La crisi Covid non fa sconti alle mamme, nel 2020, 96mila donne con figli piccoli sono rimaste senza lavoro

La crisi Covid non fa sconti alle mamme, nel 2020 sono rimaste senza lavoro 96mila donne con figli piccoli

La crisi Covid non fa sconti alle mamme, nel 2020 sono rimaste senza lavoro 96mila donne con figli piccoli


Nel Rapporto di Save The Children "Le Equilibriste", si legge che, tra le 249 mila donne che hanno perso o rinunciato al lavoro, nel corso del 2020, ben 96 mila sono mamme con figli minori

Tra le mamme rimaste senza lavoro, 4 su 5 hanno bambini con meno di cinque anni, poco più della metà ha un figlio alla primaria (6-10 anni), mentre risultano aumentate le madri occupate con figli da 11 a 17 anni (+26 mila). È evidente che a causa della necessità di seguire i più piccoli, queste madri hanno dovuto rinunciare al lavoro o ne sono state espulse. La quasi totalità - 90 mila su 96 mila – avevano un contratto part-time prima della pandemia.

Rapporto “Le equilibriste 2021

Come accade da sei anni a questa parte, l’Ong Save The Children ha lanciato l’edizione 2021 del Rapporto "Le Equilibriste", dove viene confermato il divario tra Nord e Sud anche rispetto alla condizione delle mamme. Le regioni italiane fanalino di coda dove le mamme devono fare i conti con difficoltà e servizi carenti, sono infatti Campania e Calabria, mentre ai primi posti, tra le regioni mother friendly, come avviene dal 2012, ci sono ancora una volta le Province Autonome di Bolzano e Trento, seguite quest'anno dalla Valle d'Aosta, che "supera" l'Emilia Romagna.

Le mamme che il Covid ha penalizzato

Secondo il rapporto di Save The Children, andando a ritroso di qualche anno, è evidente che quando si tratta di genitori lavoratori, la maggior incidenza di risoluzione consensuale di rapporti lavorativi o di dimissioni si riscontra soprattutto tra le madri: nel 2019, 7 di questi provvedimenti su 10 riguardavano lavoratrici madri e, nella maggior parte dei casi, la motivazione alla base di questa scelta era la proprio la difficoltà di conciliare l’occupazione lavorativa con le esigenze dei figli. L’ assenza di parenti di supporto, gli alti costi di asili nido e baby sitter o il mancato accoglimento al nido hanno spinto queste mamme a rinunciare al lavoro. Una situazione che si è solo aggravata con il Covid, ma che già prima della pandemia vedeva molte donne lasciate fuori dal mercato del lavoro a causa dell’impossibilità di coniugare vita lavorativa e familiare e realizzazione personale.

Italia, Paese di madri anziane

Il quadro che emerge dal rapporto “Le Equilibriste” è chiaro: diventare mamme nel nostro Paese significa imboccare un sentiero tortuoso, ricco di soddisfazioni ma anche di ostacoli. Innanzitutto a partire dall’età in cui si diventa mamme per la prima volta: siamo le più anziane d’Europa alla nascita del primo figlio (32,2 anni contro una media di mamme in EU di 29,4). E soprattutto fanno sempre meno figli: le nascite hanno registrato una ulteriore flessione, meno 16mila nel 2020 (-3,8% rispetto all’anno precedente).

Le proposte di Save The Children

Al di là delle misure messe in campo dai governi italiani per sostenere le famiglia e le madri, durante la pandemia, Save The Children invita a intervenire in modo sistematico utilizzando i fondi stanziati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e in Legge di Bilancio. Save propone ad esempio, l’istituzione del congedo di paternità obbligatorio, per tutti i lavoratori, di almeno 3 mesi, all’interno però di un sistema educativo integrato per i bambini da zero a sei anni, pensando soprattutto e in prima battuta alle aree del Paese più carenti.


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