Covid, il presidente Mattarella punta l’indice contro i no-vax: “Vaccinarsi è un dovere civico”

Covid, il presidente Mattarella punta l’indice contro i no-vax: “Vaccinarsi è un dovere civico”

Covid, il presidente Mattarella punta l’indice contro i no-vax: “Vaccinarsi è un dovere civico”


Intanto il decreto legge sul green pass per la scuola, e anche per i trasporti, sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri soltanto la prossima settimana: il presidente del Consiglio Draghi ha deciso di prendersi ancora del tempo prima di stringere sul dossier

L’occasione è la cerimonia di consegna del Ventaglio, il tradizionale appuntamento estivo per un confronto con i giornalisti parlamentari, e dall’inquilino del Quirinale Sergio Mattarella arriva un messaggio chiaro al popolo no-vax che riempie le piazze e i social. Dice il presidente della Repubblica: «Il vaccino non ci rende invulnerabili, ma riduce grandemente la possibilità di contrarre il virus, la sua circolazione e la sua pericolosità. Per queste ragioni la vaccinazione è un dovere morale e civico». E a questo avvertimento aggiunge: «La libertà è una condizione irrinunciabile, ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus, non gli strumenti e le regole per sconfiggerlo… Se la legge non dispone diversamente si può dire: “In casa mia il vaccino non entra’’. Ma questo non si può dire per ambienti comuni, per gli spazi condivisi dove le altre persone hanno il diritto che nessuno vi porti un alto pericolo di contagio…».


Il sostegno

Insomma, è esplicito il sostegno che il capo dello Stato offre al governo Draghi, impegnato a contenere la pandemia («che non è ancora alle nostre spalle») e a mettere in cantiere le riforme chieste all’Italia dall’Unione europea per dare il via alle risorse del programma Next Generation. Sia sul versante sanitario che su quello economico, il richiamo di Mattarella si concentra sulla «responsabilità repubblicana» necessaria in questa fase. Responsabilità che chiama in causa tutti, specie sui provvedimenti e sulle riforme messe in agenda dall’esecutivo: scuola, sanità, giustizia.


Il rinvio

Intanto il presidente del Consiglio Mario Draghi rimane orientato, riferiscono fonti della maggioranza, a introdurre l'obbligo vaccinale per i professori in modo da permettere il ritorno in classe in sicurezza, ma ha deciso di prendersi ancora del tempo prima di stringere sul dossier. E così il decreto legge sulla scuola, e anche sui trasporti, sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri soltanto la prossima settimana.


Il no di Salvini

Non si esclude alcuna ipotesi, anche se il leader della Lega Salvini ha ribadito la propria contrarietà ad un'eventuale stretta per il personale scolastico. "Le libertà per me sono sacre, invito tutti coloro che rischiano la vita a vaccinarsi, perché in quel caso il vaccino salva la vita. Ma nessuno mi convincerà mai che obbligare a vaccinare i bimbi di 12 anni sia una scelta utile", ha spiegato ai giornalisti al termine di un incontro con il premier. Al centro dell'incontro - definito da palazzo Chigi "proficuo e cordiale" - i temi collegati alla campagna vaccinale, al Green Pass e alle misure di contrasto al Covid-19. Il segretario del partito di via Bellerio al Capo dell'esecutivo ha avanzato alcune proposte in merito e ritiene che non ci sia necessità di ulteriori provvedimenti sull'estensione del green pass: "Se la situazione si complica bisogna correre ai ripari, ma complicare la vita a 30 milioni di italiani e milioni di operatori economici, a mamme e papà di ragazzi di 12, 13, 14 anni francamente no", ha affermato.


La riforma della giustizia

Al momento per il governo dunque è prioritario chiudere la discussione sulla riforma del processo penale, da qui il rinvio del dl su scuola trasporti. Il ministro della Giustizia Cartabia ha incontrato questa mattina i rappresentanti della maggioranza. Un vertice 'tecnico', viene riferito, che non ha affrontato i principali nodi sul tavolo, a partire dall'ipotesi di allargare lo stop all'improcedibilità sui reati legati alla mafia. Il presidente in pectore del Movimento 5 stelle, Conte, insiste: "La nostra non è una battaglia del Movimento ma per gli italiani". E avanza ulteriori dubbi. La delega al Parlamento sull'individuazione dei reati da perseguire prioritariamente è "una norma critica". "Per carità- osserva l'ex presidente del Consiglio dopo un incontro alla Camera con i parlamentari M5s - in altri ordinamenti indirizzi del genere sono previsti, ma quando lo caliamo nel nostro, conosciamo, come dire, i rapporti difficili del passato tra politica e magistratura". Per l'ex premier quindi "è bene lasciare e realizzare appieno il principio costituzionale dell'obbligatorietà dell'azione penale", tenendo conto che "gli interventi del Parlamento possono essere molto, molto delicati". "Noi - replica Salvini - accettiamo le proposte di Draghi, non del M5s. Noi il testo l'avremmo già approvato una volta uscito dal Cdm". "Penso che il Consiglio dei Ministri ha votato all'unanimità un testo. Colpi di coda successivi sono mirati a destabilizzare", taglia corto il presidente della Conferenza delle Regioni Fedriga.


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