Governo, il premier Draghi alla Cisl: "Siamo qui per fare quello che serve, non per stare fermi"

Governo, il premier Draghi alla Cisl: "Siamo qui per fare quello che serve, non per stare fermi"

Governo, il premier Draghi alla Cisl: "Siamo qui per fare quello che serve, non per stare fermi"


Numerosi gli applausi che hanno interrotto il suo intervento, dalla rivendicazione di un preciso ruolo dell'esecutivo, al riconoscimento del dialogo sociale. E il tributo più forte è arrivato quando è stato affrontato il capitolo delle morti sul lavoro

L'intervento del premier Mario Draghi ha scaldato il XIX Congresso Cisl. Salutato all'ingresso in sala da una standing ovation da parte dell'affollata platea sindacale il discorso del presidente del Consiglio ha toccato le corde della Cisl. Numerosi e calorosi gli applausi che hanno interrotto il suo intervento, dalla rivendicazione di un preciso ruolo del governo, "siamo qui per cambiare non per stare fermi', al riconoscimento del dialogo sociale, "abbiamo cercato e trovato il dialogo con sindacati'.


Il tributo

Ma il tributo più forte è arrivato quando Draghi ha affrontato il tragico capitolo delle morti sul lavoro, 1200 nel solo 2021, senza fare sconti al governo: "molto ancora resta da fare sulla sicurezza, tema di civiltà che qualifica la democrazia', ha detto sotto un diluvio di applausi. E ancora nel suo riferimento alla guerra in corso in Ucraina e sulla scelta "senza esitazione" compiuta dall'esecutivo condivisa totalmente dal sindacato o nel passaggio dedicato al ricordo di Ezio Tarantelli, l'economista della Cisl per il quale "l'utopia dei deboli è la paura dei forti'. E a suggellare l'intesa, il ritrovato feeling del sindacato con il premier la citazione, in conclusione, dello slogan sotto cui si svolge il congresso: "esserci per cambiare" accolto da nuovo lunghissimo applauso.


Ddl concorrenza

Intanto via libera della commissione Industria del Senato al ddl concorrenza dopo che il nodo balneari è stato in qualche modo rinviando ai decreti delegati che verranno varati dal governo e su cui già l'opposizione protesta parlando di una "delega in bianco". Lunedì il provvedimento approderà nell'Aula di Palazzo Madama. A sbloccare il dossier, dopo settimane di trattative interne alla maggioranza e un estenuante braccio di ferro tra i partiti del centrodestra e l'esecutivo, e solo in seguito al pressante richiamo del premier Mario Draghi, è stata trovata un'intesa su un emendamento che elimina dal testo i riferimenti alle modalità di calcolo degli indennizzi ai concessionari uscenti rinviando la palla ai decreti delegati che sarà compito del governo a varare. Inoltre è stato accantonato un altro tema che ha creato tensioni sin da subito, cioè le nuove procedure di nomina dei componenti delle Authority. La commissione Industria del Senato, cui il governo alla fine aveva rimesso la decisione sul tema, ha infatti approvato un emendamento soppressivo dell'articolo.


I balneari

Nel testo concordato dalla maggioranza viene confermata la proroga delle concessioni balneari a fine 2024 nel caso in cui emergano" ragioni oggettive che impediscano la conclusione della procedura selettiva entro il 31 dicembre 2023", come prescrive la recente sentenza del Consiglio di Stato, connesse "a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura" con un "atto motivato" e comunque "non oltre il 31 dicembre 2024".Per certificare l'andamento delle gare il Mims dovrà trasmettere al Parlamento entro il 30 giugno 2024 "una relazione concernente lo stato delle procedure selettive al 31 dicembre 2023, evidenziando in particolare l'esito delle procedure concluse e le ragioni che ne abbiano eventualmente impedito la conclusione".


Gli indennizzi

Per quanto riguarda gli indennizzi, il testo varato dalla commissione si limita a rimandare ai decreti attuativi la "definizione di criteri uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al concessionario uscente, posto a carico del concessionario subentrante". Dopo le forti proteste della Lega è stato stralciato dai criteri per la scelta del concessionario il requisito dell'esperienza maturata nella gestione di concessioni di altri beni pubblici diversi dalle spiagge. Questo, secondo il Carroccio, avrebbe favorito i grandi gruppi come le multiutility nelle gare per le spiagge. Nel testo finale viene estesa la normativa anche alle concessioni utilizzate per fini sportivi e non solo turistico-ricreative. In questo senso verrà data "adeguata considerazione in sede di affidamento della concessione dell'utilizzo del bene pubblico da parte di società o associazioni sportive". Ma il pacchetto delle modifiche non è stato chiuso del tutto, perché per accordi intercorsi tra le forze politiche e il governo, dodici articoli del provvedimento, tra i quali quello sui taxi ei trasporti pubblici locali, sono stati riservati all'esame della Camera dei deputati. Sarà quindi necessaria una terza lettura in Senato dove l'esecutivo conta di chiudere la partita entro metà luglio.


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