Pnrr, via libera dalla Commissione europea, Draghi: “Il Piano ci porterà verso un’Italia più giusta”

Pnrr, via libera dalla Commissione europea, Draghi: “Il Piano ci porterà verso un’Italia più giusta”

Pnrr, via libera dalla Commissione europea, Draghi: “Il Piano ci porterà verso un’Italia più giusta”


Entro la fine del 2021 bisogna approvare la riforma della giustizia, quella degli appalti pubblici, l’estensione del superbonus e la spending review. In sostanza, 20 riforme e 30 piani di investimento, invece tempi più lunghi per la riforma fiscale

I soldi del Recovery devono essere «spesi tutti, ma soprattutto spesi bene, in maniera efficiente, efficace, ma anche con onestà: nelle ultime settimane abbiamo già fatto importanti passi» sulle prime riforme, come governance e semplificazioni. Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, così mette in chiaro i principi che animano lo sforzo dell'Italia per la ripartenza e le riforme (anche con i fondi della Ue), nel corso di una conferenza stampa con la presidente della commissione europea, Ursula Von Der Leyen, a Cinecittà. «La giornata di oggi è solo l’inizio, la sfida ora è l’attuazione del piano, bisogna assicurarci che i fondi siano spesi tutti e soprattutto bene», ha sottolineato Draghi.


L’appoggio della Commissione Ue

Il Piano italiano dunque viene promosso a pieni voti dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, intervenuta a Roma accanto appunto a Mario Draghi: «Sono qui oggi a dire che avete l’appoggio totale della Commissione europea», ha detto. Prima di auspicare che «l’Italia sia motore della ripartenza economica dell’Europa», dopo la pesante crisi innescata dal Covid e dalla pandemia. «Vorrei ringraziare la presidente per essere qui con noi a Roma - l’ha accolta il presidente del Consiglio - La sua visita segna l’approvazione da parte della Commissione europea del Pnrr. Questa è una giornata di orgoglio per il nostro Paese».


I compiti a casa

Entro la fine del 2021 l’Italia dovrà approvare la riforma della giustizia, la riforma degli appalti pubblici, l’estensione del superbonus, spending review e altre iniziative sul turismo. In sostanza, 20 riforme e 30 piani di investimento, calcola la Commissione Europea, ma non la riforma fiscale sulla quale “a Roma c’è ancora discussione”. È con questa prima griglia di compiti da fare che oggi il piano italiano di ripresa e resilienza ottiene l’ok di Bruxelles. Solo la riforma fiscale non ha scadenze, perchè “il progetto è ancora in discussione”, dicono gli addetti ai lavori in Commissione. Il resto però è un susseguirsi di date e rate, le prime da rispettare per ottenere gli esborsi del Next Generation Eu, che per l’Italia ammontano a 191,5 miliardi del piano italiano, di cui 68,9 miliardi in sussidi e 122,6 miliardi in prestiti. Entro giugno del 2022 l’Italia dovrà rispettare altri 60 target, per metà investimenti e per metà riforme, tra cui l’accelerazione delle procedure di efficienza energetica, la riforma della professione dell’insegnamento, la digitalizzazione del sistema scolastico, riforme per le start up, misure contro l’evasione fiscale. In totale, da qui al 2026, gli obiettivi da rispettare sono 525.


La prima tranche di soldi

Ok della Commissione al piano italiano, dunque, che insieme ad altri 11 piani nazionali tra cui la Germania (oggi), la Francia (domani), la Spagna (la settimana scorsa) ha ora il cartellino verde di Bruxelles e tra quattro settimane dovrebbe ricevere l’ok del Consiglio Europeo. La prima tranche di soldi, l’anticipo di 24,9 miliardi, dovrebbe arrivare già in estate ma una parte potrebbe slittare, dipende da quanto la Commissione riuscirà a raccogliere sul mercato per mettere insieme i 750mld di tutto il pacchetto di investimenti, debito comune europeo seppure ‘una tantum’ almeno per ora. Finora la prima emissione di bond ha raccolto 20 miliardi di euro. Il totale del pre-finanziamento per tutti e 12 i paesi che stanno ottenendo l’ok sui piani nazionali ammonta a 51 miliardi.


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