Governo, Draghi in Parlamento: “Sulla guerra avanti così”, poi in Cdm striglia la sua maggioranza

Governo, Draghi in Parlamento: “Sulla guerra avanti così”, poi in Cdm striglia la sua maggioranza

Governo, Draghi in Parlamento: “Sulla guerra avanti così”, poi in Cdm striglia la sua maggioranza


Un ultimatum rivolto soprattutto a Conte e Salvini che sul conflitto chiedono di ridiscutere gli impegni dell'Italia e non inviare più armi a Kiev, ma anche alle forze della coalizione governativa che stanno frenando le riforme e l’attuazione del Pnrr

Giorno 85 della guerra in Ucraina: Mario Draghi interviene alle Camere per informare il Parlamento sugli sviluppi del conflitto, ribadisce il pieno sostegno dell'Italia a Kiev e conferma la richiesta di un cessate il fuoco immediato per favorire il dialogo. Ma soprattutto, aggiunge, serve "mantenere alta la pressione sulla Russia, per portare Mosca al tavolo dei negoziati". Poi però convoca a sorpresa e d’urgenza un Cdm.  


La pazienza

Insomma, la pazienza di Draghi è finita. Alle cinque della sera il capo del governo riunisce un Consiglio dei ministri del tutto fuori programma, scatenando il panico nella sua (litigiosa) maggioranza . Che succede? Succede che i 200 miliardi del Pnrr sono a rischio e il premier non vuole perdere la faccia (e la borsa) in Europa. La colpa è dei partiti, che bloccano l’esame del decreto concorrenza, mettendo a rischio i fondi del Recovery a cui sta appeso il futuro del nostro Paese dopo la pandemia e la crisi innescata dal conflitto in Ucraina. «Così non si va avanti» è pronto a scandire il suo ultimatum Draghi, stufo delle ripicche e degli strattonamenti delle forze politiche. E questa volta, che potrebbe essere l’ultima, nel mirino del premier non c’è Conte, ma Salvini. Il leader della Lega lunedì uscendo da Palazzo Chigi dopo il faccia a faccia con il presidente aveva detto «troveremo un accordo» sui balneari. Ma il provvedimento, che doveva vedere il primo voto prima di Pasqua, è ancora bloccato nella commissione Industria del Senato. La goccia di un secchio già stracolmo è stato il comunicato congiunto con cui i capigruppo di Lega e Forza Italia, Massimiliano Romeo e Anna Maria Bernini, hanno chiesto «ulteriori approfondimenti sul tema delle concessioni balneari per arrivare a un testo condivisibile e quindi condiviso». Ma il tempo delle discussioni e delle bandierine per Palazzo Chigi è scaduto e se i partiti non ritrovano il senso di responsabilità, potrebbe aprirsi il tempo della crisi di governo. Da qui l'autorizzazione alla fiducia sul ddl sulla concorrenza.


La premessa

Invece la premessa di Draghi in Parlamento sulla guerra ucraina è un tributo alla resistenza ucraina sul campo: "la speranza da parte dell'esercito russo di conquistare vaste aree del Paese in tempi brevi si è scontrata con la convinta resistenza da parte del popolo ucraino", dice il premier, lasciando intendere che ciò è stato possibile grazie agli aiuti dell'Occidente, compreso l'invio di armi. Un messaggio rivolto soprattutto ai leader di maggioranza, Giuseppe Conte e Matteo Salvini in testa, che chiedono di ridiscutere gli impegni dell'Italia. Draghi ringrazia la maggioranza e anche l'opposizione di FdI per il sostegno al governo e conferma che l'esecutivo si muove sulla linea tracciata dal Parlamento nella risoluzione approvata a larga maggioranza all'inizio di marzo. La strategia non cambia, è il messaggio di Draghi a chi sostiene che il governo si muove senza un mandato parlamentare, incluso l'invio di armi a Kiev che continua a essere deciso e concordato a livello europeo.


L’avanzata

"L'avanzata russa procede molto più lentamente del previsto", dice Draghi, ma "il costo dell'invasione russa in termini di vite umane è terribile". Novemila corpi sono stati ritrovati in quattro fosse comuni nei dintorni della città di Mariupol, sono state scoperte fosse comuni a Kiev e "in altri luoghi liberati dall'occupazione russa, ad esempio Bucha e Borodyanka". Per questo l'Italia - annuncia Draghi - "ha offerto il suo sostegno al governo ucraino per indagare su possibili crimini di guerra". Un sostegno che si estende anche all'ambito umanitario e allo sforzo militare: "Nel medio periodo, siamo pronti a rafforzare ulteriormente il nostro contributo Nato in Ungheria e Bulgaria, rispettivamente con 250 e 750 unità, in linea con l'azione dei nostri alleati", conferma il premier. Quanto all'impegno sull'accoglienza, ad oggi "sono quasi 14 milioni i residenti in Ucraina che hanno dovuto lasciare le proprie case - quasi un cittadino su tre. Oltre 116 mila ucraini sono arrivati in Italia - di cui 4 mila minori non accompagnati".


