Crisi, per Draghi si conferma una larga base parlamentare: per il no solo Fdi, anche M5S e Lega verso il sì

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Leu resta incerta, mentre il premier incaricato lunedì vedrà le parti sociali

A due giorni dall’incarico ricevuto dal Capo dello Stato — e accettato con riserva — le chance di un governo-Draghi sembrano molto più solide di quanto potesse sembrare soltanto giovedì mattina. Lo sconcerto iniziale mostrato dalle forze politiche ieri si è trasformato in una serie di aperture decisive, confermate dalla giornata odierna di consultazioni.


Un solo no

E al momento c’è un solo partito che voterà sicuramente no, ed è Fratelli d’Italia, come oggi ha ribadito Giorgia Meloni. Leu (Liberi e Eguali) da parte sua si mostra ancora indecisa, e ci sono invece tre partiti che gli diranno sicuramente sì: Partito Democratico, Forza Italia e Italia viva. Nella delegazione degli Azzurri Silvio Berlusconi non c’era per motivi di salute ma al telefonato aveva anticipato a Draghi il sostegno, come ha spiegato Antonio Tajani dopo l’incontro. Poi, ci sono due partiti che stanno lentamente convergendo verso l’appoggio. Movimento 5 Stelle e Lega. Così anche Beppe Grillo sarà nella delegazione pentastellata che domani vedrà l'ex presidente della Bce, e Matteo Salvini già chiede la presenza di ministri del Carroccio.


Le indiscrezioni

Intanto secondo le ultime indiscrezioni nelle segrete stanze del Quirinale e al telefono col premier incaricato, si sta discutendo se conviene, a questo punto, mettere nell’esecutivo di “salvezza nazionale” qualche ministro politico. È ovvio che è quanto di più lontano dai piani di Draghi e Mattarella perché presuppone veti incrociati a non finire tra i partiti che appoggiano il governo. Le alternative possono essere varie: dai tecnici di aerea politica ai sottosegretari politici, come avvenne all’epoca del governo di Lamberto Dini. A scaldarsi per avere ministri politici ci sono l’ex premier Conte e Salvini mentre Berlusconi e Renzi preferirebbero tutti tecnici. Anche Di Maio è propenso ad accettare solo ministri tecnici.


Il cronoprogramma

Il presidente del Consiglio incaricato lunedì in mattinata incontrerà le parti sociali, prima del secondo giro di consultazioni con i partiti. Le voci dicono che Draghi potrebbe sciogliere (positivamente) la riserva fra martedì e mercoledì, con il voto di fiducia in Parlamento entro il prossimo fine settimana. E domani dopo il colloquio con 5S e Carroccio, ritorno a casa a Città della Pieve per vedere in tivvù la sua Roma e per una domenica di riposo, prima del rush finale che lo porterà formalmente a Palazzo Chigi.



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