Covid, l’Italia rimane tutta bianca, ma il fattore ‘delta’ preoccupa: la variante sfiora il 23% in 16 Regioni

Covid, l’Italia rimane tutta bianca, ma il fattore ‘delta’ preoccupa: la variante sfiora il 23% in 16 Regioni

Covid, l’Italia rimane tutta bianca, ma il fattore ‘delta’ preoccupa: la variante sfiora il 23% in 16 Regioni


Sul fronte dei vaccini il Commissario all’emergenza, il generale Figliuolo, ribadisce che a fine estate sarà coperto l'80 per cento degli italiani, ma dalle Regioni si levano grida di allarme sulle quantità di dosi disponibili, per esempio dalla Campania

Per la prima volta dall'autunno scorso oggi nessuna ordinanza da parte del ministro della Salute Roberto Speranza: i consueti dati settimanali indicano un netto miglioramento, cala ancora l’occupazione delle terapie intensive, tutte le Regioni sono classificate a rischio basso, l’R con T (l’indice di contagio nazionale) scende a 0.63, rispetto a quota 0.69 della settimana precedente, e in Lombardia per esempio si registrano zero decessi, non accadeva da ottobre.


Italia bianca

L’Italia insomma resterà tutta bianca. Sul fronte dei vaccini il Commissario all’emergenza, il generale Figliuolo, ribadisce che a fine estate sarà coperto l'80% degli italiani, eppure dalle Regioni si levano grida di allarme sulle quantità di dosi disponibili, per esempio dal Presidente della Campania De Luca. E c’è pure un altro capitolo che desta preoccupazione, quello delle varianti delta e gamma, l’Istituto di Sanità denuncia un aumento dei casi, la delta in particolare sfiora il 23% in 16 Regioni, da qui l’invito ad un tracciamento capillare. Difatti, il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro, ha affermato che “la crescita della prevalenza della variante Delta è un dato atteso, che deve essere monitorato con grande attenzione: è fondamentale continuare il tracciamento sistematico dei casi per individuare i focolai, che in questo momento è reso possibile dalla bassa incidenza, e completare il più velocemente possibile il ciclo vaccinale, dal momento che, come confermato anche ieri dall’Ema, questo garantisce la migliore protezione”.


Il M5S

Intanto la crisi del Movimento 5 Stelle prosegue. Mentre i pontieri sono all'opera per una complicatissima mediazione tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte, gli eventi corrono veloce. Il capo politico reggente, Vito Crimi, dando seguito alle indicazioni del garante, ha annunciato l'avvio delle procedure di voto per l'elezione del Comitato direttivo, ma non su Rousseau, come aveva chiesto il co-fondatore, forte di un accordo con Davide Casaleggio per far svolgere la consultazione sulla piattaforma da cui i Cinquestelle si sono separati appena un mese fa. Crimi è andato dritto per la sua strada, scegliendo SkyVote. Segno di una spaccatura interna sempre più aspra, che poi è lo specchio di quanto sta avvenendo anche nei gruppi parlamentari, tra chi insiste per superare l'era Grillo affidandosi a Conte e chi, invece, ritiene indispensabile che il garante conservi tutte le sue prerogative. L'idea di fondo, comunque, resta quella della convivenza tra le due figure, anche se i colpi sotto la cintola di questi giorni rendono tutto molto difficile. Deputati e senatori, dopo le prime ore calde del braccio di ferro, provano a riportare la situazione sotto il livello di guardia, chiedendo sia a Grillo che Conte di poter leggere 'l'oggetto del contendere', ovvero lo Statuto e la Carta dei valori preparati in questi 5 mesi dall'ex premier e che non sono proprio piaciuti al comico. Entrambi hanno dato la loro disponibilità, anche a partecipare agli incontri con le truppe - rigorosamente separati - per spiegare le rispettive ragioni.


Le trattative

Nel frattempo, c'è ancora una flebile speranza di evitare una dolorosa scissione del M5S. Infatti, la mediazione portata avanti con pazienza e costanza da Luigi Di Maio e Roberto Fico, avrebbe prodotto almeno l'effetto di mettere in 'stand by' la spaccatura dei gruppi. Non solo, perché filtra ottimismo anche sul voto per l'elezione del Comitato direttivo, nonostante le procedure siano state avviate da Vito Crimi, lanciando il nuovo sito, che resta un work in progress. Il lavoro di queste ore è per mettere in 'ghiacciaia' anche la consultazione degli iscritti, tentando nel frattempo di riportare la calma e provare a riannodare i fili di un dialogo che resta difficile, ma - viene descritto da ambienti pentastellati - non impossibile. Sullo sfondo restano anche i dubbi rispetto al nuovo voto. Li descrive l'avvocato Lorenzo Borrè, il legale che assiste diversi esponenti ex Cinquestelle e di recente ha vinto la battaglia legale per la cancellazione dell'espulsione della consigliera regionale sarda, Carla Cuccu, con relativo reintegro nel gruppo consiliare pentastellato, che su Facebook scrive: "Gli associati che si sono iscritti (tutti) attraverso un altro sito, come fanno a sapere che movimento5stelle.eu, è il 'sito del movimento', su cui - a norma di statuto - deve essere pubblicato l'avviso di convocazione delle consultazioni?". Peraltro, da regolamento non sono candidabili, oltre a garante, probiviri, tesoriere e comitato di garanzia, anche i componenti dell'Associazione Rousseau, i capidelegazione al governo e al Parlamento Ue, i capigruppo di Camera e Senato, i presidenti delle camere e del Parlamento europeo. Ma anche Conte, perché la possibilità è riservata agli iscritti al Movimento alla data del 30 giugno 2020. Intanto, il dibattito interno prosegue. Per l'ex ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, Conte "in questi quattro mesi ha impostato male il piano politico. Ci ha diviso decidendo di incontrare solo alcuni, senza un processo ampio di partecipazione democratica della base". Mentre per Virginia Raggi nulla è ancora perso: "Secondo me tutto si può ricomporre, Grillo e Conte sono due persone ragionevoli". Giuseppe Brescia, invece, ammette che "la situazione mi sembra già troppo compromessa per trovare una mediazione, ma penso che si debba fare almeno un tentativo in extremis cercando un dialogo tra le parti". Anche l'europarlamentare Dino Giarrusso, da molti descritto come 'contiano', prova a tirarsi fuori dal totonomi: "Non partecipo al gioco della torre, sono dalla parte degli attivisti, cerco di mediare". Eppure una conta tra gli eletti, seppur silenziosa, è partita da tempo. Ma il pallottoliere cambia di giorno in giorno, ecco perché nessuno se la sente di esporsi più di tanto nella sfida Grillo-Conte. Il tempo di fare i conti arriverà, ora è il tempo di leggere le carte. E' quello che il mondo Cinquestelle stelle chiede. E forse otterrà.



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