La vicenda di Malika fa male a tutto il movimento LGBTI, attenzione agli idoli facili

La vicenda di Malika fa male a tutto il movimento LGBTI, attenzione agli idoli facili

La vicenda di Malika fa male a tutto il movimento LGBTI, attenzione agli idoli facili


La ragazza, discriminata dalla famiglia perchè lesbica ha usato i fondi che le sono stati donati in maniera decisamente discutibile

Un falso idolo

La storia ormai è nota, Malika Chalhy è una ragazza di 22 anni di Castelfiorentino, in Toscana. È stata insultata, discriminata e allontanata da casa dalla famiglia perchè lesbica. A lei va naturalmente tutta la nostra solidarietà anche perchè sentire i messaggi che la madre le ha mandato nei giorni della rottura fa veramente male. Vocali gretti, violenti, senza amore. "Ti auguro un tumore - è arrivata a dire la donna - meglio una figlia drogata che lesbica". Immediata la risonanza mediatica, immediata la solidarietà trasversale. Malika è diventata il simbolo di tutti i discriminati, ma forse l'idolo è stato costruito troppo presto.


La vergogna della raccolta fondi

Dopo essersi fatta conoscere in decine di interviste, Malika Chalhy ha deciso di aprire due raccolte fondi, una prassi abbastanza diffusa negli ultimi anni. Ha detto che aveva bisogno di una casa e di potersi mantenere e che avrebbe anche aiutato i bisognosi. Una volta ottenuti da tutt'Italia 140mila euro, però, le spese della ragazza non sembrano essere state quelle previste. Malika si è comprata una Mercedes, una cane di razza da 3.500 euro e ha millantato di essere in procinto di costituire un'associazione contro le discriminazioni con Laura Boldrini, che ha però seccamente smentito. 


Il popolo social non perdona

Il comportamento di Malika, che ha poi tentato di giustificarsi in modo piuttosto maldestro dicendo che l'auto è usata e che le serve per i lunghi viaggi "di rappresentanza" e che il cane l'aiuta psicologicamente, non ha convinto il popolo social, lo stesso che si era in modo convinto mobilitato per lei. La giovane non ha però tradito solo chi l'aveva supportata e aiutata, ma anche tutto il movimento LGBTI. I diritti sono sacrosanti così come la battaglia per ottenerli, ma i falsi idoli non fanno bene a nessuno. Il dubbio che ci viene è legittimo. Malika, che aveva addirittura un'agente, che ora se ne è andata in polemica con le sue azioni, cosa cercava veramente? Visibilità? Denaro? Una vita agiata lontano dai genitori cerberi? Qualsiasi fosse il suo obiettivo, lo ha mancato perché non ha difeso dignitosamente la propria causa. Per una Mercedes e un cane. 



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