Recovery, il piano di Mario Draghi riceve in Parlamento un’ampia maggioranza, Giorgia Meloni (FdI) si astiene

Recovery, il piano di Mario Draghi riceve in Parlamento un’ampia maggioranza, Giorgia Meloni (FdI) si astiene

Recovery, il piano di Mario Draghi riceve in Parlamento un’ampia maggioranza, Giorgia Meloni (FdI) si astiene


In vista del Cdm che mercoledì o giovedì licenzierà il testo che sarà mandato a Bruxelles, il premier risponde su molti dei rilievi sollevati. A partire dalla cosiddetta 'governance': "Non c'è lo Stato contro gli enti locali, questa sfida si vince insieme"

Alla fine Fratelli d’Italia si è astenuto, e hanno votato contro soltanto Sinistra italiana e la nuova formazione di fuoriusciti dal Movimento Cinque Stelle, ‘Alternativa C'è’. Per il resto il piano presentato da Mario Draghi alle Camere come da previsioni e come dai numeri dell’ampia coalizione governativa ha incassato un larghissimo via libera.


Il Consiglio dei Ministri

Il governo ha "un profondo rispetto per il Parlamento", ma "i tempi sono stretti" ed era necessario approvare il piano di ripresa e resilienza "entro il 30 aprile, perché questo ci permette di avere accesso ai fondi europei il prima possibile". In ogni caso, "il contributo delle Camere è solo all'inizio". Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, risponde alle critiche dell'opposizione che accusa l'esecutivo di avere dedicato poco tempo alla discussione parlamentare del documento. In vista del Consiglio dei ministri che mercoledì o giovedì licenzierà il testo che sarà mandato a Bruxelles, Draghi ritorna su molti dei rilievi sollevati. A partire dalla cosiddetta 'governance' del Recovery, cioè chi e come gestirà i fondi del piano. "Non c'è lo Stato contro gli enti locali - dice Draghi, - questa sfida si vince insieme". Il governo del Piano, "sarà definito in un provvedimento normativo che sarà adottato a breve", annuncia il premier.


I punti cardine

Quanto "alle critiche che sono arrivate circa le poche risorse ai giovani, le donne lavoratrici, il Sud e le infrastrutture digitali", Draghi risponde che "questo Piano prevede stanziamenti molto corposi, che permettono investimenti che sarebbero stati impensabili fino a poco tempo fa": "4,6 miliardi per gli asili nido e le scuole d'infanzia per creare circa 230.000 nuovi posti destinati ai bambini più piccoli, e si tratta di una stima prudenziale", 82 miliardi, ovvero il 40% delle risorse per il Mezzogiorno, "ben più del Pil e della popolazione del meridione d'Italia". E Draghi replica con le cifre del Piano alle richieste dei parlamentari, assicura che 6,31 miliardi andranno per le reti ultraveloci, la banda larga e il 5G, "con l'obiettivo di portare entro il 2026 reti a banda ultralarga ovunque senza distinzioni territoriali ed economiche", aggiunge che ci saranno i fondi sufficienti per la transizione 'verde', annuncia "investimenti per oltre 15 miliardi" sull'alta velocità come per la linea ad Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria, "dove i treni potranno viaggiare a 300 km all'ora. Con questi investimenti, ci si metterà lo stesso tempo da Roma a Torino e da Roma a Reggi Calabria", mentre per gli interventi ferroviari al Nord "sono destinati 8,6 miliardi". E ancora, 3,6 miliardi sullo sviluppo dell'idrogeno, "dato significativamente superiore ai 2 miliardi della Francia e all'1,6 miliardi della Spagna".


Il superbonus

Sul superbonus, tema di scontro politico nella maggioranza, Draghi annuncia: "L'ecobonus tira poco perché le procedure sono troppo complesse. Entro il mese di maggio con un decreto interveniamo con importanti semplificazioni per far sì che la gente lo possa usare", dice il premier raccogliendo un applauso delle aule parlamentari. Draghi torna infine sulle riforme che saranno richieste per dare piena attuazione al Piano e ricevere i fondi dalla Ue: dopo il passaggio dedicato ieri alla giustizia e alla pubblica amministrazione, il premier cita oggi quella del fisco, "tra le azioni chiave per dare risposta alle debolezze strutturali del Paese. Per riformare il sistema fiscale è auspicabile una ampia condivisione politica. Il Governo si è impegnato a presentare una legge delega entro il 31 luglio 2021", conclude.

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