Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi a RTL 102.5: "Draghi spinga per tetto europeo al prezzo del gas"

Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi a RTL 102.5: "Draghi spinga per tetto europeo al prezzo del gas"

Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi a RTL 102.5: "Draghi spinga per tetto europeo al prezzo del gas"


Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, questa mattina è stato ospite in Non Stop News condotto da Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, questa mattina è stato ospite in Non Stop News e ha parlato della guerra in Ucraina e delle aziende italiane, del gas, di Confindustria in Ucraina e delle sanzioni contro la Russia e delle ripercussioni in Italia.

LA GUERRA IN UCRAINA E LE AZIENDE ITALIANE

C’è molta preoccupazione innanzitutto per la situazione di chi sta vivendo questa tragica situazione. Dal punto di vista economico l’Italia stava già rallentando, un rallentamento che sottolineiamo da mesi”, ha detto Bonomi. “Tutto ciò che sta accadendo sta incidendo in maniera molto forte su quelle che sono le prospettive di crescita di quest’anno”.

GAS: PUTIN E IL PAGAMENTO IN RUBLI

Non mi preoccupa questa mossa di Putin, è una mossa che era prevista con il blocco dell’utilizzo delle valute estere”, ha risposto Carlo Bonomi. “Per poter sostenere il rublo era una delle mosse previste. I contratti internazionali della fornitura del gas sono ben chiari: la valuta da utilizzare è il dollaro. Ovviamente è uno dei bracci di ferro che si stanno facendo tra chi pone sanzioni e chi cerca di sostenere la sua economia che viene messa alla prova”.
Che cosa si aspetta il presidente di Confindustria dal governo in merito a questo argomento? “Il governo è intervenuto con provvedimenti congiunturali che erano attesi dalle imprese e dalle famiglie, allo stesso tempo avevamo chiesto degli interventi coraggiosi e strutturali, cosa che purtroppo nei decreti è venuta a mancare. Ho ringraziato il governatore Visco perché è stato chiaro nell’esprimere quello che è mesi che sosteniamo”, ha detto il presidente di Confindustria. “Mi aspetto prima che Draghi cerchi di far passare la posizione che abbiamo necessità di un tetto al prezzo del gas per evitare quelle speculazioni che sono state fatte e che hanno portato il costo dell’energia a livelli folli. La Russia non ha smesso di inviare gas, noi non abbiamo aumentato il consumo e i contratti di fornitura sono pluriennali con dei prezzi stabiliti. C’è in corso una speculazione fortissima”.

È PLAUSIBILE CHE L’ITALIA ESCA DAI BINARI EUROPEI PER LE NUOVE MISURE?

No, l’Italia deve portare una posizione molto forte in Europa. Capisco che i tedeschi vogliono tenere una posizione più morbida perché sono più dipendenti da noi di gas e carbone russo, ma dobbiamo giocare tutti nello stesso campo. L’impresa italiana non può essere sempre quella più penalizzata”, ha detto Bonomi. “Ad esempio, abbiamo deciso le sanzioni poi vediamo che le imprese francesi nicchiano nella chiusura delle loro attività in Russia, la Turchia apre i porti, Israele si dice disponibile a ricevere gli investimenti, gli inglesi sono molto timidi nelle sanzioni, così non funziona. O tutti giochiamo la stessa partita, e allora siamo tutti disposti a sostenere i sacrifici, altrimenti non capisco perché le 447 imprese italiane che operano in Russia debbano pagarne le conseguenze, quando gli altri non rispettano le regole del gioco che ci siamo dati in Europa”.

LE AZIENDE CHE STANNO AVENDO DIFFICOLTÀ E QUELLE CHE TRAGGONO BENEFICIO DA QUESTA SITUAZIONE?

Le imprese che stanno avendo più difficoltà evidentemente sono le imprese energivore, che hanno visto aumentare una bolletta energetica da otto miliardi nel 2019 a stimati cinquantuno miliardi di quest’anno. Non ci sono interventi e ristori che possono compensare questi 43 miliardi aggiuntivi che rappresentano quasi due manovre finanziarie. Non è quella la strada dei ristori, né la strada dei trenta centesimi di accise per trenta giorni. Noi paghiamo ancora oggi la crisi di Suez del ’56, la ricostruzione del Vajont del ’63, l’alluvione di Firenze del ’66: o queste cose le abbiamo fatte e quindi è inutile che continuiamo a pagarle, o se le stiamo ancora pagando e non le abbiamo completate, molto probabilmente stiamo buttando via i soldi”, ha risposto il presidente di Confindustria. “Bisogna fare degli interventi strutturali e coraggiosi, sbloccare i quattrocento impianti di energia rinnovabili fermi per una folle burocrazia italiana. Sulla parte di imprese che possono trovare più possibilità di sviluppo, credo che la manifattura italiana abbia sviluppato di essere molto forte. Dal lockdown in poi non ha perso quote di mercato come i nostri competitor, perché abbiamo una capacità di fare bene, di fare bello e se ci mettono nelle condizioni di lavorare, tutte le imprese italiane possono fare bene”.

