Tennis, La Wta pronta a lasciare la Cina per il caso Peng, la tennista scomparsa dopo aver denunciato gli stupri dell'ex vice premier

Tennis, La Wta pronta a lasciare la Cina per il caso Peng, la tennista scomparsa dopo aver denunciato gli stupri dell'ex vice premier

Tennis, La Wta pronta a lasciare la Cina per il caso Peng, la tennista scomparsa dopo aver denunciato gli stupri dell'ex vice premier


La campionessa del tennis cinese è scomparsa dallo scorso 2 novembre, quando pubblicò un post su un social in cui denunciava gli stupri dell'ex vice premier Zhang Gaoli. Da allora nessuna notizia, se non una mail, ritenuta falsa, in cui Peng Shuai smentisce le accuse e annuncia di star bene. La vicenda ha provocato le reazioni dei fan e di molti leader del tennis mondiale

“Siamo pienamente preparati a ritirare le nostre attività e ad affrontare tutte le complicazioni che ne seguiranno. Le accuse di stupro sono più importante degli affari". Sono le parole pronunciate alla Cnn da Steve Simon, numero uno della Wta, per il caso legato alla tennista Peng Shuai, 35 anni, che a inizio novembre sui social cinesi ha accusato l'ex vice premier Zhang Gaoli di averla stuprata, prima di costringerla a una lunga relazione. Da allora l’atleta è scomparsa suscitando grande preoccupazione tra i suoi fan. A chiedere di far luce sulla vicenda anche molti suoi colleghi, come Naomi Osaka o Serena Williams. “Sono devastata e scioccata nell'apprendere la notizia sul conto di Peng Shuai", ha scritto su Twitter l'ex numero uno del mondo. Alle atp Finals di Torino, Novak Djokovic si è detto profondamente preoccupato per la sorte della tennista cinese. Per la vicenda sui social era stato lanciato anche l’hashtag #whereispengshuai, diventato virale. Nonostante le pressioni internazionali, le autorità cinesi non si sono mai espresse. Il mistero sulla campionessa si è ulteriormente infittito dopo la pubblicazione di una mail da parte di Cgtn, il canale internazionale in lingua inglese della tv statale Cctv. Nel messaggio, di dubbia autenticità, Peng smentisce le accuse di violenza e di essere sparita. Oggi arriva la presa di posizione del circuito che gestisce il tennis femminile mondiale, che si dice pronto a bloccare tutti i tornei in programma in Cina, una decina solo nel 2022 per un valore complessivo di decine di milioni di dollari.


Il post su Weibo

Il caso è scoppiato lo scorso 2 novembre quando Peng Shuai, ex numero 14 del singolo e n.1 al mondo del Ranking di doppio, sul suo account Weibo, il Twitter in mandarino, ha pubblicato un post, in cui accusava senza mezzi termini l’ex vice premier Zhang Gaoli di violenza sessuale e di averla costretta a una relazione durata tre anni. Il post è rimasto in rete per circa mezzora prima che venisse oscurato. La censura delle autorità cinesi hanno anche bloccato tutte le ricerche internet con il nome della tennista. Gli screenshot del post però hanno iniziato a circolare in rete, provocando un’ondata di indignazione in tutto il mondo. Peng, nel suo messaggio, racconta di aver subìto il primo abuso di Zhang, dal 2013 al 2018 membro del comitato permanente del Politburo del partito, dopo esser stata invitata a una partita con la moglie del politico. “Quel pomeriggio non ero consenziente, ho pianto per tutto il tempo”, si legge nel testo. Da quel giorno iniziò una lunga relazione durante la quale Peng sarebbe stata sottoposta ad abusi in diverse occasioni. "So che dato il tuo potere non hai paura di me, vicepremier Zhang Gaoli, ma anche se sono sola, come un uovo che si scontra con una roccia, come una falena verso una fiamma, dirò la verità su di te”, scrive la tennista. Da quel giorno non si hanno più notizie della star del tennis cinese.

La mail

Nei giorni scorsi Cgtn, il canale internazionale in lingua inglese della tv statale Cctv, ha pubblicato una mail nella quale la campionessa 35enne smentisce le accuse di violenza sessuale rivolte all’ex vice premier: “Non sono sparita, ne' sono in pericolo. Mi sto riposando a casa e tutto va bene. Grazie ancora per esservi presi cura di me", continua l'email, in cui si chiede alla WTA di verificare eventuali dichiarazioni future e di chiedere il suo consenso prima della loro pubblicazione. L’autenticità del messaggio è molto dubbia e alimenta ancora di più le preoccupazioni per la sorte di Peng Shuai.



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