Scambio di accuse tra Francia e Gran Bretagna sui migranti dopo il naufragio nel Canale della Manica e la morte di 27 persone

Scambio di accuse tra Francia e Gran Bretagna sui migranti dopo il naufragio nel Canale della Manica e la morte di 27 persone

Scambio di accuse tra Francia e Gran Bretagna sui migranti dopo il naufragio nel Canale della Manica e la morte di 27 persone


Il presidente francese Macron ha dichiarato che la Francia non permetterà che il Canale della Manica diventi un cimitero, mentre il premier inglese Boris Johnson ha accusato Parigi di scarsa collaborazione.

E’ tra Francia e Gran Bretagna che si è consumata l’ultima tragedia tra i tanti disperati che affrontano il mare alla ricerca di una vita migliore. Non nel Mediterraneo tra la costa nord dell’Africa e la frontiera sud dell’Europa, ma nel Canale della Manica, nel cuore del Vecchio Continente. Sono 27 le persone che hanno perso la vita nel naufragio di un’imbarcazione partita da Dunkirk con circa una cinquantina di persone. A provocare il ribaltamento del barcone sarebbero state le cattive condizioni meteo marine. Il governo di Parigi ha già fatto sapere che sono stati individuati 5 passeur, gli scafisti, coinvolti nella tragedia. E' il naufragio più tragico dal 2018, da quando cioè l’attraversamento dello spazio di mare tra i due Paesi è diventato quasi un’impresa suicida, con la blindatura del porto di Calais e del tunnel sotto la Manica.

"il Canale della Manica non diventerà un cimitero"

Sono le parole del presidente francese  Emmanuel  Macron a restituire lo sgomento del suo Paese: “la Francia non permetterà che il Canale della Manica diventi un cimitero" ha dichiarato, annunciando anche la convocazione di una riunione di crisi a livello europeo. Nella notte lo stesso numero uno dell’Eliseo e il premier britannico Boris Johnson si sono confrontati in una lunga telefonata per fare il punto sulla situazione migranti. Secondo Downing Street, i due si sono trovati d’accordo “sull'urgente necessità di aumentare i loro sforzi congiunti per impedire questi attraversamenti e fare tutto il possibile per fermare i trafficanti che mettono a rischio la vita dei migranti”. Di fatto però tra i due governi, al di fuori delle dichiarazioni diplomatiche, non mancano le stoccate e lo scambio di accuse. Così fonti francesi riferiscono che Macron, nel corso della telefonata, avrebbe detto di "attendersi che i britannici cooperino pienamente ed evitino di strumentalizzare una situazione drammatica a scopi politici”. Poche ore dopo il naufragio, era stato Johnson a puntare il dito contro l’esecutivo di Parigi: “Abbiamo qualche difficoltà a persuadere alcuni nostri partner, in particolare, i francesi, a fare tutte le cose che la situazione secondo noi richiede" – aveva detto a margine di una riunione del comitato Cobra - Capisco le difficoltà che tutti i Paesi affrontano, ma noi vogliamo fare di più assieme”. Il ministro degli Interni francesi Gerald Darmanin, dal canto suo, ha attaccato l’esecutivo di Londra per la cattiva gestione del fenomeno migratorio. Per questa mattina il premier Jean Castex, ancora in quarantena perché positivo al covid, terrà una riunione di emergenza con i ministri competenti per discutere delle azioni da intraprendere per fronteggiare la crisi. Tutto questo mentre, a meno di 24 ore dal naufragio di ieri, altre due imbarcazioni cariche di migranti sono arrivate a Dover. A bordo c’erano 40 persone, solo una piccola quota dei disperati in attesa di partire dall’inferno di Calais.



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