Governo, è avanti tutta sul green pass: il premier Draghi ascolta tutti ma non fa passi indietro

Governo, è avanti tutta sul green pass: il premier Draghi ascolta tutti ma non fa passi indietro

Governo, è avanti tutta sul green pass: il premier Draghi ascolta tutti ma non fa passi indietro


I partiti della maggioranza continuano a discutere sulla gratuità dei tamponi per chi non ha il certificato verde da vaccino anti-Covid. Partito Democratico, Liberi ed Eguali e Forza Italia sono contrari, mentre Lega e Movimento 5 stelle sono a favore

Alla vigilia dell'entrata in vigore dell'obbligo di green pass in tutti i luoghi di lavoro, come si sa, si temono disordini e caos per la protesta dei portuali a Trieste, Genova e Gioia Tauro e per la gestione dei controlli in tutta Italia. Ma intanto sul fronte più politico si continua a discutere sulla gratuità dei tamponi per chi non ha il certificato verde da vaccino anti-Covid. Tra i partiti della maggioranza, Pd, Leu e Forza Italia sono contrari, mentre la Lega e il Movimento 5 stelle sono a favore. Ma il governo tira dritto sulla sua linea, almeno stando a quanto riferito dai sindacati, che hanno incontrato in mattinata il presidente del Consiglio Mario Draghi. "Abbiamo chiesto di rinviare l'applicazione del green pass almeno fino alla fine di ottobre, ma la risposta è stata negativa. il governo ritiene che sia uno strumento indispensabile", ha spiegato il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri. E Bombardieri ha pure confermato la posizione dei sindacati a favore della gratuità dei tamponi. Su questo, il governo, ha ribadito, si è detto disponibile a "ragionare sul fatto che abbiano un prezzo calmierato. Verificheranno nelle prossime ore". Tra le ipotesi avanzate da alcune forze politiche quella che siano le aziende a farsi carico del costo dei tamponi.


Il governo

Allo stato, il governo escluderebbe di garantire la gratuità azzerando i costi per le imprese, ma starebbe valutando l'ipotesi di rafforzare gli aiuti alle aziende, che hanno già un credito d'imposta al 30%, che vorranno farsi carico delle spese dei tamponi per i loro lavoratori. "il costo dei tamponi, essendoci una disposizione di legge, deve essere a carico di coloro che devono fare il tampone", ha messo in chiaro il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che, in mattinata, ha incontrato al Nazareno il segretario del Pd Enrico Letta. "Da parte nostra questa è la posizione, non cambiato nulla, non riteniamo sia questa la strada". "Siamo preoccupati perché c'è qualcuno che soffia sul fuoco - ha aggiunto Bonomi -. Io credo che in questo momento bisogna avere tutti una grande responsabilità nazionale collettiva, smorzare i toni". "Coloro che irresponsabilmente decidono di non vaccinarsi, non possono imporre le regole con cui andare avanti", ha affermato Enrico Letta. il tampone gratuito è come i condoni per chi non paga le tasse. Noi siamo contrari a questa logica, è giusto premiare chi osserva le regole", ha aggiunto il segretario del Pd. Di diverso avviso Matteo Salvini. "Mentre qualcuno si occupa di fascismo, la Lega si occupa di tutelare i lavoratori. L'ho chiesto ieri a Draghi: tamponi rapidi e gratuiti per chi non ha il green pass", ha affermato il segretario leghista. "il Green Pass è lo strumento che abbiamo scelto per ripristinare gradualmente la normalità - ha invece sostenuto Silvio Berlusconi, in un'intervista al 'Messaggero' -. Naturalmente è uno strumento perfezionabile. Sino ad oggi, però, ha funzionato bene: sta consentendo al nostro Paese di rimettersi in moto e a noi tutti di tornare a una certa dose di socialità in sicurezza. Comprendo le preoccupazioni nei lavoratori e nelle aziende più piccole, ma non dobbiamo dimenticare che l'unica alternativa è l'obbligo vaccinale che, del resto, noi di Forza Italia abbiamo proposto sin dall'inizio". "Avanti decisi con il Green Pass, unico strumento per tornare alla normalità e ad una vita sociale - ha affermato Maurizio Lupi, presidente di Noi con l'Italia -. Per quanto riguarda i tamponi per i lavoratori non vaccinati le imprese se ne facciano carico, ma lo Stato le aiuti aumentando il credito di imposta.