UNA STIMA DEI DANNI DELLA GUERRA IN UCRAINA ALLE IMPRESE ITALIANE

Per le imprese che hanno sede in Italia e che operano con i mercati oggetto di guerra, l’import ed export in termini assoluti non è un valore significativo, perché parliamo del circa 2% delle nostre esportazioni e dell’1,5% di importazioni. Il problema è che è molto concentrato in alcuni settori. Sulle esportazioni per la Russia, ad esempio, parliamo di moda, scarpe, arredo, alimentare”, ha detto Bonomi. “Per quanto riguarda le importazioni, l’Ucraina è il primo fornitore mondiale di argilla, tutto il nostro comparto della ceramica è in carenza di materie prime. È una situazione che sta creando molti problemi. Per le aziende che operano in Ucraina oggi la stima è impossibile, dovremmo fare un punto della situazione dopo che auspicabilmente la situazione si sia risolta”.

CONFINDUSTRIA IN UCRAINA

Siamo in contatto con i nostri colleghi italiani che operano in Ucraina e la situazione è drammatica, non dal punto di vista economico che affronteremo, ma dal punto di vista umano. Sono in carenza di acqua, di cibo per i bambini, i porti sono completamente chiusi, per via aerea non si può spedire nulla, le ferrovie lavorano in modo ridotto, perciò hanno bisogno di importare tutto via camion. La stima è di circa mille camion al giorno che devono passare la frontiera per portare i beni di prima necessità”, ha detto Bonomi. “Noi di Confindustria ci siamo concentrati prima a portare fuori i nostri connazionali. Pochi sanno che la logistica per permettere l’operazione che ha visto uscire oltre cento nostri concittadini da Kiev è stata fornita da Confindustria, in dodici ore abbiamo messo a disposizione due pullman che hanno portato a casa i nostri connazionali e le loro famiglie. Stiamo organizzando oggi una serie di donazioni per portare beni di prima necessità, senza contare tutte le singole iniziative fatte dalle imprese”.

LE SANZIONI NEI CONFRONTI DELLA RUSSIA E LE RIPERCUSSIONI SULL’ITALIA

L’unica sanzione che potrebbe funzionare con Putin è fargli aprire una partita iva in Italia, se mi concede una battuta. È ovvio che le sanzioni sono sempre un’arma a doppio taglio, però in questo noi siamo totalmente allineati con la posizione del presidente del Consiglio”, ha risposto Carlo Bonomi. “In questo momento dobbiamo prendere delle decisioni e mantenere la barra dritta sulle sanzioni che vengono prese perché auspichiamo che questa sia la strada che ci consenta di arrivare a una soluzione diplomatica. È ovvio che le sanzioni incidono e creano dei problemi, però se il governo fa le scelte coraggiose e strutturali che devono essere fatte e le imprese decidono di soffrire oggi per garantire un futuro domani, questa è la strada del Paese”, ha raccontato Carlo Bonomi. “Non vorrei che passata la guerra ci si dimentichi dei problemi strutturali del Paese e che non si intervenga più. La colpa è della politica che ha fatto delle scelte di breve periodo, non guardando quelli che erano gli interessi del Paese. Abbiamo deciso di spingere sulle rinnovabili, ma non è possibile che per ottenere un’autorizzazione passano dodici anni. Sul nucleare abbiamo fatto una scelta sulle tecnologie di trentaquattro anni fa, oggi ci dicono che le tecnologie sono cambiate e credo che si possa affrontare la discussione nel merito. Se queste tecnologie ci permettono di avere sicurezza allora dobbiamo fare una scelta su quella strada. Ricordiamo che su 27 Paesi dell’Unione Europea, 14 hanno centrali nucleari, il secondo Paese al mondo per centrali nucleari è la Francia. Forse è meglio usare tecnologie sicure se proprio dobbiamo farlo”.

LE PREVISIONI DELL’ECONOMIA IN ITALIA NEL BREVE PERIODO

Il trend è di rallentamento, che è iniziato prima della guerra”, ha detto Bonomi. “La guerra ha accentuato questa frenata, noi abbiamo un bivio: se saremo in grado e avremo la forza e il coraggio di fare le scelte che sono necessarie per sostenere la crescita del Paese io sono ottimista perché abbiamo dimostrato che come Paese non abbiamo nulla da farci insegnare, se però faremo scelte di piccolo cabotaggio siamo destinati a una frenata brusca, dolorosa e che farà molto male”.

IL COINVOLGIMENTO CHE CONFINDUSTRIA RICEVE DAL GOVERNO DRAGHI

Il rapporto con il governo è ottimo. Abbiamo una buonissima interlocuzione con il presidente del Consiglio. Bisogna mettere Draghi nella condizione di fare Draghi”, ha raccontato Carlo Bonomi. "L’ultima legge finanziaria, ad esempio, dove i partiti hanno utilizzato i miliardi che c’erano a disposizione non per sostenere la crescita ma per rifinanziare il reddito di cittadinanza, hanno deciso di utilizzare otto miliardi per una riduzione IRPEF generalizzata che non è andata a favore delle fasce più deboli, hanno utilizzato i soldi per prepensionare chi un lavoro già lo aveva invece di lavorare su giovani, donne, che sono le categorie che più soffrono nelle crisi. Dobbiamo mettere in condizione il presidente del Consiglio di esprimersi al massimo, è riconosciuto come uno degli uomini più capaci dal punto di vista economico al mondo, ma i partiti non devono fare la battaglia delle bandierine”.



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