". La guerra per Giorgetti, "sta forse finendo" e dopo "c'è il momento in cui si risorge e c'è un clima che riporta gioia e serenità".


Il Dielle riaperture

Intanto il giorno dopo il varo del decreto riaperture, il capo dello Stato Mattarella a Brescia afferma che è il tempo del rilancio comune e responsabile per far rinascere il Paese: "Bisogna costruire lo sviluppo con responsabilità senza vanificare gli sforzi compiuti". Da parte sua il presidente del Consiglio, Mario Draghi, afferma che “la strategia è la vaccinazione, che ha considerevolmente migliorato la situazione, e l'osservanza delle regole, dei protocolli, dei distanziamenti, delle mascherine. Quello che abbiamo imparato a fare con lezioni severe, tremende, che speriamo di dimenticare". Mentre sono sostanzialmente tre i partiti che si possono individuare a scorrere le reazioni dei leader. C'è quello del "si poteva fare di più’’, al quale si iscrivono soprattutto le forze di centrodestra; quello della "soddisfazione, ma ora non sbrachiamo"; quello di chi ritiene sia "stato fatto il massimo alle condizioni date", variamente composto da esponenti di governo e maggioranza. Il più critico, nonostante le "telefonate e i messaggi arrivati dalle categorie" economiche che attendevano più di altre il decreto, è Matteo Salvini. Il leader della Lega è da tempo in prima fila per riaprire il più possibile nel più breve tempo: "Mi godo i messaggi e l telefonate delle tante categorie che grazie alla Lega nel giro di poche settimane rivedranno partire le proprie attività", dice il leader della Lega che, tuttavia, non si spiega come mai "le piscine al coperto non potranno riaprire fino al primo luglio: secondo me è sbagliato. Idem per le discoteche". Quindi la promessa: "La Lega non molla e useremo i prossimi giorni per continuare a chiedere più coraggio nelle scelte per provare ad anticipare le riaperture".



Lo scontro

Parole che riaccendono lo scontro fra Lega e centrosinistra. L'ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sottolinea che "allestire improvvisate raccolte firme o soffiare sul fuoco del disagio del Paese non serve", sottolinea Conte ricordando la petizione lanciata a suo tempo da Salvini per eliminare il coprifuoco. A dimostrare la giustezza della linea della gradualità è, per Conte, "la repentina retromarcia di chi fino a ieri urlava contro le scelte più logiche e ragionate. La rabbia e la frustrazione di operatori economici e cittadini meritano rispetto, vanno ascoltate e tenute in considerazione. Non vanno strumentalizzate". Con Conte si schiera l'ex segretario Pd Nicola Zingaretti, che sottolinea come la gradualità delle riaperture sia "legata alla campagna di vaccinazioni che sta andando avanti e fino ad ora ha avuto successo. Poi se ci sarà il crollo si ritornerà su queste scelte", aggiunge sottolineando che i dati di queste settimane "ci dicono che è la strada giusta. Non torniamo, per favore, a discutere sull'utilità delle mascherine. Errare è umano ma perseverare è diabolico. Per fortuna il governo non ha sbagliato". Anche la ministra per i rapporti con le Regioni, Maria Stella Gelmini, Fi, esulta dicendo che, con il decreto, "vince l'Italia e vincono le forze che sostengono il governo". Più critico il presidente ligure, Giovanni Toti: "Guardando i dati epidemiologici, mi sarei aspettato che il coprifuoco fosse subito fissato dalle 24. Mi sembra che le 23 sia una misura draconiana, con i poliziotti costretti a inseguire chi uscirà dal ristorante alle 23 e 15. Riconosco però che si sia fatto un piccolo passo avanti, prudente".


Draghi a Parigi

Un 'New Deal' per l'Africa attraverso la creazione di nuove linee di credito per sostenere i Paesi africani in tema di prestiti a condizioni preferenziali, un miglior coordinamento tra i creditori del Club di Parigi e del G20 sul tema del debito africano, sostegno allo sviluppo del settore privato e un maggiore impegno finanziario internazionale nel favorire la connettività digitale e l'accesso alle energie rinnovabili in Africa. Questi i principali temi sul tavolo del vertice sul finanziamento delle economie africane che si è svolto a Parigi e al quale ha partecipato anche il presidente del Consiglio, Mario Draghi. L'evento, organizzato dal presidente francese, Emmanuel Macron, ha fatto seguito dell'appello dell'aprile 2020, firmato da 18 leader europei e africani, sull'impatto finanziario della crisi sanitaria in Africa. La Conferenza ha richiamato all’unità degli sforzi della Comunità Internazionale nel sostegno alle economie africane, esposte a molteplici criticità nell'attuale situazione pandemica. L'incremento delle spese sanitarie, la contrazione del mercato delle materie prime, degli investimenti diretti esteri, delle rimesse dall'estero e del turismo, costituiscono i principali fattori di crisi, oltre all'indebitamento estero del Continente. Al crollo del PIL vanno inoltre aggiunti gli effetti sul piano della sicurezza alimentare, sul piano dell'istruzione: la Banca Mondiale stima nel 2020 un calo del 3,7% del PIL aggregato e del 6,1% di quello pro capite, facendo entrare il Continente in recessione per la prima volta da 25 anni a questa parte.


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