Il Milan è campione d'Italia, niente ribaltone Inter, i rossoneri festeggiano dopo undici anni di attesa

Il Milan è campione d'Italia, niente ribaltone Inter, i rossoneri festeggiano dopo undici anni di attesa

Il Milan è campione d'Italia, niente ribaltone Inter, i rossoneri festeggiano dopo undici anni di attesa


Nell'ultima giornata di campionato, il Milan si è confermato in testa vincendo 3-0 contro il Sassuolo; inutile il successo dell'Inter, 3-0 alla Sampdoria. Piazza del Duomo si è colorata di rossonero

L'ULTIMO ATTO

Il Milan è campione d'Italia per la diciannovesima volta nella storia. Lo scudetto resta a Milano, ma ora a godere è la sponda rossonera. Oggi mancava l'ultimo passo e la squadra di Pioli lo ha compiuto con decisione e freddezza. A Reggio Emilia grande approccio contro il Sassuolo e pratica archiviata in poco più di mezzora. Il Milan ha dominato e vinto senza difficoltà, l'opposizione del Sassuolo non è stata delle più convinte, ma nulla oggi avrebbe potuto fermare i rossoneri lanciati verso il titolo. Giroud ha segnato la doppietta che ha aperto il varco verso il tricolore, il partente Kessie ha fatto partire i titoli di coda. Il secondo tempo è stata una lunga attesa della festa. Scattata alle 19.56.
All'Inter, per ammissione dell'ad Marotta, sarebbe servito un miracolo ( del Sassuolo ). Ma san Siro ha ben presto capito che non ci sarebbe stato alcun ribaltone. Le notizie da Reggio Emilia hanno via via sgonfiato il Meazza nerazzurro. La squadra di Inzaghi ha comunque fatto la partita contro la Sampdoria: nel primo tempo ha sprecato alcune buone occasioni, a inizio ripresa  nel giro di sei minuti il gol di Perisic ha sbloccato e la doppietta di Correa ha chiuso la partita. All'ultimo atto l'Inter ha fatto il suo dovere, ma era tardi. Il campionato è stato buttato via in precedenza. 

VINCITORI

La copertina è per Stefano Pioli. Un paio d’anni fa gli avevano già dato il benservito per accogliere il “filosofo” Rangnick. Lui ha resistito con il culto del lavoro, ha sventato la rivoluzione, è cresciuto lui e ha fatto crescere la squadra. Fino al miracolo di questa stagione. Il Milan non è la squadra tecnicamente più forte del campionato, ma ha saputo andare al di là dei propri limiti, ha superato le difficoltà e non ha sbagliato nei momenti cruciali. Grande merito va all’allenatore. Poi, ovviamente, anche i giocatori hanno avuto un ruolo importante. Leao è talento puro, gli manca un po’ di continuità, ma è uno dei pochi in serie A in grado di spaccare le partite. Anche Theo Hernandez ha portato punti da solo. Il quarantenne Ibrahimovic ha portato la sua esperienza e la sua carica soprattutto fuori dal campo. Giroud ha vissuto di luci e ombre, ha segnato poco, ma sono suoi diversi gol pesanti ( per esempio all’Inter e al Napoli). A centrocampo la stagione di Tonali è stata un crescendo, culminato nel gol all’ultimo secondo della partita contro la Lazio: quello è stato probabilmente il momento chiave del campionato; poi Tonali si è ripetuto con la doppietta a Verona, non più fatale. In difesa Tomori e Kalulu sono riusciti a non far rimpiangere l’infortunato Kjaer; e in porta Maignan è stato più bravo di Donnarumma. Come capita spesso, un pizzico di fortuna ha aiutato gli audaci: gli episodi nel finale di stagione hanno sorriso ai rossoneri.


I VINTI

Per chi è arrivato dietro al Milan, questo è il momento dei rimpianti. Inter e Napoli disponevano di un organico migliore. Ma hanno sprecato troppe occasioni e sono mancate nei momenti chiave. Simone Inzaghi si dice comunque soddisfatto per la conquista della Supercoppa e della Coppa Italia, ma questi trofei hanno il retrogusto del premio di consolazione. E’ vero che le partenze di Lukaku e Hakimi hanno indebolito l’organico, ma i nerazzurri avrebbero potuto e dovuto imporsi in questo campionato minore, a lungo senza un padrone, con le contendenti che hanno tenuto un ritmo basso. Nonostante il rallentamento di febbraio-marzo ( sette punti in sette partite), l’Inter è rimasta in corsa, ma è mancata in momenti chiave: si pensi al derby di ritorno o al recupero di Bologna. Potevano essere sei punti, sono stati zero e ora questa differenza pesa parecchio. La fotografia dei rimpianti è la clamorosa papera del portiere di riserva Radu al Dall’Ara. Il Napoli ha vissuto di alti e bassi: grande avvio, calo invernale, ripresa. Poi in primavera i partenopei avevano dato l’impressione di poter approfittare della lotta tra Milan e Inter. Ma quando la temperatura della competizione si è alzata, la squadra di Spalletti si è sciolta e ha sbagliato tutto. Detto che in campo ci vanno i giocatori, forse l’allenatore ha calibrato male motivazioni e pressioni. E infatti, quando il sogno scudetto era svanito, il Napoli ha ripreso a vincere.



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