Ristoratori a un bivio, riaprire o rimanere chiusi? Gianfranco Vissani e Gino Sorbillo su RTL 102.5

Ristoratori a un bivio, riaprire o rimanere chiusi? Gianfranco Vissani e Gino Sorbillo su RTL 102.5

Ristoratori a un bivio, riaprire o rimanere chiusi? Gianfranco Vissani e Gino Sorbillo su RTL 102.5


I due chef hanno fatto scelte diverse nella gestione dei loro locali. La certezza è una, i bilanci sono in rosso, per tutti

L'entrata in vigore della cosiddetta "Fase 2" è stata un sospiro di sollievo per milioni di Italiani tappati in casa da settimane. Ma non solo. Lockdown non vuol dire solo quarantena, vuol dire serrande abbassate, mezzi fermi, lavoratori a casa. Un vero e proprio dramma per il mondo del lavoro, che si è ritrovato da un giorno all'altro a dover fronteggiare un bilancio che vedeva solo perdite. Già, perché nonostante l'assenza di 'spese vive' derivanti dall'attività, ogni titolare ha dovuto continuare a sostenere quelle che alcuni chiamano 'spese fisse', dalle utenze al canone di locazione. E allora, per quelli di loro che non erano economicamente preparati a quasi tre mesi di stop, le difficoltà non hanno tardato a mostrarsi. Dal 18 maggio nel nostro Paese le cose stanno cambiando. Si torna a uscire, i locali timidamente si riempiono ancora una volta, le serrande tornano su. Una ripresa attenta, fatta di molte persone che scelgono di aspettare ancora un po' per uscire, "non si sa mai". E per quelli che invece escono, che tornano a spendere, che tornano a dare lavoro ai commercianti, c'è il rischio del 'linciaggio social'. Gli stupidi ci sono sempre stati, ma attenzione a non diventare gli ostacoli di noi stessi. Schiere di cittadini che si definiscono responsabili sono appostati sui loro balconi pronti a scattare fotografie al primo segnale di assembramento o presunto tale. Il tutto finisce sul web, sui social, con l'indignazione di chi scrive nei confronti dei propri concittadini "incoscienti, irresponsabili".

Vissani: "Non posso riaprire, l'onda è lunga"

Tra le attività che sono tornate ad accogliere clienti non potevano non figurare i ristoranti. Le normative dedicate loro per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei clienti sono state oggetto di revisioni, nel corso delle ultime settimane. Parola d'ordine: distanziamento. Tra i tavoli, in primis, ma anche, ovviamente, tra le persone. Misure di certo non facili da mettere in atto, in particolar modo per le attività più piccole o più isolate. Si arriva quindi a un bivio: riaprire o no? Nonostante il voler aprire in ogni caso sembri essere l'opzione più ovvia, non pochi ristoratori hanno deciso di tenere abbassata la serranda. Tra questi c'è anche il noto chef Gianfranco Vissani, gestore di diversi ristoranti in varie regioni d'Italia: "Come tanti altri ristoranti dell'entroterra la mia attività si trova in campagna. Ho scelto quindi di non riaprire. Dobbiamo anzitutto salvaguardare la vita degli italiani, ma dobbiamo anche aiutarli, basti vedere gli ambulanti in che condizioni sono. I ristoranti più isolati vivono una realtà estremamente diversa rispetto a quelli delle città. A Roma ho riaperto, ma facciamo pochi coperti. Se non dovessi lavorare, come prevedo, non saprò come pagare i dipendenti. In Italia, nel settore del food lavorano otto milioni persone. Aiutiamole, l'onda è lunga".


Sorbillo: "Siamo stati disciplinati, ora ripartire è un segnale"

Tanti altri ristoratori hanno invece messo in sicurezza i locali come possibile e riaperto al pubblico. "Abbiamo da subito condiviso l'appello del governatore a chiudere tutto - racconta il noto pizzaiolo Gino Sorbillo -, la sicurezza viene prima di tutto e in Campania siamo stati disciplinati". Erano giorni concitati, i giorni dei primi DPCM, la priorità era evitare di stressare ulteriormente il sistema sanitario nazionale, con il settore delle terapie intensive quasi al collasso. "Dopo qualche settimana di stop abbiamo iniziato a preoccuparci. All'inizio abbiamo fatto pressione affinché riprendesse almeno l'asporto, come era già successo per altre regioni". Sorbillo è il titolare di numerose pizzerie sparse in tutta Italia, e da pochi giorni i suoi locali stanno nuovamente accogliendo i clienti. "Da qualche giorno sono soddisfatto nell'avere riaperto, è stato un segnale. Dobbiamo riattivarci. Abbiamo tutti fatturati in perdita, ma non dobbiamo dimenticarci che la sicurezza prevale su tutto".​


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