Papa Francesco alla Gazzetta dello Sport, "Maradona in campo era un poeta, ma era anche un uomo molto fragile"

Papa Francesco alla Gazzetta dello Sport, "Maradona in campo era un poeta, ma era anche un uomo molto fragile"

Papa Francesco alla Gazzetta dello Sport, "Maradona in campo era un poeta, ma era anche un uomo molto fragile"


Il Santo Padre ha rilasciato una lunga intervista, in esclusiva, alla Gazzetta dello Sport, nella quale ha parlato anche di Zanardi, Bartali e del doping nello sport

"Ho incontrato Diego Armando Maradona in occasione di una partita per la Pace nel 2014", ha affermato Bergoglio, "ricordo con piacere tutto quello che Diego ha fatto per la Scholas Occurrentes, la Fondazione che si occupa dei bisognosi in tutto il mondo. In campo è stato un poeta, un grande campione che ha regalato gioia a milioni di persone, in Argentina come a Napoli. Era anche un uomo molto fragile". "Poi quando mi è stato detto della morte di Maradona", ha proseguito il Santo Padre, "ho pregato per lui e ho fatto giungere alla famiglia un rosario con qualche parola personale di conforto".


Papa Francesco e l'esempio di Alex Zanardi 

Nell'intervista della Gazzetta dello Sport al Santo Padre, la cui versione integrale è contenuta anche in "Lo sport secondo Papa Francesco", allegato al settimanale Sportweek, c'è spazio anche per la disabilità e per Alex Zanardi al quale Papa Francesco aveva già rivolto un pensiero dopo il terribile incidente in handbike. "Quando vedo di che cosa sono capaci certi atleti", dice il Pontefice, "che portano impressa nel loro fisico qualche disabilità, rimango sbalordito dalla forza della vita. Dello sport mi piace l’idea di inclusione, quei cinque cerchi che si inanellano tra loro finendo per sovrapporsi: è un’immagine splendida di come potrebbe essere il mondo. Il movimento paralimpico è preziosissimo: non solo per includere tutti, ma anche perché è l’occasione per raccontare e dare diritto di cittadinanza, nei media, a storie di uomini e donne che hanno fatto della disabilità l’arma di riscatto. Quando vedo o leggo di qualche loro impresa, penso che il limite non sia dentro di loro ma soltanto negli occhi di chi li guarda".


Bergoglio ricorda Gino Bartali, un Giusto tra le nazioni 

Il Papa e lo sport, un binomio che torna diverse volte nell'intervista alla Gazzetta. Papa Francesco rievoca la figura di Gino Bartali. "Allo Yad Vashem, a Gerusalemme, mi raccontarono di Bartali, il leggendario ciclista che, reclutato dal cardinale Elia Dalla Costa, con la scusa di allenarsi in bicicletta, partiva da Firenze alla volta di Assisi e faceva ritorno con decine di documenti falsi nascosti nel telaio della bici che servivano per far fuggire e quindi salvare gli ebrei. Pedalava per centinaia di chilometri ogni giorno sapendo che, qualora lo avessero fermato, sarebbe stata la sua fine. Così facendo offrì una vita nuova a intere famiglie perseguitate dai nazisti, nascondendo qualcuno di loro anche a casa sua. Si dice che aiutò circa ottocento ebrei, con le loro famiglie, a salvarsi durante la barbarie a cui vennero sottoposti. Diceva che il bene si fa e non si dice, se no che bene è ? "Lo Yad Vashem", conclude Bergoglio, "lo considera "Giusto tra le nazioni", riconoscendo il suo impegno".


Il doping nello sport è una scorciatoia che annulla la dignità 

La lealtà è un valore che Papa Francesco ritiene fondante nel mondo dello sport in particolare. "Nessun campione si costruisce in laboratorio. A volte è accaduto, e non possiamo essere certi che non succederà ancora, anche se speriamo di no! Ma il tempo smaschera i talenti originali da quelli costruiti: un campione nasce e si rinforza con l’allenamento. Il doping nello sport non è soltanto un imbroglio, è una scorciatoia che annulla la dignità. Il talento è un dono ricevuto ma questo non basta: tu ci devi lavorare sopra. Allenarsi, allora, sarà prendersi cura del talento, cercare di farlo maturare al massimo delle sue possibilità. Mi vengono in mente coloro che corrono i 100 metri alle Olimpiadi: per quei pochissimi secondi, anni e anni di allenamento, senza le luci accese. Ogni tanto leggo di qualche grande campione che è il primo ad arrivare all’allenamento e l’ultimo ad andarsene: è la testimonianza che la forza di volontà è più forte dell’abilità. Qui lo sport viaggia di pari passo con la vita: la bellezza, qualunque sia la sua declinazione, è sempre il frutto di una fiammella da tenere accesa giorno dopo giorno".




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