I funerali del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli: l'addio a un uomo buono

I funerali del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli: l'addio a un uomo buono

I funerali del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli: l'addio a un uomo buono


Durante la messa le commoventi testimonianze della moglie Alessandra Vittorini e dei due figli Livia e Giulio

Un religioso silenzio preceduto dagli onori militari, così è stato accolto il feretro del Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma.

Tra le personalità presenti la Presidente della commissione europea Ursula Von Der Leyen, il Presidente del consiglio europeo Charles Michel, e il commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni. Poi il premier Mario Draghi, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il Presidente del Senato della Repubblica Maria Elisabetta Alberti Casellati, il premier spagnolo Pedro Sánchez. Hanno assistito ai funerali tramite i maxi schermi anche tante persone comuni. Persone arrivate dalla Sicilia, arrivate a Roma perché per loro Sassoli è stato un punto di riferimento. Tanti anche gli studenti che lo hanno conosciuto a Bruxelles presenti oggi a Roma così come gli scout, proprio perché anche David Sassoli ne ha fatto parte.

Siamo qui per dirti grazie e arrivederci, caro Davide. Ascolteremo la parola di Dio che abbiamo scelto per te. Sceglievi parole calibrate, rappresentavano chi non ha voce, appartenevano a una tradizione antica. Le tue parole hanno modellato il nostro Paese e l’Europa. Come ci hai insegnato condividiamo tutti lo stesso destino”, così ha cominciato la messa l’arcivescovo di Bologna Don Matteo Zuppi, amico fin dal Liceo di David Sassoli. “Spezzeremo il pane della vita, per l’ultima voltai insieme a te, il pane che ti ha dato la forza per camminare, che ti ha nutrito anche quando il tuo corpo ha iniziato a portare il segno del limite. Lo dicevi: lo spezzare il pane tra noi diminuisce la fame e la povertà. Ci hai sempre aiutato a fare un passo in più. Al termine delle esequie noi ti aspergeremo dell’acqua del tuo battesimo e incenseremo il tuo corpo, muore la carne ma il corpo appartiene a Dio. L’incenso è il segno della tua dignità e della tua vita che sale in cielo verso Dio. Il mondo ti ha salutato come gli antichi facevano con i re buoni. Oggi sei qui come sposo, padre, fratello e figlio. Nel dolore stiamo sperimentando l’abisso della tua assenza. Ci immergiamo, ora, in una liturgia antica, pregheremo per te e chiederemo al Signore che il seme della tua vita cresca come una pianta nella cultura dei popoli dell’Europa. Ci hai insegnato a vivere e anche a morire. Che la terra ti sia lieve”, ha concluso.
Durante l’omelia c’è stato anche l’intervento dell’arcivescovo Paul Richard Gallagher, che ha letto un messaggio del Santo Padre in cui è stato espresso cordoglio.

L'OMELIA DI DON MATTEO ZUPPI

Abbiamo ascoltato tante parole questi giorni, in questo saluto inaspettato. La parola di Dio raccoglie tutte le nostre parole, non le cancella anzi le fa sue, ma le illumina e le spiega a noi stessi riempiendole di senso e di eternità”, ha detto Don Matteo Zuppi nell'omelia. “Ci stringiamo ad Alessandra che con Davide ha camminato mano nella mano dai banchi di scuola, a Livia e Giulio, e ai tanti che lo consideravano uno di noi. David era un credente sereno, fiducioso nell’amore di Dio. Ha sempre unito fede personale e impegno nella storia, iniziando dagli ultimi”, ha continuato.
Era un giornalista di qualità e il suo volto sereno ha accompagnato tanto il TG nazionale porgendo notizie con rispetto e credibilità. Visto l’affetto di questi giorni per David, capisco con maggiore chiarezza che la gioia viene da quello che si dona agli altri e che poi, solo dopo averla donata, si riceve sempre. La gioia è nell’essere e non nell’avere. Tutti portiamo nel cuore il suo sorriso. Qualcuno ha detto che non ha mai visto nessuno arrabbiato con David”, ha aggiunto l’arcivescovo di Bologna. “Ringraziamo il Signore per David, che ha accolto la sua malattia con dignità senza farla pesare, spendendosi fino alla fine, invitando tutti a guardare lontano, vivendo con i suoi ideali e con l’amore che tanto lo ha circondato e ha accompagnato. Voleva l’Europa unita, che ha amato perché figlio della generazione che aveva visto la guerra. Lui, figlio della resistenza”, ha detto Don Matteo Zuppi. “Oggi è il suo Natale. Abbiamo visto nuovi muri eretti contro persone, ma abbiamo il dovere delle istituzioni di proteggere i più deboli. Il Natale è la speranza e la speranza siamo noi. Grazie, uomo di speranze per tutti. Gesù ti abbracci, nella sua grande misericordia. Buona strada”, ha concluso l’arcivescovo Zuppi.

