Polemiche sul possibile obbligo vaccinale contro il coronavirus per gli operatori sanitari, i medici, nessuno spazio ai no vax

Polemiche sul possibile obbligo vaccinale contro il coronavirus per gli operatori sanitari, i medici, nessuno spazio ai no vax

Polemiche sul possibile obbligo vaccinale contro il coronavirus per gli operatori sanitari, i medici, nessuno spazio ai no vax


Nell’esecutivo non mancano le posizioni diverse sul tema, la sottosegretaria alla salute Zampa ritiene necessario l’obbligo vaccinale per i dipendenti pubblici. Il ministro della pubblica amministrazione Fabiana Dadone, pensa invece a una “forte raccomandazione”

La decisione del governo sull’obbligatorietà dei vaccini sarà presa anche in base ai numeri della campagna vaccinale, ma certo ci sono alcuni sondaggi realizzati nelle Rsa che preoccupano. L’ultimo, ad esempio, è quello realizzato nelle 85 Residenze sanitarie della provincia di Pavia e secondo cui solo il 20% dei lavoratori sarebbe disponibile a immunizzarsi contro il covid-19. E numeri simili si ricavano da questionari sottoposti in strutture di Brescia e in Piemonte. Colpisce soprattutto perché si tratta di lavoratori che si occupano degli anziani, le persone maggiormente colpite dalla pandemia. Anche se, è bene considerare, i sondaggi riguardano tutti i dipendenti delle strutture sanitarie, dunque non solo i medici e gli infermieri. Tra i medici le percentuali sembrano ribaltate e l’80%, almeno fino a questo momento, pare intenzionato a ricorrere al vaccino.


Il governo valuta l’obbligo vaccinale

Nell’esecutivo non mancano le voci differenti sull’obbligo vaccinale. La sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, ad esempio, è chiara: “Credo che l'obbligatorietà del vaccino anti-Covid possa essere una precondizione per chi lavora nel" settore pubblico- ha dichiarato ieri - "se ci dovessimo rendere conto che c'è un rifiuto che non si riesce a superare, io penso che bisognerà dire che senza vaccinazione nel pubblico non si può lavorare”. Ancora più netto il commento del collega al ministero della Salute, Pierpaolo Sileri, secondo il quale avere dei no vax tra i medici equivale a un fallimento del sistema formativo degli stessi “camici bianchi”. C’è anche chi si spinge oltre. Il coordinatore del Comitato tecnico Scientifico, Agostino Miozzo, ad esempio, ritiene necessaria l’immunizzazione di tutti i lavoratori che nel settore pubblico lavorino con le persone: “L'obbligo deve valere non solo per chi assiste gli ospiti, ma pure per chi entra a fare le pulizie. Io andrei anche oltre. Penso a tutte le strutture pubbliche, alle scuole, a chi lavora a contatto con molte persone. La via maestra e' quella del convincimento. Ma in un ospedale non ci devono essere tentennamenti: se vuoi lavorare, devi vaccinarti”. Secondo Miozzo, al momento non ci sono campagne di informazione a proposito dei vaccini, prevale la narrazione del “dubbio”, anche se in futuro si potrebbero valutare altri strumenti per indurre le persone a vaccinarsi. Ad esempio prevedendo per viaggiare un passaporto Sanitario: “ In fondo, già oggi in alcuni Paesi non entri se non hai determinate vaccinazioni, dove sarebbe lo scandalo?" si chiede Miozzo. Tornando agli operatori sanitari, l’ipotesi dell’obbligo per i dipendenti pubblici non piace al ministro per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone:” Non sono una grande appassionata dell'obbligo in campo vaccinale. Credo sia piu' giusta una forte raccomandazione, fronte su cui il governo si e' impegnato”.


La posizione della federazione Nazionale degli ordini dei medici

Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei medici e odontoiatri, Filippo Anelli, ci tiene a precisare che tra i camici bianchi quelli contrari a tutti i vaccini sono solo 100 su circa 460 mila: “per noi, chi sta con i no vax è incompatibile con la professione, perché mette in discussione le evidenze scientifiche". Il numero uno della Fnomceo non entra nel merito delle scelte del governo in tema di vaccinazione, ma sui medici non ammette dibattiti:” Deve essere la politica, in base ai numeri, a decidere se prevedere per legge un obbligo al vaccino anti Covid per gli operatori sanitari. Ma, prima ancora di un obbligo legislativo, c'è un obbligo deontologico in base a quale un medico deve vaccinarsi se ha a che fare con dei pazienti fragili, per tutelarli”. Le parole di anelli trovano conferma nella procedura disciplinare avviata dall’Ordine dei medici di Roma a carico di 13 iscritti all’albo: 10 avrebbero espresso posizioni no Vax mentre altri 3 sarebbero negazionisti del Covid. Per alcuni di loro la procedura si sarebbe già conclusa.



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