L'ardita impresa di Ardito Desio, 67 anni fa la conquista della vetta del K2

L'ardita impresa di Ardito Desio, 67 anni fa la conquista della vetta del K2

L'ardita impresa di Ardito Desio, 67 anni fa la conquista della vetta del K2


Il 31 luglio del 1954 la spedizione italiana guidata da Desio piantò la bandiera italiana sulla cima della montagna seconda solo all'Everest

Alle 18 del 31 luglio 1954 Lino Lacedelli e Achille Compagnoni, due dei membri della spedizione capitanata da Ardito Desio, sono i primi al mondo a calpestare la vetta del K2, a 8611 metri. La bandiera tricolore svetta tra i freddi venti della montagna himalayana. La spedizione era composta da 13 alpinisti, 5 ricercatori ed un osservatore governativo a cui erano aggregati 10 alpinisti-guida più un topografo pakistano. A comando della spedizione fortemente voluta dal CNR c’era il grande geologo e esploratore Ardito Desio,  friulano di Palmanova, che descrisse così  l'impresa al presidente del consiglio Alcide De Gasperi : "Questa non è solo un'impresa alpinistica. Quello che ci serve è un sogno, dobbiamo ridare alla nostra gente l'orgoglio di essere italiani. Aiutare l'Italia a fare un passo verso il cielo".

Impresa non senza polemiche

Al ritorno in Italia esplose una polemica che si protrasse per anni. Walter Bonatti, il più giovane tra i partecipanti, venne escluso dall'ultima parte della salita, quella che portava alla vetta. Senza il suo aiuto, senza le bombole portate da lui e Mahdi fino in prossimità del nono campo per l'assalto finale, Lacedelli e Compagnoni non sarebbero arrivati in vetta. Nel libro della spedizione, La conquista del K2, non gli viene però riconosciuto quel merito. Le polemiche durarono per  decine di anni, infine accolte dal Cai che rivede la ricostruzione della salita prima sulla rivista ufficiale dell'associazione e su un catalogo del Museo della Montagna di Torino a opera di Roberto Mantovani, nella ricorrenza del quarantennale (1994), poi definitivamente nel 2007 con la pubblicazione di Una storia finita. 


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