Governo, il ministro dello Sviluppo Giorgetti firma il decreto e segna l’inizio della corsa al bonus tv

Governo, il ministro dello Sviluppo Giorgetti firma il decreto e segna l’inizio della corsa al bonus tv

Governo, il ministro dello Sviluppo Giorgetti firma il decreto e segna l’inizio della corsa al bonus tv


Intanto dopo il fallimento della trattativa a Palazzo Madama tra i partiti della maggioranza sul disegno di legge Zan, adesso i riflettori sono puntati sulle future alleanze. Martedì prossimo si andrà alla 'conta' in aula, e si consulta il pallottoliere

E’ partita la corsa al bonus Tv: il ministro dello Sviluppo Giorgetti ha firmato il decreto che attiva la norma che consentirà di acquistare un nuovo apparecchio televisivo. A differenza del vecchio incentivo da 50 euro, riservato soltanto a chi ha un reddito inferiore a 20 mila euro, lo stanziamento previsto dal decreto Sostegni è a disposizione di tutti, senza limiti di reddito. I due incentivi sono cumulabili per chi ha ovviamente ha tutti i requisiti. E il bonus (da 100 euro) sarà disponibile fino al 31 dicembre 2022, salvo che il fondo da circa 250 milioni non si esaurisca prima. Per averlo, bisogna essere residenti in Italia, pagare regolarmente il canone Rai, e rottamare un vecchio televisore, cioè acquistato prima del dicembre 2018 e non compatibile con i nuovi standard di trasmissione. E sarà possibile fare richiesta di un solo bonus per nucleo familiare.


Il ddl Zan

Tutto quando dopo il fallimento della trattativa in Senato tra i partiti della maggioranza sul ddl Zan, ora i riflettori sono puntati sulle future alleanze. Martedì prossimo si andrà alla 'conta' in aula, e numeri alla mano, con la complicità dei voti segreti, è difficile che il testo passi senza modifiche. Il pallottoliere non mente: oltre ai 17 senatori di Italia viva, ieri anche il gruppo delle Autonomie, con la presidente Julia Unterberger, si è detto favorevole alla mediazione Ostellari, bollata come "irricevibile" da Pd, M5s e Leu. Per il via libera senza modifiche i 75 senatori M5s (ma a sentire fonti parlamentari di centrodestra, tra i pentastellati potrebbero però esserci defezioni), i 38 del Pd, i 6 di Leu, una decina dal gruppo Misto e qualche 'dissidente' di FI. Tra i contrari si possono già contare i 51 senatori di Forza Italia, i 20 di FdI, i 64 della Lega, i 7 di Idea, a cui andrebbero aggiunti altri voti dal Misto.



Il plauso di Bruxelles

Intanto l'economia italiana va meglio delle aspettative. Si è mostrata più resiliente del previsto e per questo le stime economiche dell'estate della Commissione europea hanno ritoccato al rialzo il Pil di quest'anno: +5% (nei dati di primavera era del 4,2%). Una cifra da "boom economico", l'ha definita il commissario europeo all'Economia, Paolo Gentiloni. Viene invece rivista leggermente al ribasso la stima per l'anno prossimo (4,2 invece del 4,4%) ma il dato è condizionato da un eccesso di prudenza che ha portato i tecnici di Bruxelles a non calcolare l'apporto che arriverà dalle riforme contenute nel Piano nazionale di ripresa e resilienza ma solo dagli investimenti. Secondo questi numeri, il Pil italiano dovrebbe tornare ai numeri pre-crisi nel corso del 2022 in leggero ritardo rispetto ad altri Paesi europei che ci riusciranno già quest'anno. "Non possiamo accontentarci di un rimbalzo che ci faccia tornare alla situazione precedente, dobbiamo utilizzare anche gli investimenti, le riforme del Pnrr reso possibile dai grandi finanziamenti europei, per avere una crescita stabile, duratura, sostenibile", ha precisato Gentiloni.


La vicenda Zaki

Infine, tre mesi dopo il Senato, anche la Camera approva la mozione per chiedere il conferimento della cittadinanza italiana a Patrick Zaki, lo studente dell'Università di Bologna, detenuto in Egitto da febbraio 2020 con l'accusa di attentato alla sicurezza nazionale. La vicenda del giovane attivista per i diritti umani ha mobilitato l'opinione pubblica internazionale. Ad approvare il testo alla Camera una maggioranza ampia ma non unanime, Fratelli d'Italia infatti si è astenuta "nella convinzione che un'ingerenza del Parlamento italiano non aiuterà la situazione". Con la deputata Wanda Ferro che ha sostenuto: "Non servono forzature politiche ma diplomazia". Mentre la Lega, pur votando a favore, ha sottolineato i suoi dubbi sul fatto che il documento possa essere "percepito come una ingerenza nella sovranità nazionale egiziana". Nello specifico la mozione impegna il Governo: "ad avviare tempestivamente le necessarie verifiche al fine di conferire a Patrick George Zaki la cittadinanza italiana; a continuare a monitorare, con la presenza in aula della rappresentanza diplomatica italiana al Cairo, lo svolgimento delle udienze processuali a carico di Zaki e le sue condizioni di detenzione". E poi a sostenere, "nei rapporti bilaterali con l'Egitto e in tutti i consessi europei ed internazionali, l'immediato rilascio di Patrick Zaki e di tutti i prigionieri di coscienza: difensori dei diritti umani, giornalisti, avvocati e attivisti politici finiti in carcere solo per aver esercitato in modo pacifico i loro diritti fondamentali".



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