Governo, il ministro della Salute Speranza passa in arancione Marche, Veneto e la Provincia di Trento

Governo, il ministro della Salute Speranza passa in arancione Marche, Veneto e la Provincia di Trento

Governo, il ministro della Salute Speranza passa in arancione Marche, Veneto e la Provincia di Trento


La curva epidemica inizia a decrescere ma si tratta di una decrescita molto lenta, e i ricoveri sono ancora in crescita e destano preoccupazione soprattutto i dati di saturazione al 41% di pazienti Covid delle terapie intensive: una settimana fa erano al 39

Scende a 0,98, sotto la soglia d'allarme, il valore dell'Rt nazionale (era a 1,08), anche se 11 Regioni/Province autonome restano sopra uno. Lo rileva il monitoraggio settimanale dell'Istituto Superiore di Sanità. Così a partire da martedì 6 aprile le Marche, il Veneto e la Provincia Autonoma di Trento passano in arancione. Lo prevedono le ordinanze firmate dal ministro della Salute Speranza.


La lentezza

Il quadro generale viene dipinto così dal presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, durante la conferenza stampa organizzata dal ministero della Salute sull'analisi dei dati del monitoraggio settimanale della Cabina di Regia: "La curva epidemica inizia a decrescere ma si tratta di una decrescita molto lenta ma i ricoveri sono ancora in crescita e destano preoccupazione i dati di saturazione al 41% di pazienti Covid delle terapie intensive. Ma l'andamento delle vaccinazioni sta rapidamente crescendo". Per il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza "il carico sui servizi assistenziali resta pesante".


Lo scontro

Si accende lo scontro tra Roberto Speranza e Matteo Salvini sul tema riaperture. Sulla linea del rigore, il primo, per un "ritorno alla vita" dopo Pasqua, il secondo: il ministro della Salute e il capo della Lega sono protagonisti di un duro botta e risposta nel giorno in cui buona parte dei partiti politici esprimono solidarietà a Speranza, oggetto di mail con insulti e minacce, stando a quanto emerge da un'inchiesta con quattro indagati. Nel confronto a distanza, l'esponente di Leu, intervistato dal Corriere della sera, accusa Salvini di soffiare "sull'inquietudine della gente". Mentre il segretario leghista lo accusa di essere "ideologico", di "far torto agli italiani" pretendendo un mese di aprile "tutto in rosso", che equivale a un "sequestro di persona". Salvini, che attacca anche un altro partito di maggioranza, il Pd, per le critiche mosse al suo incontro con Viktor Orban, annuncia poi che chiederà, "dopo la pausa pasquale, un incontro urgente a Mario Draghi per porre nuovamente il tema delle riaperture, dopo che il Consiglio dei ministri di giovedì ha deciso di prorogare le restrizioni fino alla fine di aprile (salvo deroghe da decidere volta per volta in Cdm). "Non faccio mai polemica, ma penso che nessuno dovrebbe soffiare sul fuoco dell'inquietudine, del tormento di tanti italiani. Di fronte alla difesa della salute dobbiamo unire il Paese e non dividerlo, perché la battaglia è ancora complicata", attacca Speranza, rispondendo a chi gli chiede di Salvini. "Vedo bene - riconosce il ministro - che un bel pezzo di Paese è in forte sofferenza. Sono consapevole che ogni mia scelta provoca un sacrificio e che ci sono settori in grande difficoltà, per cui ritengo che sostegni economici mirati siano fondamentali. Ma la maggior parte degli italiani capisce che queste misure, per quanto costose e dolorose, sono necessarie e io le assumo con animo sereno. Tutelare la vita non è un lavoro sporco, ho giurato sulla Costituzione per questo". "il quadro è ancora molto serio", insiste. Ma Salvini non ci sta. E avverte: "Se Speranza dopo Pasqua continuerà a intestardirsi sul rosso a prescindere dai dati farà un torto agli italiani". "È una scelta politica e ideologica - sostiene -. Probabilmente qualcuno preferisce tenere tutto chiuso per scelta ideologica, a prescindere. Sono stufo di scelte ideologiche e politiche sulla pelle degli italiani". "Noi ci rimettiamo ai dati scientifici - afferma ancora Salvini -. Quello che abbiamo chiesto al governo Draghi è che dopo Pasqua, in base ai dati scientifici, occorre riaprire dove si può riaprire". "Non è possibile che, se Speranza vede rosso, se Franceschini vede rosso, sia tutto rosso. In quelle città occorre riaprire non c'è Speranza che tenga". "La scienza è scienza, se c'è una città a rischio con ospedale pieni è chiaro che non puoi riaprire. Ma, se non è così, si deve farlo. Chiederò un incontro al presidente Draghi dopo la pausa pasquale, per chiedergli che, laddove la situazione lo permetta, si possa riaprire". anticipa. "È inaccettabile sentire dire oggi da qualche ministro, per scelta politica, per tutto aprile non se ne parla - prosegue -. Non è moralmente equo e non è su base scientifica. Tener chiusa tutta Italia tutto il mese di aprile è un sequestro di persona". A chi gli chiede dei rapporti con i componenti del governo, Salvini risponde: "Io con Draghi ho ottimo rapporto, un conto è una persona pragmatica come Draghi che ha cambiato Arcuri, i codici Ateco. Con qualche ministro di sinistra è invece complicato, con qualcuno per cui l'ideologia prevale sulla scienza è difficile". Salvini attacca anche il Pd. In primo luogo il nuovo segretario Enrico Letta che per aver sostenuto di essere a favore dello ius soli e dell'estensione del voto ai 16enni dimostra, a suo giudizio, di "vivere su Marte". Poi mostra di non digerire le critiche mosse dai dem alla sua trasferta di ieri a Budapest, dove ha incontrato Viktor Orban e il premier polacco Mateusz Morawiecki. Orban e Morawiecki sono "sono due premier di due Paesi amici dell'Italia, democraticamente eletti", dice, ma "alcuni politici in Italia, del Pd e di altre forze, hanno usato parole disgustose e razziste" contro di loro.