Il Parlamento

Come in tutta Italia, anche in Parlamento scatterà da domani l'obbligo del green pass. Chiunque debba accedere a Montecitorio e a palazzo Madama dovrà quindi esibire la certificazione verde, rilasciata dopo l'avvenuta vaccinazione anti Covid o a seguito di tampone molecolare. L'obbligo vale per deputati e senatori, per tutti i dipendenti dei due palazzi, per i giornalisti e per tutti i visitatori o lavoratori esterni. Le delibere dei rispettivi collegi dei Questori, con l'ok dell'Ufficio di presidenza della Camera e del Consiglio di presidenza del Senato (entrambe deliberate all'unanimità e con il vaglio delle Conferenze dei capigruppo, quindi con il placet 'politico'), prevedono anche sanzioni per i trasgressori. Per deputati e senatori che non dovessero rispettare le regole c'è il rischio di una sospensione che potrebbe arrivare fino a 10-15 giorni. il che comporterebbe il conseguente taglio della diaria in quanto ritenuti assenti 'ingiustificati' dai lavori di Aula e commissioni (si tratta di circa 250 euro per ogni giorno di assenza). L'obbligo del green pass scatterà da venerdì anche per palazzo Chigi e, quindi, anche i ministri e tutti i componenti del governo dovranno esibire la certificazione verde.


La Camera

A Montecitorio la verifica della certificazione verde sarà effettuata presso tutti gli ingressi alle sedi della Camera all'atto di ciascun accesso, anche nel corso della medesima giornata, mediante l'utilizzo dell'app VerificaC19 con l'impiego di dispositivi digitali di proprietà dell'Amministrazione. Per favorire il normale afflusso nel palazzo ed evitare assembramenti e code, viene riaperta per i deputati anche l'entrata posta su piazza del Parlamento (al civico 25), chiusa per l'emergenza pandemica e prima riservata agli ingressi delle scolaresche e dei gruppi di visitatori. Nei casi in cui l'accesso di un deputato avvenga in assenza di green pass, gli assistenti parlamentari dovranno informare tempestivamente i deputati Questori e il Consigliere capo dell'ufficio Affari generali, "ai fini dell'istruttoria per l'irrogazione da parte dell'Ufficio di presidenza delle sanzioni disciplinari". Tra le ipotesi di possibile sanzione, rientra anche quella della sospensione del deputato, con conseguente taglio della diaria.


Il Senato

Anche palazzo Madama ha adottato una normativa analoga a quella di Montecitorio sull'obbligo del green pass. Così come per i deputati, anche a carico dei senatori che dovessero violare l'obbligo della certificazione verde potrebbero scattare delle sanzioni, tra cui la sospensione e, di conseguenza, il taglio della diaria relativa ai giorni di assenza (che come per i lavoratori sia pubblici che privati sarebbe considerata 'ingiustificata'). Se un senatore volesse accedere al palazzo senza il green pass o senza mostrarlo oppure senza aver eseguito un tampone anti Covid, in quel caso dovranno essere avvertiti i senatori Questori e il Consiglio di presidenza che, fra le sanzioni disciplinari previste. Le norme sulla certificazione verde si applicano ai lavoratori del Senato, ai parlamentari, ai dipendenti dei gruppi parlamentari, ai collaboratori dei senatori, ai segretari particolari dei senatori, ai giornalisti e altri operatori dell'informazione, ai dipendenti delle imprese appaltanti e a chiunque presti un servizio per il Palazzo. In alternativa al green pass, sarà richiesto un tampone molecolare o un test antigenico.

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