Sassoli, in Italia e in Europa addio bipartisan e commosso ad un europeista convinto e gentile

Sassoli, in Italia e in Europa addio bipartisan e commosso ad un europeista convinto e gentile

Sassoli, in Italia e in Europa addio bipartisan e commosso ad un europeista convinto e gentile


A omaggiare il presidente del Parlamento europeo sono anche gli avversari di una vita: "Una gran brava persona, leale, un uomo onesto", lo descrive Giorgia Meloni, Fdi. Dalla Lega il leader Matteo Salvini, su Twitter, rivolge una preghiera all'esponente Pd

Generoso, gentile, umile, l'uomo. Fermo, deciso, rigoroso, il politico. Sono questi gli aggettivi che, nel ricordo di leader politici e alte cariche delle istituzioni, disegnano più di altri la figura di David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo scomparso la scorsa notte.


Il cordoglio

"Il suo impegno limpido, costante, appassionato, ha contribuito a rendere l'assemblea di Strasburgo protagonista del dibattito politico in una fase delicatissima, dando voce alle attese dei cittadini europei", scrive in una nota il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Sassoli è stato simbolo di equilibrio, umanità, generosità", ricorda in Parlamento il presidente del Consiglio, Mario Draghi. "Impegno e passione" al servizio del "sogno di un'Europa sempre più coesa e solidale" è quel che di Sassoli porta con sé il presidente della Camera, Roberto Fico. Ne ha "ammirato l'inconfondibile tratto umano" la presidente del Senato, Elisabetta Casellati che ne ricorda anche la "fermezza e propensione al dialogo" come "suoi tratti distintivi". Il leader Pd Letta ha voluto sottolineare che, proprio nel ricordo del "fratello e amico" David, i dem saranno ancora più determinati nella "battaglia per la difesa della democrazia". A Sassoli, infatti, il segretario attribuisce il merito di aver cambiato la storia dell'Europa, con la scelta di tenere aperto il parlamento di Strasburgo nel momento peggiore della crisi. Con la voce rotta dall'emozione, infatti, il leader dem ha spiegato che "E' dura perché David era un amico, un fratello. Per noi un riferimento importantissimo fondamentale in questo momento tanti ricordi si affastellano nella mente". "Ciao David. il tuo sorriso, al tempo stesso gentile e determinato, rimarrà indelebile. Grazie di tutto", scrive Roberto Speranza. "Umanità, solidarietà, rispetto delle differenze e della democrazia. Una speranza per gli ultimi e i più deboli", sottolinea Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana. "David Sassoli è stato un giornalista, un politico di grande spessore umano prima che professionale. La sua morte à una grande perdita per l'intera comunità italiana e per tutti coloro che, proprio come lui, credono e investono nel progetto di una grande casa europea. Ci mancherà", scrive Giuseppe Conte. "Un uomo brillante, altruista, al servizio delle Istituzioni", lo ricorda il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.


Gli avversari

A omaggiare Sassoli sono anche gli avversari di una vita: "Una gran brava persona, un avversario leale, un uomo onesto", lo descrive Giorgia Meloni. Salvini, su Twitter, rivolge una preghiera all'esponente Pd, mentre per chi lo ha preceduto sullo scranno più alto del Parlamento europeo, con Sassoli "se ne va un Grande Presidente sia sotto il profilo politico che umano", dice Antono Tajani.


La ‘corsa’

Intanto, un Presidente di unità nazionale. Al momento, è questa la sola linea del Partito Democratico, ribadita anche al termine della riunione della segreteria che si è tenuta questa mattina al Nazareno per fare il punto proprio sulla votazione per il Colle, ma che si è trasformata - e non poteva essere altrimenti - in una commemorazione di David Sassoli. Il Segretario ha voluto far precedere i lavori da un minuto di raccoglimento. Poi ha ricordato il presidente del Parlamento europeo con un lungo ed emozionato intervento. Infine la riunione è stata aggiornata. Sull'ordine del giorno, però c'è chi giura che la linea è destinata a rimanere quella che il Pd ha seguito fin qui: appello alle altre forze politiche per mettere a punto un metodo di lavoro che parta dalla maggioranza di governo per poi, eventualmente, allargarsi anche alle altre forze. Un percorso ostacolato dalla presenza in campo di Silvio Berlusconi. "Se Meloni e Salvini rimangono su Berlusconi, noi non possiamo essere così autolesionisti da fare passi inutili", spiega una fonte dem. Il rischio, è il ragionamento, è che qualsiasi nome venga avanzato dal Pd finisca per essere impallinato nel corso delle prime tre votazioni, quando il centrodestra terrà ancora coperto Berlusconi per poi, eventualmente, votarlo alla quarta, quando non servirà più la maggioranza relativa.



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