Senato, Petrocelli, il geologo ambientalista e filo-Putin che imbarazza il Movimento Cinque Stelle

Senato, Petrocelli, il geologo ambientalista e filo-Putin che imbarazza il Movimento Cinque Stelle

Senato, Petrocelli, il geologo ambientalista e filo-Putin che imbarazza il Movimento Cinque Stelle


E' anche il primo capogruppo, nella storia della Repubblica, ad essere stato espulso da un'aula parlamentare: l'8 ottobre 2014, durante la dura contestazione al ministro del Lavoro Giuliano Poletti sul Jobs Act, viene cacciato dal presidente Pietro Grasso

Chi lo conosce da vicino racconta che per due volte eletto in Senato ha rappresentato "in maniera molto molto seria il programma del Movimento". All'anagrafe Vito Rosario, classe 1964, nato ma a Taranto ma di Matera, sposato e con due figli: parliamo di Vito Petrocelli, l'attuale presidente della Commissione esteri del Senato che ha invitato i 5 Stelle a uscire dal governo-Draghi. E il concetto del suo stretto legame con il Dna grillino viene ribadito anche da coloro che con lui hanno stretti rapporti. Lui dal suo canto ripete ai suoi: "Anche in questo caso continuo a rappresentare lo spirito del Movimento".


Geologo

Ma chi è Vito Rosario Petrocelli? Di professione geologo, attentissimo alle questioni ambientali, nel 2013 viene eletto senatore della XVII legislatura della Repubblica italiana nella circoscrizione Basilicata per il Movimento 5 Stelle. Fa parte della commissione Industria di cui è segretario. Dal 14 aprile 2014 è segretario d'aula del gruppo M5s al Senato. Il 14 luglio dello stesso anno viene eletto nuovo capogruppo al Senato, sconfiggendo al ballottaggio la collega di partito Nunzia Catalfo sostenuta dall'ala più dialogante del Movimento rispetto a quella più allineata sulle posizioni di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, i fondatori del partito.


L’espulsione

L'8 ottobre 2014, nel corso della dura contestazione al ministro del Lavoro Giuliano Poletti sul famoso Jobs Act, viene espulso dall'aula del Senato dal presidente Pietro Grasso, tra le proteste del M5S. E' il primo caso, nella storia della Repubblica italiana, di espulsione di un capogruppo da un'aula parlamentare. Alle elezioni del 2018 viene rieletto senatore. Il 21 giugno dello stesso anno viene eletto Presidente della III commissione permanente Affari Esteri e emigrazione. Il 29 luglio 2020 viene riconfermato nel medesimo ruolo. In politica estera lo descrivono filo-cinese, scettico riguardo al genocidio culturale degli uiguri in Cina, e filo-russo, ha fatto parte della pattuglia di parlamentari assenti al video-collegamento con il presidente ucraino Zelensky. Di Petrocelli hanno chiesto le dimissioni gli esponenti della maggioranza dopo la sua decisione di non votare la risoluzione sull'invio di armi all’Ucraina, a cui il Parlamento ha dato l'ok.


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