Inchiesta sui conti della Juventus, Paulo Dybala sentito in Procura come persona informata sui fatti

Inchiesta sui conti della Juventus, Paulo Dybala sentito in  Procura come persona informata sui fatti

Inchiesta sui conti della Juventus, Paulo Dybala sentito in Procura come persona informata sui fatti


La procura di Torino sta cercando di fare luce su presunte irregolarità nei conti della Juventus, sotto la lente d'ingrandimento gli stipendi dei calciatori. Paulo Dybala è stato sentito in Procura come persona informata sui fatti

IN PROCURA ANZICHE' IN CAMPO

Oggi alle 15.00 Paulo Dybala avrebbe dovuto presentarsi alla Continassa per il suo primo allenamento dopo l’ufficializzazione dell’addio ai bianconeri alla fine di questa stagione. Ma i programmi sono cambiati, per l’attaccante argentino è sopravvenuto un impegno emotivamente ancora più complicato. La Joya è stato infatti convocato in Procura a Torino per essere sentito dagli inquirenti che stanno facendo luce su presunte irregolarità nei conti della Juventus, che è sotto indagine per falso in bilancio. Dybala non è indagato, ma è stato interrogato come persona informata sui fatti. Questa mattina si era diffusa la notizia che sarebbero stati ascoltati diversi giocatori, e Paulo è stato il primo ad essere ascoltato dai titolari dell'inchiesta 'Prisma', i pm Ciro Sartoriello, Mario Bendoni e Marco Gianoglio.


FARO SUL PAGAMENTO DEI GIOCATORI

Lo scorso mese di novembre erano stati iscritti nel registro il presidente della Juventus Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved e altre cinque persone tra dirigenti ed ex dirigenti; le indagini riguardano questioni legate alle plusvalenze sulla compravendita dei calciatori. I magistrati ieri hanno avviato un nuovo fronte di accertamenti sugli studenti dei calciatori, che ha portato la Guardia di Finanza ad effettuare perquisizioni a Torino, Milano e Roma. Nel mirino degli inquirenti, in particolare, l'accordo sulla riduzione degli stipendi che i giocatori della Juventus hanno raggiunto con la società bianconera nel marzo 2020, nel pieno della prima ondata della pandemia. Secondo l’accusa la Juventus avrebbe concordato la riduzione di quattro mensilità e contestualmente anche l’integrazione negli stipendi degli anni successivi, senza però inserirlo correttamente nel bilancio. Secondo i magistrati sarebbe un altro elemento che proverebbe le accuse di falso in bilancio su cui stanno indagando, oltre alle plusvalenze fittizie che hanno dato il via all’inchiesta. La società bianconera è sospettata anche di aver insabbiato qualche documento compromettente, portato lontano dalla sede.


L'INCHIESTA VA AVANTI

I magistrati vogliono vederci chiaro sugli accordi intercorsi con la società, in particolare sui tempi; i calciatori ma soprattutto i procuratori (che a loro volta non risultano coinvolti) possono fornire informazioni utili da aggiungere alle carte che hanno trovato negli studi di Milano, Torino e Roma (tra cui quella dell’agente Alessandro Lucci, che segue Cuadrado, Bonucci e l’ex Kulusevski) a cui i bianconeri si sarebbero appoggiati per le scritture private. A questo punto la chiusura dell’inchiesta, che sembrava imminente, potrebbe slittare di qualche settimana. La società vuole che la squadra non si faccia distrarre da questa situazione e pensi soltanto al campo, concentrandosi sulla rincorsa a un posto Champions e anche sulla possibile conquista della Coppa Italia. Ma con i calciatori che vanno in procura anzichè all'allenamento non sarà facile.



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