La pandemia e il lockdown hanno fatto aumentare i disturbi alimentari, sempre più diffusi anche tra i giovani

La pandemia e il lockdown hanno fatto aumentare i disturbi alimentari, sempre più diffusi anche tra i giovani

La pandemia e il lockdown hanno fatto aumentare i disturbi alimentari, sempre più diffusi anche tra i giovani


L'Istituto Superiore di Sanità stima che in Italia almeno tre milioni di persone soffrano di disturbi alimentari. Nel 2020 i casi sono aumentati del 40% rispetto all'anno precedente. Sempre maggiore il numero di adolescenti e giovani coinvolti. E non ci sono soltanto anoressia e bulimia

LA PANDEMIA HA FAVORITO I DISTURBI

Tra i numerosi problemi lasciati in eredità dalla pandemia figurano anche i disturbi alimentari. Nel primo semestre del 2020, in pieno lockdown, è stata registrata una impennata dei casi, cresciuti del 40% rispetto all’anno precedente: 230.458 nuovi casi, che nel 2019 erano stati 163.547. Si tratta peraltro di stime al ribasso, visto che molte situazioni non vengono diagnosticate. I dati sono stati analizzati dall’Istituto Superiore di Sanità e diffusi oggi in occasione della Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla. Oltre all’aumento dei disturbi, salta all’occhio un altro dato molto significativo: l’abbassamento dell’età media di chi soffre di disturbi alimentari, il 30% ha meno di 14 anni. Emerge anche una maggiore diffusione fra i maschi, il 10% tra i 12 e 17 anni. Alle prese con problemi nell’alimentazione sono soprattutto persone sempre più giovani e fragili, che fanno fatica a far affiorare il disagio. Sull’argomento è intervenuta Laura Dalla Ragione, Responsabile Rete Disturbi Comportamento Alimentare Usl 1 dell'Umbria: “La popolazione interessata dai disturbi alimentari si è allargata: l'ultima rilevazione dice che ci sono due milioni e novecentomila persone ammalate. Pensiamo che comunque vi possa essere un sommerso perchè ci sono molte persone che non di dichiarano, non chiedono aiuto”.


ANORESSIA, BULIMIA E NON SOLO

L’Istituto Superiore di Sanità ha fatto sapere che ad oggi ci sono 108 strutture disseminate in tutta Italia, accreditate per seguire problemi nell’alimentazione. Ci sono 55 centri al Nord (di cui 19 in Emilia Romagna), 18 al Centro Italia e 35 tra Sud e Isole. Risultano in carico al 65% dei Centri censiti quasi 9.000 utenti, prevalentemente si tratta di donne, siamo al 90% rispetto al 10% di uomini. Il 58% ha tra i 13 e i 25 anni, il 7% meno di 12. Sono 1100 i professionisti che lavorano nei centri, tutti formati: soprattutto psicologi (21%), psichiatri o neuropsichiatri infantili (17%), infermieri (14%) e dietisti (11%). Ma quali sono i disturbi alimentari più diffusi? In testa a questa classifica c’è l’anoressia nervosa, che riguarda il 36,2% dei casi seguiti. C’è poi la bulimia nervosa, al 17,9%. Cresce il binge eating: letteralmente significa abbuffata di cibo e indica episodi in cui si assumono grandi quantità di cibo in un tempo relativamente breve con la sensazione di perdere il controllo su cosa e quanto sta mangiando. Sono problemi che esistono da tempo, ma la pandemia, l’isolamento, la solitudine, il disorientamento ne hanno favorito una diffusione sempre più ampia. “Durante la pandemia – dice Laura Dalla Ragione Responsabile Rete Disturbi Comportamento Alimentare Usl 1 dell’Umbria – le persone che soffrivano di un disturbo alimentare si sono aggravate. Magari hanno impiegato mesi per trovare il coraggio di chiedere aiuto o hanno aspettato mesi per un ricovero, aumentando il rischio di cronicizzazione o ricaduta nel disturbo”.



I GIOVANI E I NUOVI DISTURBI

Come si diceva, il problema riguarda sempre più i giovani e gli adolescenti e gli effetti si vedono anche a scuola. “La fascia di età – aggiunge la dottoressa  Dalla Ragione - si è abbassata moltissimo abbiamo anche esordi di 10, 11, 12 anni. Abbiamo maschi interessati dal problema, il 20% tra i 12 e i 17 anni, dunque non c'è più una popolazione esclusivamente femminile. Infine abbiamo una costellazione di nuovi disturbi che sono l'ortoressia, cioè l'ossessione del mangiare sano, la drunkoressia, che riguarda molti adolescenti e cioè digiunare per poter bere molto. Disturbi che sono correlati alla perdita di peso alla magrezza, ma soprattutto alla ricerca di un'identità, una sicurezza di se che i ragazzi non hanno. Il lockdown, la didattica a distanza, hanno dato un colpo di grazia a un trend che era già in ascesa purtroppo".


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