IL RICORDO DEGLI AMICI E DEI COLLEGHI

David, cosa hai combinato? Potessi vederlo non ci crederesti. L’elogio della gentilezza, della generosità, dei buoni modi, del rispetto degli altri. Pare che tu le abbia avute tutte, le virtù. Pensavamo avessi sbagliato epoca e che con le tue virtù non si andasse tanto lontano, in politica poi, invece. Oggi siamo tutti qui a parlare di te, sono bastati solo tre giorni e le parole hanno cambiato verso. Hai sfondato muri di gomma con la tenacia della tua gentilezza, con l’ostentazione del rispetto che avevi per gli altri, con la fermezza dell’educazione. Arrivavi trafelato allo studio del TG 1 pochissimi secondi prima delle 20, sempre di corsa. A casa il tuo buonasera suonava più come uno ‘scusate se disturbo, so che state cenando’ e le persone da casa ti dicevano di accomodarti. Ha aperto il Parlamento europeo alle donne, a chi ha avuto fame. A noi lasci una caparbia lezione di ottimismo”, ha detto commossa la giornalista Rai Elisa Anzaldo.

Zio, se alziamo lo sguardo ti vediamo in fondo alla chiesa, davanti alle porte pronto per andare. Con i tuoi occhi azzurri come il cielo, con il tuo sorriso da furbetto. Ci guardi e ci dici di aver giudizio", queste le parole dei figli di Massimo De Strobel, da sempre legati a Sassoli.

DAVID SASSOLI OMAGGIATO DALLA FAMIGLIA

“La tua spontaneità e il tuo modo di fare sono sempre stati autentici. Quando trovavi qualcuno, oltre a buongiorno e buonasera esclamavi evviva, come se solo l’incontrarsi fosse già una vittoria. Ci lasci tante cose. Una bellissima famiglia allargata, fatta di cugini che sono fratelli, di zii che sono come genitori, ma anche di collaboratori diventati come figli e fratelli. Avversari, colleghi e colleghi amici. Sono tre le parole che mi girano nella testa: dignità, di chi non ha mai fatto passare la malattia a nessuno. ‘Si, ma io ho da fare’, continuavi a ripetere in ospedale, lavorare era il tuo unico modo per continuare a combattere. Passione, per il lavoro, per le tue sfide. Ci insegni che avere passione vuol dire coltivare le piccole cose. La passione per le persone e per le sue storie. Un uomo ambizioso ma che non ha mai ceduto ad egoismi. Un uomo disinvolto dagli occhi vispi ma che arrossiva ai complimenti, che ci insegna che la fama ha senso solo se si riesce a fare cose utili. Amore, la parola che nelle ultime ore hai ripetuto più spesso con i tuoi ultimi sospiri. La pronunciavi e la ripetevi da sola, la parola amore. Fino alla fine non hai ceduto allo sconforto e fino alla fine ci hai parlato di speranza. Allora cercheremo di proseguire con idee forti e con modi gentili. Buona strada papà e mi raccomando, giudizio”, queste le parole del figlio Giulio.

Anche la figlia Livia ha voluto omaggiarlo. “Abbiamo ascoltato il silenzio del pianeta in questo anno, abbiamo avuto paura ma abbiamo reagito. Nessuno è al sicuro da solo. Abbiamo lottato accanto a chi chiede più democrazia, più libertà, accanto alle donne che chiedono diritti. Abbiamo realizzato che la disuguaglianza non è più né tollerabile né accettabile, che vivere nella precarietà non è umano, che la povertà non va nascosta ma va combattuta e sconfitta. La nostra sfida è quella di un mondo nuovo che rispetta le persone, la natura e crede in una nuova economia. Auguri a noi e auguri alla nostra speranza. Grazie papà, buona strada”, ha detto.

Infine il discorso della moglie Alessandra Vittorini. “Ci siamo cercati e trovati sui banchi di scuola, camminando insieme fino ad oggi. Il nostro stare insieme ha fatto i conti con l’altro e l’altrove dove avevi deciso di spendere le tue energie. Ti abbiamo condiviso sempre con altri, tra famiglia, lavoro, politica, passioni, altri luoghi e altri impegni in cui hai costruito con tenacia il tuo modo di essere, i tuoi valori. Noi siamo stati il tuo punto fermo, ma dividerti e condividerti con altri ha prodotto quella cosa immensa cui stiamo assistendo in queste ore. Ho avuto una vita bella, decisamente molto bella, anche se un bel po’ complicata e finirla a 65 anni è davvero troppo presto, questo mi dicevi solo due settimane fa, quando avevi capito già tutto, mentre noi giocavamo a nasconderci dalla realtà, sperando l’impossibile. Per le tante cose che dovevamo ancora dirci, per disegnare il futuro che immaginavamo ancora per noi e per i nostri ragazzi, ce le diremo ancora, disegneremo i progetti e immagineremo il futuro. Distanti, ma insieme più di prima, cammineremo certi della tua presenza che ci accompagnerà ancora ma in un altro modo, più denso e profondo .Perché ciò che si condivide torna sempre indietro, più forte e più vero, perché il vuoto prodotto da una perdita puoi trasformarsi in un pieno di passione, di valori e di amore, perché l’amore non si divide, si moltiplica. Perché sarà durissima, ma in questi anni ci hai dimostrato che niente è impossibile”.


Sono stati tanti i momenti toccanti durante la celebrazione del funerale di David Sassoli. Dallo scambio del segno di pace, per gli altri avvenuto a distanza, ma per i famigliari raccolto in un abbraccio stretto, alle parole dei tanti che hanno voluto ricordare un uomo che in punta di piedi è entrato nelle vite di tutti e, con altrettanta compostezza, ha dovuto accettare la fine della propria.



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