Il ministro del lavoro Andrea Orlando a RTL 102.5: “In Italia due giovani su tre sono precari, non possiamo mantenere una generazione in condizione di precarietà"

Il ministro del lavoro Andrea Orlando a RTL 102.5: “In Italia due giovani su tre sono precari, non possiamo mantenere una generazione in condizione di precarietà"

Il ministro del lavoro Andrea Orlando a RTL 102.5: “In Italia due giovani su tre sono precari, non possiamo mantenere una generazione in condizione di precarietà"


Il ministro del lavoro Andrea Orlando è stato ospite questa mattina a RTL 102.5 durante “Non Stop News” con Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro

Il ministro del lavoro Andrea Orlando è stato ospite questa mattina a RTL 102.5 durante “Non Stop News” e ha parlato dell’impatto del conflitto in Ucraina sul lavoro e sulle politiche per l’impiego, dei contratti di lavoro precari, dei lavoratori che non si trovano durante la stagione estiva e del salario minimo e delle differenze con l’Europa.

L’IMPATTO DEL CONFLITTO IN UCRAINA SUL LAVORO E SULLE POLITICHE PER L’IMPIEGO

Qui si riuniscono tra le prime sette potenze che condividono valori e obiettivi comuni anche in questa vicenda che ha colpito l’Europa. L’obiettivo comune è contenere l’impatto soprattutto sul mercato del lavoro di questo shock che ha determinato la guerra e che in parte si era già iniziato a produrre con l’aumento del costo dell’energia”, ha detto il ministro. “Le soluzioni saranno individuate progressivamente. Ci sono alcuni principi che devono essere condivisi e che sono già al centro del documento su cui si sta lavorando. Questi pongono come obiettivo il contenimento delle disuguaglianze: evitare che questi shock si ripercuotano sulle fasce più deboli della popolazione, ma anche governare insieme i diversi Paesi coinvolti. Il tema che ha un’altra rilevanza è quello dell’aumento dei costi e della carenza delle materie prime. Tutto questo è stato al centro dei primi confronti e sarà al centro della giornata di oggi. Avere un comune orientamento tra sette economie di così grande rilevanza non risolve i problemi ma aiuta a inquadrarli e a dare una risposta più forte”.

IN ITALIA DUE GIOVANI SU TRE HANNO CONTRATTI DI LAVORO PRECARI: VERSO COSA STA ANDANDO IL MONDO DEL LAVORO?

Io credo che il mondo del lavoro stia andando verso una stagione nella quale sarà sempre più importante investire sulle competenze e saperle adeguare, saper rinnovare il bagaglio acquisito a scuola o attraverso la formazione professionale. Questo si coniuga sempre meno a un mercato del lavoro così frammentato. Credo ci sia l’esigenza di un confronto tra le parti sociali e le forze politiche della maggioranza per ridurre questo livello di precarietà”, ha spiegato il ministro del lavoro. “Qualche passo è stato fatto ma credo si debba fare molto di più, perché non possiamo mantenere una generazione in una condizione di precarietà permanente. Circa 30 anni fa si è cominciato a dire che la flessibilità era una condizione che doveva accompagnare l’ingresso al mondo del lavoro, ma sarebbe stata superata da una progressiva stabilizzazione: per qualcuno è avvenuto, per molti invece no, per molti la precarietà è rimasta una condizione che li ha accompagnati in un’età più matura. Questo non è giusto, né funzionale a un modello di competizione del Paese che è basato sulla qualità e sulla valorizzazione del lavoro e delle capacità. Oggi abbiamo molte risorse da investire su questo fronte. Il PNRR prevede miliardi di formazioni e di politiche attive sul lavoro. Questo richiede un salto di qualità nelle regole”.

STAGIONE ESTIVA E LAVORATORI CHE NON SI TROVANO

Sicuramente esiste un tema di politiche attive. Abbiamo cercato di avviare in alcuni ambiti dei percorsi accelerati di formazione. Recentemente abbiamo firmato un accordo con l’associazione dei costruttori edili per quanto riguarda l’edilizia per far sì che molti rifugiati possano trovare una via in quel settore”, ha risposto Orlando. “Oggi stiamo misurando due fenomeni contemporaneamente: da un lato una crisi demografica, alcune fasce anagrafiche iniziano ad assottigliarsi, dall’altro un’emigrazione che vede molti giovani anche dal nostro Paese partire per andare via. La risposta è: politiche attive e formazione. C’è un tema anche di quanto si dà. Subiamo la competizione di altri Paesi che negli stessi settori sono in grado di offrire posti di lavoro maggiormente remunerati”.
Subiamo anche le conseguenze del reddito di cittadinanza e sussidi che hanno peggiorato questa situazione? “Stanno entrando in vigore delle norme che consentiranno di fare due chiamate, due offerte di lavoro. Nel caso di mancata risposta ci sarà, infine, una perdita del reddito di cittadinanza. In questi giorni partono le piattaforme che consentono questo tipo di verifica. Io mi sentirei di dire che l’impatto se c’è è abbastanza contenuto”, ha detto Orlando. “La retribuzione media di un percettore è di cinquecento euro, un quarto dei percettori sono bambini, due terzi dei percettori non sono occupabili e due terzi di quelli che sono occupabili sono al sud, cioè in regioni in cui il tasso di disoccupazione resta alto. Se c’è un impatto non mi sentirei di dire che rispetto ai numeri che vediamo sia quello determinante”.

SALARI E DIFFERENZE CON L’EUROPA, SALARIO MINIMO: È REALIZZABILE?

Per fare un salario minimo strutturale ci vogliono un insieme di norme, un accordo di carattere generale tra le forze politiche e le forze sociali. Credo sia necessaria. Ho avanzato una posposta: utilizzare come salario di riferimento, come salario minimo, il quantum definito dai contratti comparativamente maggiormente rappresentativi all’interno dei diversi settori, cioè dei contratti che disciplinano il lavoro della maggior parte dei lavoratori di quel settore”, ha spiegato il ministro. “Questo è un intervento transitorio che potrebbe consentire di alzare i salari più bassi e di evitare di avere quote di lavoro povero molto grandi. Abbiamo oltre il 13% di lavoratori che lavorano e non riescono a raggiungere una soglia che li porti fuori dalla povertà. Quando parliamo di reddito di cittadinanza, scordiamo di dire che un 20% di percettori del reddito lavora ma, nonostante ciò, resta al di sotto della soglia”.
Una somma di riferimento del salario minimo? “Una cifra unica non esiste. Terrebbe conto della cifra definita dai contratti in ogni singolo settore", ha detto il ministro. "L’effetto importante è che tutti quelli che oggi non sono coperti da un contratto o ne hanno di pirata, vedrebbero aumentare il loro stipendio come primo passo verso un salario migliore”.



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