Usa, a novembre le presidenziali e la campagna elettorale è senza esclusione di colpi

Usa, a novembre le presidenziali e la campagna elettorale è senza esclusione di colpi

Usa, a novembre le presidenziali e la campagna elettorale è senza esclusione di colpi


Alcuni big repubblicani, tra cui l'ex presidente Bush, hanno apertamente detto che non voteranno Trump

Negli Stati Uniti si voterà il 3 novembre per eleggere il nuovo presidente e la campagna elettorale è entrata nel vivo in un contesto molto particolare. L'America è stata duramente colpita dalla pandemia di coronavirus e, quando stava provando a rialzarsi, è stata messa a ferro e fuoco dalle proteste per la morte di George Floyd, l'afroamericano soffocato da un agente di polizia a Minneapolis, nel Minnesota. La sfida tra il presidente Repubblicano Donald Trump e il democratico Joe Biden, ex vicepresidente di Obama, mette in gioco il futuro di una nazione, la capacità di affrontare momenti di recessione globale e quella di sradicare il razzismo, che, non solo all'interno del corpo di Polizia, sembra essere endemico. 

I big repubblicano rinnegano Trump

Di giorno in giorno, si sta sempre più allungando la lista dei big repubblicani che non voteranno Trump. L'ex presidente americano George W. Bush ha detto che sicuramente alle urne non sceglierà l'attuale Capo della Casa Bianca. Farà lo stesso il senatore repubblicano ed ex candidato alla presidenza Mitt Romney. E anche l'ex Segretario di Stato, Colin Powell, ha fatto sapere che, il 3 novembre, sulla scheda elettorale scriverà il nome di Joe Biden. La rottura definitiva di una frangia del partito con Trump è stata sancita dal fatto di considerare disastrosa la gestione sia della pandemia sia delle proteste per George Floyd.


L'ultima polemica

L'ultima polemica che ha infiammato la campagna elettorale è stata causata da un tweet di Trump. Il presidente ama moltissimo esprimersi di Twitter e, questa volta, ha ripreso il post di un esponente repubblicano che mostra due foto, una che ritrae Trump, sguardo fiero e passo deciso, durante la passeggiata che si è poi conclusa con una foto con la Bibbia in mano e un'altra che mostra il candidato democratico Joe Biden inginocchiato, il gesto che è diventato simbolo delle proteste per la morte di George Floyd, morto con un ginocchio premuto sul collo per quasi nove minuti. Il commento alle due foto recita: "I leader guidano. I codardi si inginocchiano". Una frase che ha scatenato una miriade di proteste. 

Law and order 

Legge e ordine è lo slogan che il presidente Trump vuole inserire nella sua campagna elettorale per i mesi che andranno da qui al 3 novembre. E' un forte richiamo alla legalità, che Trump sta ribadendo con forza nelle ultime ore dopo le manifestazioni di protesta per George Floyd, che hanno animato tante piazze d'America e del mondo negli ultimi giorni. A Washington hanno sfilato centinaia di migliaia di persone, ma il presidente ha detto che erano molti meno del previsto, liquidando così la questione. Trump, che aveva deciso di impiegare la Guardia Nazionale per sostenere la Polizia, ne ha ora ordinato il ritiro avvertendo però che l'esercito è pronto a tornare in strada in qualsiasi momento.  

L'ultimo sondaggio 

Il democratico Joe Biden, intanto, resta saldamente in testa nei sondaggi. Secondo gli ultimi dati diffusi dalla Cnn, Biden sarebbe al 55% con ben quattordici punti di vantaggio su Trump. Ad aprile, il divario era di soli cinque punti. Secondo il sito specializzato RealClearPolitics, invece, il vantaggio di Biden sarebbe pari a sette punti. 


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