Roberto Cauda a RTL 102.5: “Vaccino a bambini tra 5 e 11 anni? Si attendono valutazioni, ma potrebbe esserci il via libera. La terza dose andrà fatta”

Roberto Cauda a RTL 102.5: “Vaccino a bambini tra 5 e 11 anni? Si attendono valutazioni, ma potrebbe esserci il via libera. La terza dose andrà fatta”

Roberto Cauda a RTL 102.5: “Vaccino a bambini tra 5 e 11 anni? Si attendono valutazioni, ma potrebbe esserci il via libera. La terza dose andrà fatta”


Il professor Roberto Cauda è stato ospite questa mattina in Non Stop News con Giusi Legrenzi, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro

Il professor Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore dell’Unità operativa di malattie infettive della fondazione Policlinico Gemelli di Roma, in Non Stop News ha parlato della situazione dei ricoveri negli ospedali, della somministrazione del vaccino anti covid ai bambini tra i 5 e gli 11 anni e della somministrazione della terza dose

LA SITUAZIONE DEI RICOVERI NEGLI OSPEDALI

Diciamo che la situazione negli ospedali è diversa da regione a regione: se guardiamo nel suo complesso l’Italia vediamo che l’ultimo Report dell’Istituto Superiore di Sanità fotografa molto bene secondo me quello che è l’esistente. Abbiamo un’occupazione delle terapie intensive al 4,6%, che è al di sotto del 10% che è il limite di sicurezza e l’area medica al 6% al di sotto del 15%. Poi ci sono alcune regioni, in particolare il Friuli Venezia Giulia, le Marche ma anche Bolzano, che hanno delle maggiori percentuali in una o in altra parte delle terapie intensive. Che ci sia stato un aumento sostanziale anche se contenuto al momento dei contagi, lo dimostra che siamo di poco superiori a quel limite di 50 per 100mila. In realtà l’ultima rilevazione ci dice 62 per 100mila. Per quanto riguarda gli ospedali, ritengo che al loro interno sia ancora tutto ben gestibile. Gli ultimi dati dell’ISS ci indicano che c’è una netta prevalenza di soggetti non vaccinati, rispetto ai soggetti vaccinati, sia in terapia intensiva che in area medica. Nell’ambito dei vaccinati c’è una maggiore, anche se piccola, percentuale di soggetti che hanno una vaccinazione oltre i sei mesi. Questo induce a ritenere che bisogna al più presto somministrare la terza dose”.

VACCINO AI BAMBINI TRA I 5 E GLI 11 ANNI

Sulla base di quello che è avvenuto finora, è chiaro che le decisioni prese dalla Food and Drug Administration americane e anche quello straordinario laboratorio che è Israele - che ha fornito dati a tutti noi per poter prendere anche delle decisioni, non ultimo quella di estendere alla fascia dai 40 anni in su la terza dose -, verranno valutate e verranno valutati i dossier relativi a questa fascia di età, cioè quella pediatrica, al più presto sia dall’EMA che dall’AIFA e personalmente presumo che poi alla fine ci sarà il via libera”.

LA TERZA DOSE: CHIAREZZA SU ALCUNI PUNTI

Per quello che riguarda lo spazio temporale dalla seconda dose o dalla prima dose, per Johnson & Johnson c’è una certa uniformità di vedute riguardo al fatto che sei mesi sembrerebbe essere un tempo ragionevole per osservare una diminuzione della capacità protettiva nei confronti dell’infezione. Qui, però, vorrei mettere bene in chiaro che avere una minore capacità protettiva non significa che non siamo protetti nei confronti della malattia. I dati dell’ISS relativi a ottobre dicono che ci sono 45 soggetti non vaccinati per 1 milione di persone in terapia intensiva, per chi ha fatto la dose da meno di 6 mesi sono 4 per 1 milione, per chi l’ha fatta per più di 6 mesi sono 7 per 1 milione, per cui la protezione nei confronti della malattia è efficace anche dopo i 6 mesi, però è giusto, proprio perché c’è un calo della protezione che potrebbe preludere a un calo successivo nei confronti della malattia, procedere tempestivamente dopo 6 mesi alla somministrazione della dose aggiuntiva. Per quello che attiene la terza, quarta o quinta dose, credo che nessuno lo sappia in questo momento. La terza dose andrà fatta: i dati di Israele ci dicono che questo porta a una protezione a oltre il 90% nei confronti dell’infezione e della malattia, ma non sappiamo ancora quanto duri. Potrebbe essere che il sistema immunitario che ha ricevuto una tripla somministrazione o doppia per il caso di Johnson & Johnson, possa avere una lunghezza di memoria tale da consentirci di non dover fare periodici richiami”.



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