Il grano

Alla crisi umanitaria causata dall'invasione russa rischia di aggiungersi una catastrofe alimentare dagli effetti devastanti, continua il premier. Per questo bisogna agire per liberare le tonnellate di grano dai porti ucraini, favorendo lo sminamento dei porti stessi. "Per impedire che la crisi umanitaria continui ad aggravarsi, dobbiamo raggiungere il prima possibile un cessate il fuoco e far ripartire con forza i negoziati", è la posizione dell'Italia, "una posizione che ci permette di esser in prima linea, con credibilità e senza ambiguità, nella ricerca della pace". E anche dopo l'espulsione di 24 diplomatici italiani da Mosca, ripete il premier, "è essenziale comunque mantenere canali di dialogo con la Federazione Russa. E' soltanto da questi canali che potrà emergere una soluzione negoziale". In ogni caso, ripete Draghi che annuncia una visita ad Ankara a luglio per un bilaterale con il presidente turco Erdogan "dovrà essere l'Ucraina, e nessun altro, a decidere che pace accettare. Anche perché una pace che non fosse accettabile da parte dell'Ucraina non sarebbe neanche sostenibile".


L’obbiettivo

L'obiettivo è continuare a esercitare pressione sulla Russia, con il via libera a un nuovo pacchetto di sanzioni deciso in sede europea, "perché dobbiamo portare Mosca al tavolo dei negoziati". Anche se per una "pace duratura" servirà anche uno sforzo creativo, una conferenza internazionale di pace sul modello di quella di Helsinki", aggiunge Draghi citando le parole di Sergio Mattarella. "Se oggi possiamo parlare di un tentativo di dialogo è grazie al fatto che l'Ucraina è riuscita a difendersi in questi mesi di guerra - dice ancora il premier - l'Italia continuerà a sostenere il governo ucraino nei suoi sforzi per respingere l'invasione russa. Lo faremo in stretto coordinamento con i nostri partner europei. Ne va non solo della solidità del legame transatlantico, ma anche della lealtà all'Unione Europea". Una linea, sostiene Draghi, che ha il pieno avallo del Parlamento: "il governo ha riferito più volte sul tema al Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica, che ha sempre riscontrato la coerenza del sostegno offerto rispetto alle indicazioni e agli indirizzi del Parlamento".


Lega e 5S

Parole, pronunciate davanti al Parlamento, queste di Draghi che sono una risposta alle fibrillazioni che da settimane scuotono la maggioranza, con il pressing di M5s affinché Camera e Senato siano chiamate nuovamente a votare, soprattutto su un nuovo invio di armi. E, seppur con toni diversi e senza una richiesta esplicita di un voto in Aula, anche Matteo Salvini ribadisce il 'no' della Lega a un nuovo round di aiuti militari. Ma M5s a parte - e fatta eccezione per la Lega sul capitolo armi - tutte le altre forze politiche, compreso Fratelli d'Italia, si schierano al fianco del governo e apprezzano le parole di Draghi, sostenendo l'esecutivo nell'azione di lavorare alla ripresa del dialogo e dei negoziati. "Le parole del presidente Draghi sono le parole giuste, sosteniamo quello che ha detto in Parlamento, credo abbia dato la giusta direzione di marcia: quella di un'Italia impegnata per la leadership dell'Europa per trovare la pace", commenta il segretario del Pd Enrico Letta. Che alla pressante richiesta di Giuseppe Conte di un voto in Parlamento, replica: "Se ci sarà bisogno di ridiscutere e di votare noi non ci sottraiamo, non abbiamo paura. Per adesso ci sembra che il dibattito di oggi sia completo, che dia la giusta direzione e dia un forte segnale di unità del Paese". Infine il leader dem avverte: "Ciascun partito deve sapere che ogni divisione, ogni discussione, ogni distinguo ci rende più deboli".


Iv

Pieno sostegno a Draghi viene ribadito da Italia viva: "Condividiamo totalmente l'intervento del presidente del Consiglio e siamo orgogliosi ci sia un premier che difende certi valori" a dispetto di "qualche prezzemolino prezzolato che ogni sera in tv ci spiega come deve andare il mondo", scandisce in Aula Matteo Renzi, convinto della necessità di "superare l'atteggiamento di questi giorni in cui sembra che la politica estera sia continuo oggetto di rissa interna. Abbiamo una grande responsabilità, non possiamo limitarci a mettere insieme una serie di slogan senza senso". Infine Forza Italia che con Licia Ronzulli valuta positivamente le parole di Draghi sull'impegno dell'Italia per la pace e una difesa comune dell'Ue.


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