Save The Children lancia l'allarme: i bambini sono la vittima principale della guerra in Ucraina

Save The Children lancia l'allarme: i bambini sono la vittima principale della guerra in Ucraina

Save The Children lancia l'allarme: i bambini sono la vittima principale della guerra in Ucraina


L’Organizzazione è tornata a chiedere nuovamente la fine immediata del conflitto come unica possibilità per proteggere i bambini da danni fisici e psicologici e unico modo per raggiungere in sicurezza 12 milioni di persone che hanno un disperato bisogno di assistenza umanitaria.

La guerra non risparmia i bambini, anzi. E’ di ieri la notizia di un neonato di tre mesi ucciso insieme alla sua mamma da uno dei razzi russi piovuti su Odessa. E non è l’unica vittima in tenera età. Ci sono bimbi feriti, mutilati. O semplicemente traumatizzati dalla paura delle bombe, delle esplosioni, del buio. Alcuni hanno perso i loro genitori, altri sono fuggiti all’estero dovendo lasciare i padri, che non possono abbandonare il paese. Save The Children, l’Organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini in pericolo e per garantire loro un futuro, sta monitorando la situazione dei bambini in guerra e oggi ha pubblicato dati destinati a far riflettere.


VITTIME SENZA DIFESA

In due mesi di guerra scatenata da Putin sono più di 450 i bambini uccisi o feriti dalle armi russe. Almeno due terzi dei 7 milioni e mezzo di bambini residenti in Ucraina hanno dovuto abbandonare il loro paese, le loro case, i loro giochi, il loro mondo. L’impatto psicologico c’è e si farà sentire a lungo, forse per tutta la loro vita. Si stima che, negli ultimi due mesi, più di 63.000 bambini siano nati durante il conflitto in Ucraina e in condizioni che potrebbero avere un impatto permanente sulla loro salute mentale. Secondo Save the Children infatti questi neonati si aggiungono ai milioni di bambini esposti al maggior rischio di subire gravi danni fisici e traumi psicologici duraturi causati dalle violenze, dalle privazioni e dagli sfollamenti, che dal 24 febbraio scorso, data dell’escalation della guerra, e con l'aumento dei combattimenti nell'est del paese, sta colpendo l’Ucraina. L'escalation del conflitto, ha causato in Europa lo sfollamento di persone più grande e veloce dalla Seconda Guerra Mondiale, con cinque milioni di persone già fuggite dall'Ucraina. Con famiglie che in molti casi sono state costrette a una improvvisa e traumatica separazione.



DANNI PER TUTTA LA VITA

Il dottor Morgan MacDonald è consulente per la salute mentale e il supporto psicosociale di Save the Children presso l'Unità Sanitaria di Emergenza. Queste le sue valutazioni sui bambini ucraini e i traumi che saranno chiamati a superare: “Sappiamo che lo stress può influire sulla capacità di una madre di allattare, sia a causa di cambiamenti ormonali che di mancanza di sicurezza. Ovviamente essere in una zona di guerra provoca un'enorme quantità di angoscia che può avere un forte impatto sul corpo sia fisicamente che psicologicamente, inclusa la potenziale interruzione della capacità di produrre latte materno. Lo stress potrebbe anche impedire alle madri di riconoscere i bisogni dei loro bambini e soddisfarli. Uno degli aspetti più importanti di una relazione genitore-figlio è l'attaccamento, e quando manca quel legame potrebbero subentrare nei bambini, problemi di sviluppo permanenti. I disturbi dell'attaccamento sono alcuni dei problemi di salute mentale più gravi tra quelli che dobbiamo affrontare”. Pete Walsh è invece il direttore di Save The Children per l’Ucraina, questa la sua testimonianza: “Nella nostra Organizzazione, sappiamo per esperienza che il conflitto può causare ai bambini danni a lungo termine sia alla loro salute mentale che a quella fisica. In poche parole, i bambini nati in guerra nascono nella devastazione. A meno che questa guerra non finisca, più di 63mila nuove vite sono a rischio di morte, lesioni, traumi fisici e psicologici. Allo stesso tempo sappiamo che, date le giuste condizioni e il giusto sostegno, i bambini hanno una straordinaria capacità di resilienza che può consentire loro di recuperare. Senza una soluzione politica a questa crisi, questo numero continuerà a crescere. Quando è troppo è troppo. Questa guerra deve finire, in modo che i bambini abbiano la possibilità di riprendersi e non debbano più vivere queste esperienze inimmaginabili”.



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