Guerra, Bankitalia taglia le stime del Prodotto interno lordo (+2,6%) e alza l’inflazione (6,2%)

Guerra, Bankitalia taglia le stime del Prodotto interno lordo (+2,6%) e alza l’inflazione (6,2%)

Guerra, Bankitalia taglia le stime del Prodotto interno lordo (+2,6%) e alza l’inflazione (6,2%)


E in caso di stop al gas russo le previsioni sono ancora più negative: crescita nulla e caro-vita all’8%. Il conflitto ucraino pesa in maniera fortemente negativa: rialzi nei prezzi delle materie prime, rallentamento del commercio, aumento dell'incertezza

La Banca d'Italia ha consistentemente rivisto il ribasso le previsioni di crescita economica nella Penisola e nella direzione opposta quelle sull'inflazione. Ora, nello "scenario di base", che esclude uno stop alle forniture di energia e gas dalla Russia, per quest'anno stima più 2,6% del Pil, cui dovrebbero seguire un più 1,6% nel 2023 e un più 1,8% nel 2024. Le cifre sono contenute nell'esercizio coordinato dell'Eurosistema delle banche centrali, con cui l'istituzione di Via Nazionale ha contribuito alle previsioni economiche della Bce sull'intera eurozona, pubblicate ieri.


Le stime

Le stime, precisa Bankitalia, si basano sulle informazioni disponibili al 18 maggio per le ipotesi tecniche e al 24 maggio per i dati congiunturali e non incorporano, quindi, i dati diffusi dall'Istat il 31 maggio, relativi al Pil nel primo trimestre del 2022, rivisto al rialzo di tre decimi di punto percentuale (allo 0,1 per cento). Nelle previsioni precedenti, che però risalivano a gennaio, Bankitalia prevedeva una crescita 2022 al 3,8%, sul 2023 un 2,5% e sul 2024 l'1,7%.


La 'base'

In questo "scenario di base", si assume che le tensioni associate alla guerra (che si ipotizza resti confinata ai territori attualmente coinvolti) si protraggano per tutto l'anno in corso, continuando a sostenere i prezzi delle materie prime, mantenendo elevata l'incertezza e rallentando il commercio internazionale. Si esclude, però, un'intensificazione delle ostilità tale da portare a una sospensione delle forniture di materie prime energetiche dalla Russia.


L’inflazione

Per l'inflazione ora sulla media di quest'anno si attende un 6,2%, cui dovrebbe seguire un calmieramento al 2,7% nel 2023 e al 2% nel 2024. Queste attese, invece, non incorporano i dati sull'inflazione di maggio (7,3 per cento in base alla stima preliminare). Nelle stime precedenti, che risalivano a gennaio, l'istituzione di via Nazionale prevedeva una inflazione 2022 al 3,5%, sul 2023 all'1,6% e sul 2024 l'1,7%.


Lo scenario

Poi c'è lo "scenario avverso", sulle ricadute da guerra in Ucraina e sanzioni contro la Russia, caratterizzato da un arresto delle forniture di energia da Mosca a partire dal trimestre estivo. Secondo Bankitalia il Pil dell'Italia segnerebbe una crescita "pressoché nulla" nel 2022, si ridurrebbe di oltre 1 punto percentuale nel 2023 e tornerebbe a crescere nel 2024. Peggiori anche le attese anche di inflazione: si avvicinerebbe all'8 per cento quest'anno "e rimarrebbe elevata anche nel 2023, al 5,5 per cento, per scendere decisamente solo nel 2024", si legge.

Il conflitto

"Il quadro macroeconomico è fortemente condizionato dall'evoluzione del conflitto in Ucraina, i cui sviluppi restano altamente incerti e possono determinare traiettorie molto differenti per l'economia italiana nei prossimi anni – dice Bankitalia -. Lo scenario di base descritto è fortemente dipendente dalle ipotesi sull'evoluzione del conflitto in Ucraina. Un'intensificazione delle ostilità avrebbe ripercussioni più pesanti di quelle incorporate nello scenario di base, in particolare nel caso in cui fossero interrotte completamente le forniture di input energetici dalla Russia. In uno scenario avverso caratterizzato da un arresto delle forniture a partire dal trimestre estivo, solo parzialmente compensato per il nostro Paese mediante altre fonti, si ipotizzano ricadute dirette da tale interruzione, in particolare per le attività manifatturiere a più elevata intensità energetica, ulteriori consistenti rialzi nei prezzi delle materie prime, un più deciso rallentamento del commercio estero, un più forte deterioramento dei climi di fiducia e un aumento dell'incertezza".


La disoccupazione

Tornando allo scenario di base, migliorano infine le previsioni di disoccupazione: all'8,6% sulla media di quest'anno, all'8,5% il prossimo e all'8,2% del 2024. Lo scorso gennaio Bankitalia prevedeva una disoccupazione 2022 al 9%, sul 2023 all'8,9% e sul 2024 all'8,7%. Migliorano, ma solo per il 2022, anche le attese sulla crescita dell'occupazione: 1,9% quest'anno, 0,5% sia nel 2023 che nel 2024. Sei mesi fa erano previsti 1,7% sul 2022 0,9% sul 2023 1% sul 2024.
 

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