Le minacce

Intano numerosi e trasversali, per il ministro della Salute Roberto Speranza, sono stati finora i messaggi di solidarietà dal mondo della politica, dopo le perquisizioni che hanno portato ad indagare quattro persone per le reiterate minacce di morte indirizzate via e-mail all'esponente di Leu. Uno dei primi è arrivato, con un tweet, dal segretario del Pd Enrico Letta, che ha scritto "Forza Roberto", cui si sono aggiunte le due capogruppo Dem Debora Serracchiani e Simona Malpezzi: per la prima il ministro "sta svolgendo un ruolo fondamentale nella lotta al Covid e i deputati democratici gli sono vicini in questo impegno e nel respingere qualsiasi tentativo di intimidazione", mentre per la seconda "sta lavorando con il massimo impegno per tutelare la salute dei cittadini e combattere la pandemia". "Siamo tutti con Roberto Speranza - twitta il Commissario Ue all'economia Paolo Gentiloni - minacciato per le sagge decisioni contro la pandemia" e sempre dal Pd sono giunti anche i messaggi di tre ex-ministri come Enzo Amendola (ora sottosegretario con delega agli Affari Ue) Giuseppe Provenzano (ora vicesegretario) e Francesco Boccia, che ha parlato di "minacce indegne". Dal Senato è arrivata la solidarietà del Gruppo Misto, presieduto dalla senatrice Loredana De Petris, con una nota in cui si chiede di "arginare il fenomeno delle fake news e di chi usa i social per diffondere odio e intolleranza". Alla Camera, il capogruppo di Leu Federico Fornaro sottolinea che "le parole sono pietre e che la storia ci insegna che la propaganda strumentale può facilmente scivolare nell'odio non controllabile". Gli fa eco il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, il quale si augura che "gli autori delle minacce alla sua famiglia siano messi in condizione di non nuocere". Solidarietà per Speranza anche dai ministri di Forza Italia Renato Brunetta e Mara Carfagna, per i quali "il dissenso e la diversità di vedute non possono mai sfociare in intimidazione e violenza". Sempre dal governo arriva la solidarietà del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e di tutto il M5s: per il responsabile della Farnesina le minacce a Speranza sono "inaccettabili e da condannare con fermezza". "Forza Roberto - aggiunge - non ci lasciamo intimidire, siamo al tuo fianco". Sempre dagli eletti pentastellati è giunta la nota dei componenti della commissione Sanità di Palazzo Madama e quella del deputato Francesco D'Uva, per il quale "dalla pandemia si esce tutti assieme, senza alimentare odio".


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