Governo, il ministro della Salute Speranza cambia i colori, Italia tutta gialla, tranne tre Regioni

Governo, il ministro della Salute Speranza cambia i colori, Italia tutta gialla, tranne tre Regioni

Governo, il ministro della Salute Speranza cambia i colori, Italia tutta gialla, tranne tre Regioni


Le ordinanze saranno in vigore da lunedì, mentre da parte sua il presidente dell’Iss Brusaferro spiega che l’età media dei contagi scende a 41 anni, mentre l’indice di contagio nazionale, l’Rt, è ancora in crescita: 0,89, la scorsa settimana era a 0,85

La Valle d’Aosta torna in zona arancione e Sicilia e Sardegna restano arancioni. Passano in zona gialla Puglia, Basilicata e Calabria. Tutte le altre Regioni gialle, nessuna in zona rossa. Così la mappa dell’Italia cambia. Le ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza con i nuovi colori saranno in vigore da lunedì. Da parte sua il presidente dell’Iss Brusaferro spiega che l’età media dei contagi scende a 41 anni, mentre l’indice di contagio nazionale, l’Rt, è ancora in crescita, per cui l’invito del direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza è sempre quello della massima cautela


Il vertice Ue

Intanto a Oporto in Portogallo vertice informale dell’Ue e debutto in presenza del premier Mario Draghi, per il quale “La pandemia ha accentuato drammaticamente le disuguaglianze in Italia e in Europa. Nell'Ue un giovane su sette non è occupato, né frequenta un corso di istruzione o di formazione. In Italia siamo vicini a uno su quattro". "Il divario nel tasso di occupazione tra uomini e donne nell'Ue si attesta a 11,3 punti percentuali. In Italia è quasi il doppio. Un terzo della popolazione italiana vive nelle regioni del Sud, ma la sua quota di occupazione totale è solo di un quarto". Ancora Draghi: "Così come durante la Grande Recessione e la crisi del debito sovrano in Europa, sono i nostri giovani e le nostre donne a pagare il prezzo di questa tragedia". Si tratta di "fratture" che hanno "profonde radici storiche e culturali, ma svelano anche evidenti carenze istituzionali e giuridiche". E al vertice fuori sacco c’era la proposta americana dei brevetti liberi per i vaccini anti-Covid, ma l’Europa appare divisa: Macron dice sì, Merkel no, Draghi forse, per cui alla fine l’invito della Commissione di Bruxelles al presidente Biden è quello di spiegare meglio il suo progetto.


La tregua

Nel frattempo prove di disgelo Salvini-Meloni (con Fi che, almeno per ora, resta in disparte). Sul tema delle candidature del centrodestra ai Comuni, a partire da Roma e Milano, i leader di Lega e Fratelli d'Italia, tornano a parlarsi. In mattinata è Meloni a chiedere di rompere gli indugi, con un messaggio che arriva sul telefonino di Salvini, che chiede il tavolo per le comunali. Una richiesta, nero su bianco, che stoppa le ultime polemiche su Albertini, con il leghista che ha invitato gli alleati a finirla con i veti. "Nessun veto su nessun candidato, parliamone subito": è la proposta della leader dell'unico partito del centrodestra all'opposizione. Fonti della Lega fanno trapelare la disponibilità al tavolo sui candidati alle comunali, da lungo atteso, che si potrà tenere mercoledì prossimo, il 12. E questa sembra già notizia, visto i continui slittamenti delle ultime settimane. Ma al tavolo non ci sarà Matteo Salvini, impegnato, in quelle ore, tra processo a Catania, dove è atteso il 14, e altre urgenze. Una assenza che sembra un messaggio chiaro, un modo per dire che la riunione dovrà essere 'tecnica', legata a candidature e non dovrà toccare altri temi, troppo divisivi in questo momento, come Copasir e nomine cda Rai, al vaglio del Parlamento.


La sfiducia

Infine, il Movimento 5 stelle va all'attacco e presenta una mozione di sfiducia alla Camera contro Claudio Durigon. Ma la Lega blinda il suo sottosegretario al Mef, liquidando l'iniziativa pentastellata come un'inutile "perdita di tempo". A mettere in chiaro la linea del partito di via Bellerio è il ministro dello Sviluppo economico in persona, Giancarlo Giorgetti, in una delle rarissime note di carattere politico diramate dal vicesegretario di via Bellerio. Il capo delegazione della Lega al governo fa muro contro i 5 stelle e si schiera al fianco di Durigon, tra i più affezionati salviniani. Ma i 5 stelle tirano dritto e pretendono non solo che si faccia luce sulla vicenda, ma soprattutto che Durigon faccia un passo indietro. "Ho chiesto a Durigon di chiarire, i chiarimenti non sono arrivati e legittimamente il gruppo parlamentare ha presentato una mozione di sfiducia", spiega Luigi Di Maio. il testo della mozione per la revoca della nomina nei confronti dell'esponente del partito di Matteo Salvini è stato depositato a Montecitorio mercoledì scorso. Nella mozione si ricorda che, "riferendosi all'indagine sui presunti fondi occulti della Lega e sui 49 milioni di rimborsi elettorali frutto di truffa", il sottosegretario "parlando con un conoscente afferma: 'Quello che indaga della Guardia di Finanza.... il generale... lo abbiamo messo noi'". Nel documento depositato i parlamentari sostengono la "inopportunità che Durigon conservi l'incarico al Mef (dicastero a cui afferisce la Guardia di Finanza) e le numerose deleghe", sostenendo che "le esternazioni del sottosegretario riguardo a un millantato 'controllo' delle indagini e dei processi portati avanti dalla Guardia di Finanza rispetto al suo partito gettano una oscura e pesante ombra sull'imparzialità e sull'incorruttibilità di tale Corpo dello Stato". La mozione richiama il servizio giornalistico di Fanpage, da cui è scaturita la polemica che ha travolto il leghista, nel quale Durigon "mantiene comportamenti e utilizza parole inappropriate circa l'indagine della magistratura che riguarda il partito a cui appartiene". Dunque, i 5 stelle chiedono al governo di "avviare immediatamente le procedure di revoca, su proposta del presidente del Consiglio dei ministri, sentito il Consiglio dei ministri, della nomina a sottosegretario di Stato del deputato Claudio Durigon".



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