Governo, il premier Mario Draghi accelera e vuole anticipare il nuovo Dpcm con le misure anti-Covid

Governo, il premier Mario Draghi accelera e vuole anticipare il nuovo Dpcm con le misure anti-Covid

Governo, il premier Mario Draghi accelera e vuole anticipare il nuovo Dpcm con le misure anti-Covid


L’obbiettivo del presidente del Consiglio è definire con largo anticipo le nuove normative da inserire nel provvedimento che dovrà entrare in vigore il 6 marzo, dopo la scadenza del testo attuale

Prima l’incontro con il leader della Lega Salvini, poi il vertice, sempre a Palazzo Chigi, con i ministri interessati e il Comitato tecnico scientifico. L’obbiettivo del premier Mario Draghi è definire con largo anticipo le nuove misure anti-Covid e le nuove linee della campagna vaccinale da inserire nel provvedimento che dovrà entrare in vigore il 6 marzo, dopo la scadenza del Dpcm attuale. Senza escludere di poter decidere alcune misure prima di quella data. Domani il ministro della Salute Speranza svolgerà in Parlamento le sue comunicazioni, per una interlocuzione tra il governo e le Camere proprio sul decreto. E cresce il pressing per le riaperture, almeno dove si può. E’ la posizione espressa stamani da Salvini, e appoggiata anche dal ministro Patuanelli e dal Governatore dell’Emilia Bonaccini. Il Pd invece appare su una posizione più prudente, come del resto il ministro della Salute Speranza. Anche il nuovo governo difatti sembra diviso: da un lato Draghi, Speranza (cioè Leu) e il Pd sulla linea del rigore (sostenuta pure dal Cts), dall’altro lato Lega, Fi, 5S e Iv più aperturisti.

L’asse Bonaccini-Salvini


Non è il tempo delle divisioni. Ognuno, con le proprie idee, è chiamato a unire le forze pe contribuire alla ripartenza dell'Italia. Lega e Pd restano distinte e distanti ma se ora occorre marciare uniti per sostenere la 'mission' del governo Draghi, vaccini e aiuto alle categorie economiche penalizzate dalle restrizioni sono in cima alla 'collaborazione a tempo determinato'. È il messaggio che arriva da Stefano Bonaccini quando definisce "ragionevole" la proposta di Matteo Salvini sulla riapertura dei ristoranti anche a cena, nelle zone a minore rischio. Questo, ha detto il presidente emiliano-romagnolo, per "dare ossigeno" alle attività più colpite, senza rinunciare alla prudenza e alla tutela della salute magari aumentando i controlli”. "Non parlo a nome di Draghi, non mi permetto, ma sul ritorno alla vita, dove la situazione lo permetta, siamo sulla stessa linea", ribadisce lo stesso segretario leghista dopo aver incontrato il presidente del Consiglio a Palazzo Chigi. E Salvini non manca di dirsi "contento che sindaci e governator di tutti i colori politici convengano con me che se puoi pranzare in tranquillità e a distanza puoi anche cenare". Così "aperture" in sicurezza e "flessibilità" nelle misure anti-Covid diventano concetti comuni tra il pragmatico governatore Dem e il segretario leghista, che poco più di un anno fa si affrontarono senza sconti nella campagna elettorale in Emilia Romagna. Un cambio di rotta parallelo al sostegno dei rispettivi partiti al governo Draghi. Certo, a qualche stilettata Bonaccini non rinuncia ("l'imbarazzo non è nostro ma di chi girava con la maglietta 'No Euro' e oggi sostiene un governo guidato dalla personalità che ha salvato l'euro") ma la sostanza è un appello all'unità d'intenti: "Adesso dobbiamo aiutare il Paese e cercare di mettere da parte le divisioni. Verrà il tempo in cui la Lega e il Pd torneranno a dividersi. Ma oggi si deve insieme, ognuno con le proprie idee, fare di tutto perché l'Italia possa ripartire il prima possibile" E, secondo il presidente della Conferenza delle Regioni che ha espresso un giudizio positivo per i ministri della Lega a governo, si è partiti con il piede giusto. "Con il governo Draghi abbiamo già cominciato a lavorare insieme ed è quello che le Regioni chiedono". Dopo la riunione di domenica sera, la prossima tappa sarà un incontro sulle nuove misure. "Adesso credo cambierà qualcosa. Cioè, come si deve restringere dove ci sono problemi, si può pensare, dove le cose vanno meglio, di introdurre qualche elemento di flessibilità per alcune categorie", sono le aspettative di Bonaccini. In sintesi: chiusure dove è necessario, allentare i bulloni dove è possibile, ristori adeguati e rapidi e un cambio passo sui vaccini. "Il governo deve battere i pugni sul tavolo insieme all'Unione europea", ribadisce.

Il pericolo varianti

Fino ad ora le scelte del governo sono state improntate alla prudenza. Difatti la decisione di prorogare fino al 27 marzo il divieto di spostamento tra le Regioni, anche in fascia gialla, segue le indicazioni degli scienziati che hanno sottolineato la necessità di limitare la circolazione delle persone per arginare quella del virus. Per questo, nel primo decreto già in vigore poiché è arrivata la firma del Capo dello Stato Sergio Mattarella, si è deciso di vietare le visite a parenti e amici in quelle aree dove è scattato il lockdown dopo la scoperta dei contagi causati dalla varianti del Covid 19.

