L'addio di Londra a Elisabetta II nell'Abbazia di Westminster, tra sfarzo, potere e l'amore dei sudditi

L'addio di Londra a Elisabetta II nell'Abbazia di Westminster, tra sfarzo, potere e l'amore dei sudditi

L'addio di Londra a Elisabetta II nell'Abbazia di Westminster, tra sfarzo, potere e l'amore dei sudditi


Alla cerimonia funebre, tutta la solennità di un rito antico e senza tempo ma anche la commozione dei figli e dei nipoti della regina, il biglietto di Carlo sui fiori scelti tra quelli più amati dalla madre e il ricordo dell'arcivescovo di Canterbury

Una cerimonia solenne, i cui momenti sono stati scanditi da inni, canti, dalle letture sacre (una delle quali letta dalla premier Liz Truss) e dal sermone dell’Arcivescovo di Canterbury che ha ricordato della sovrana la sua dedizione alla corona, il suo essere stata fedele al ruolo e l’affetto immenso dei sudditi. Insieme però alla solennità si sono mescolati momenti di grande commozione ripresi dalle immagini televisive. Gli occhi lucidi di Carlo, il fazzoletto strofinato sugli occhi da Edoardo il più piccolo dei figli di Elisabetta, le espressioni addolorate di Camilla regina consorte e dei nipoti hanno sottolineato l’atmosfera addolorata e composta che ha rappresentato anche nell’ultimo saluto, perfettamente, la figura di Elisabetta II.

 L'ULTIMO CORTEO 

Il feretro della regina Elisabetta II , dopo aver lasciato la Westminster Hall dove, nei giorni scorsi, è stata allestita la camera ardente, è stato portato a spalla da un picchetto d'onore della Royal Guard all'interno dell'abbazia di Westminster, scortato dai figli della sovrana, Carlo,  Andrea, Anna ed Edoardo, oltre ai nipoti, William ed Harry.  Ad avvolgere la bara lo stendardo reale, il Royal Stendard. Sopra la bara c'erano i simboli del regno:  la corona, lo scettro e il globo oltre ad una corona di fiori composta assemblando piante provenienti dai giardini di Buckingham Palace, Clarence House e Highgrove House. Un biglietto di Re Carlo III sui fiori, "To my darling mama" ancora una volta sottolinea anche l'aspetto intimistico dell'addio a Elisabetta II. 

WESTMINSTER , PER LA REGINA SIMBOLO DEL SUO LUNGO REGNO

Nell’abbazia di Westminster, la regina Elisabetta si era sposata con il principe Filippo ancora da principessa ereditaria nel 1947 (inaugurando quella che sarebbe stata un'unione durata 73 anni); e sempre qui fu incoronata solennemente regina nel giugno del 1953, poco più di un anno dopo essere salita sul trono britannico 26enne alla morte di suo padre, re Giorgio VI: il sovrano legato con Winston Churchill alla vittoria nella Seconda Guerra Mondiale. A ricordare il valore simbolico della cattedrale per la vita della regina è stato il reverendo David Hoyle nel dare il via alla cerimonia funebre celebrata tra un rigoroso cerimoniale e la commozione dei membri della Royal Family. Il ricordo della Regina è passato attraverso le sentite parole dell’omelia dell’arcivescovo di Canterbury, che ha sottolineato alcuni degli aspetti della vita di Elisabetta II, la sua dedizione e il suo senso del ruolo rivestito in 70 anni di regno. “Pochi leader hanno ricevuto dimostrazioni d’affetto, così come è accaduto alla Regina”, ha sottolineato l’arcivescovo.


I FIORI DELLA REGINA, SIMBOLO E ULTIMO MESSAGGIO

E 'stato il mirto a caratterizzare l'addobbo floreale per l'ultimo saluto alla regina Elisabetta nell'abbazia di Westminster. Lo stesso mirto che, come da tradizione reale, aveva caratterizzato il bouquet nuziale di Elisabetta con il principe Filippo. L'abbazia è stata poi decorata con una serie di fiori bianchi e verdi tra cui gigli asiatici, gladioli, la peruviana alstroemeria, l'eustoma originaria dell'America del sud e fogliame di quercia inglese, betulla e rametti di mirto. Sulla bara, invece, ha trionfato la corona con i fiori scelti personalmente da re Carlo e un messaggio personale del nuovo monarca. I fiori sono stati tagliati dai giardini di Buckingham Palace, Clarence House e Highgrove House, tutte residenze che la regina amava e che sono stati scelti per il loro valore simbolico. Tra questi anche il rosmarino, che ha valore commemorativo, e la quercia inglese, a indicare la forza dell'amore. Tutti nei toni dell'oro, del rosa e del bordeaux, con alcuni elementi bianchi per richiamare lo stendardo reale. Sempre per richiesta di re Carlo la corona è stata realizzata in modo ecosostenibile senza l'uso di schiuma floreale, ma con un nido di muschio e quercia.



IL DOLORE DELLA GENTE, DEL POPOLO DI ELISABETTA II

L'ultimo saluto a Elisabetta II della Capitale britannica è stato accompagnato da una folla straripante ma per lo più silenziosa,  disposta ai lati della strada,  per assistere al passaggio simbolico lungo il Mall, il vialone alberato che conduce a Buckingham Palace, dell'ultimo corteo funebre a piedi che ha accompagnato il feretro della regina Elisabetta dopo i funerali di Stato e prima della sepoltura. Il Mall è stato teatro di infiniti eventi e momenti di passaggio durante i 70 anni del regno da record della sovrana defunta. Adornato di bandiere dell'Union Jack, il viale è stato popolato da  più di un milione di sudditi, veri protagonisti in questi giorni di lutto, dell'omaggio ininterrotto alla camera ardente, in paziente attesa per ore di poter salutare, anche solo per un istante, l'amata sovrana. Londra è rimasta sospesa, in un tempo di lutto, oggi. Chiusi musei, negozi, la Borsa,  cancellati gli appuntamenti in ospedale e sospesi i funerali, la Capitale è stata una città blindata con Scotland Yard impegnata nella sua più grande operazione di sicurezza per vigilare su un evento unico e memorabile.


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