Stress da Coronavirus, stare sereni in tempo di pandemia si può, e soprattutto si deve

Stress da Coronavirus, stare sereni in tempo di pandemia si può, e soprattutto si deve

Stress da Coronavirus, stare sereni in tempo di pandemia si può, e soprattutto si deve


Se pensavamo di essercela cavata con il primo lockdown, eccoci alle prese con il secondo, con tutte le problematiche che un isolamento forzato e prolungato può comportare.

RIASSUNTO DELLA PUNTATA PRECEDENTE


 “Non ce n'è COVIDDI...” dice una sciagurata immortalata da una telecamera in quel di Mondello, all'indomani della nostra prima “scarcerazione” dopo due mesi del primo drammatico lockdown a causa di un virus tanto invisibile quanto insidioso. La signora sulla spiaggia palermitana gridava la mondo la sua voglia di mare e di leggerezza, con quel tono così pateticamente folkloristico che l'ha resa più popolare di Jim Morrison, al punto che è di queste ore la notizia della realizzazione di un videoclip sulle note della frase imbarazzante. Magari non tutti noi siamo arrivati a tanto, ma alzi la mano chi, una volta sancita la fine del periodo di confinamento, non ha approfittato di ogni momento libero per andare a trovare un amico, per organizzare quella cena sempre rimandata con i compagni delle elementari o semplicemente per riprendere a vivere la propria vita pensando che il virus fosse, se non definitivamente dormiente, almeno sotto controllo. E invece rieccoci al secondo temuto lockdown, che, come il vizio-di wildiana memoria-che non osa dire il suo nome, non abbiamo il coraggio nemmeno di pronunciare, tanto ci fa orrore il significato di quella parola.

IL SECONDO TEMUTO LOCKDOWN


Prima ci sono state le restrizioni, via via sempre più stringenti, poi il coprifuoco ed ora la suddivisione della nostra penisola in aree di colori diversi a seconda della gravità della situazione, tanto che su tutti i social, ancora prima dell'ufficializzazione del nuovo DPCM in vigore dal 6 novembre scorso, circolavano vignette satiriche paragonanti il decreto al gioco del Risiko. Ma c'è poco da ridere, anche se è vero che l'umanità ha sempre utilizzato l'ironia come strumento per sopravvivere. Il senso di incertezza e di precarietà che la comparsa di questo virus ha portato nelle nostre vite è innegabile. Se il primo lockdown ci ha colto del tutto impreparati e lo abbiamo affrontato con più o meno incoscienza, in questo caso ne siamo drammaticamente consapevoli, di conseguenza lo sconforto è, se possibile, anche peggiore di prima, con gravi conseguenze sul nostro equilibrio psichico e sulla nostra salute mentale, oltre che fisica.

LO STRESS DA COVID: COS'E' E COME SI PUO' RICONOSCERE


Lo stress è uno dei principali nemici dell'uomo ed entra in campo quando, ad esempio, abbiamo paura di una situazione nuova, che si rivela dannosa per noi stessi e per coloro che amiamo. L'ansia, di fronte all'incertezza, si accentua sconvolgendo tutte le nostre abitudini e compromettendo il benessere a cui eravamo tutto sommato avvezzi prima dell'avvento della pandemia. Secondo una ricerca condotta da The Conversation-rete di organi di informazione senza scopo di lucro che pubblicano sul web notizie prive di copyright scritte da accademici e ricercatori- più del 50% della popolazione ha riportato livelli di sofferenza elevata durante il periodo pandemico. Le paure più comuni, che si manifestano attraverso i sintomi da stress traumatico, riguardano la possibilità di contagio e le conseguenze socioeconomiche, L'esposizione prolungata a stimoli stressanti può condurre allo sviluppo di molte patologie, in particolare psichiatriche e cardiovascolari. 


RIDURRE LO STRESS DA COVID SI PUO' E SI DEVE FARE


Già a marzo scorso il ministero della Salute aveva divulgato un vademecum per imparare a fronteggiare l'emergenza sanitaria nella maniera più serena possibile, Innanzitutto dobbiamo tenere a mente che le reazioni emotive dipendono anche dalla nostra capacità percettiva e dalla nostra immaginazione. Va da sé pertanto che, per poter stare bene, è importante indirizzare i nostri pensieri a cose in grado di darci piacere, distraendoci con attività che ci appassionino, come leggere, guardare un film, cucinare, curare le piante, accudire i nostri amici animali, svolgere attività fisica, qualora possibile o qualunque altra cosa che ci faccia stare bene-anche fare l'amore, perché no. Ma soprattutto, cerchiamo di tenere vivi i legami sociali, incoraggiandoci spesso l'un l'altro, attraverso tutti gli strumenti che la tecnologia mette fortunatamente a nostra disposizione. Personalmente mi aiuta stilare un planning settimanale delle mie attività, pianificando dalle uscite con il cane alla pratica della spesa, dall'allenamento casalingo alla cura di me stessa, in modo da non lasciare troppo tempo e spazio ai pensieri nefasti ed alla naturale tendenza alla commiserazione. Quando mi assale l'angoscia, penso ai miei nonni, che hanno superato due guerre e malattie potenzialmente più mortali ai loro tempi. Non chioserò con la frase più strombazzata durante il primo lockdown, “andrà tutto bene”, preferisco “e quindi uscimmo a riveder le stelle”.

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