Gli spostamenti tra Regioni

Il divieto di spostamento tra le Regioni, anche gialle, è prorogato fino al 27 marzo. Sono però consentiti gli spostamenti per «comprovate esigenze» e dunque per motivi di lavoro, salute e urgenza. Per superare i confini regionali bisogna avere il modulo di autocertificazione e la documentazione necessaria a dimostrare che lo spostamento rientra nelle eccezioni consentite. Nelle norme è chiarito che «la veridicità delle autocertificazioni sarà oggetto di controlli successivi e la falsità di quanto dichiarato costituisce reato». Non ci sono limitazioni rispetto ai mezzi utilizzati: ci si può spostare in treno, in macchina o in aereo.
Motivi di lavoro - Si può uscire dalla propria regione per motivi di lavoro. Il governo ha chiarito che «la giustificazione del motivo di lavoro può essere comprovata anche esibendo adeguata documentazione fornita dal datore di lavoro (tesserini o simili) idonea a dimostrare la condizione dichiarata».
Motivi di salute - Per dimostrare l’esigenza legata alla salute è necessario allegare al modulo di autocertificazione la documentazione che prova la necessità di uscire fuori dalla propria regione.
Motivi di urgenza - Tra i motivi di urgenza c’è l’assistenza a persone non autosufficienti. Ma «la necessità di prestare assistenza non può giustificare lo spostamento di più di un parente adulto, eventualmente accompagnato dai minori o disabili che abitualmente egli già assiste».
Genitori separati - Sono consentiti gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni «presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé». Gli spostamenti «devono avvenire scegliendo il tragitto più breve e nel rispetto di tutte le prescrizioni di tipo sanitario, secondo le modalità previste dal giudice con i provvedimenti di separazione o divorzio» oppure, se si tratta di una separazione di fatto «secondo quanto concordato tra i genitori».

Le visite

Nelle zone rosse non è consentito «andare a trovare amici o parenti in un’abitazione diversa dalla propria». È questa la norma introdotta nel decreto sugli spostamenti approvato ieri dal consiglio dei ministri. La possibilità di visita è invece rimasta per chi vive nelle regioni che si trovano in fascia gialla e arancione, sempre rispettando però alcune regole.
Fascia gialla - In questo caso è consentita la visita a parenti e amici «una sola volta al giorno e in massimo due persone oltre ai figli minori di 14 anni». Si può andare dalle 5 alle 22 e sempre rimanendo all’interno della propria regione.
Fascia arancione - In questo caso è consentita la visita a parenti e amici «una sola volta al giorno e in massimo due persone oltre ai figli minori di 14 anni». Si può andare dalle 5 alle 22 e sempre rimanendo all’interno del proprio comune.
Piccoli Comuni -Per chi vive nelle regioni in fascia arancione in un Comune con meno di 5.000 abitanti le visite a parenti e amici sono consentite dalle 5 alle 22 «anche verso Comuni diversi, purché entro i 30 chilometri dai confini».
Tre in auto - I nuclei familiari possono viaggiare in auto insieme senza limitazioni. I non conviventi possono invece stare in auto massimo in tre (ad esempio due adulti e un minore di 14 anni) ma non occupando il sedile accanto al guidatore. I passeggeri devono stare sul sedile posteriore, distanziati e con la mascherina indossata.
Persone anziane - Nel caso di visita a persone anziane, o comunque fragili, gli scienziati suggeriscono di «indossare la mascherina all’interno dell’abitazione, mantenere il distanziamento soprattutto rispetto ai minori, areare la stanza per evitare la circolazione del virus». Precauzioni e cautela vengono raccomandati anche quando si pranza o si cena utilizzando le stesse regole adottate quando si va al ristorante, massimo 4 o 6 persone al tavolo.

Le seconde case

Resta sempre consentito andare nelle seconde case anche se si trovano in zona rossa. Ma sempre seguendo le regole già previste nelle Faq (risposte a domande frequenti) del governo.
Il nucleo familiare - Nella seconda casa può andare soltanto un nucleo familiare. La casa di destinazione non deve essere abitata da persone non appartenenti al nucleo familiare.
Zona gialla - Nelle seconde case che si trovano all’interno della propria regione in fascia gialla vale la regola delle visite a parenti e amici. E dunque si può andare in due persone, anche con i figli minori di 14 anni, pure se la casa è abitata. Ma in questo caso non ci si può fermare a dormire.
Proprietà o affitto - Può andare nelle seconde case soltanto il nucleo familiare della persona che dimostri di avere titolo ad abitarvi. Vuol dire che si deve dimostrare di averla acquistata o affittata prima del 14 gennaio 2021, data di entrata in vigore dell’ultimo Dpcm.
I titolari - Per dimostrare di avere titolo a recarsi nell’abitazione si può compilare l’autocertificazione ede eventualmente poi esibire la documentazione. In particolare il governo ha specificato che «il titolo, per ovvie esigenze antielusive, deve avere data certa come ad esempio la data di un atto stipulato dal notaio ovvero la data di registrazione di una scrittura privata anteriore al 14 gennaio 2021».
Affitti brevi -È escluso che per seconda casa si intenda dunque un’abitazione affittata per brevi periodi successivamente al 14 gennaio 2021.
Gli alberghi -Non è consentito uscire dalla propria regione per motivi di turismo e dunque è escluso che si possa soggiornare — anche per lunghi periodi — in alberghi o case in affitto o altre strutture ricettive. Non è con-sentito andare in gita fuori regione nemmeno se si rispetta l’orario del coprifuoco.


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